di Elena Meli
Solo il 30 per cento degli over 40 conserva tutti i denti naturali, ma spesso è colpa di gengive infiammate; le regole di prevenzione in occasione della Giornata mondiale della salute orale
Mantenere il sorriso per tuta la vita si può: perdere i denti e dover mettere una protesi, fissa o mobile, non è un destino ineluttabile come molti credono. Lo sottolinea la Società italiana di parodontologia e implantologia (SIdP) in occasione della Giornata mondiale della salute orale del 20 marzo, rivelando che spesso la perdita dei denti è colpa di gengive infiammate e trascurate per troppo tempo: con un’adeguata prevenzione, diagnosi precoce ed eventuali terapie tempestive, è possibile mettere in salvo i denti.
Prevenzione necessaria
Purtroppo tanti non ci riescono: stando a dati diffusi da SIdP, solo il 30 per cento delle persone con età superiore ai 40 anni ha tutti i propri denti naturali e ben il 25 per cento tra i 65-74enni non può più vantare alcun dente proprio, fino ad arrivare a oltre il 50 per cento tra gli over 75. Sotto accusa gengive infiammate, sempre più deboli, che piano piano non offrono più sostegno ai denti: questi, senza un adeguato intervento, diventano mobili e cadono. Gli italiani a rischio di restare senza sorriso per una parodontite grave sono almeno 3,5 milioni, circa il 15 per cento dei 25-30 milioni di italiani con un’infiammazione gengivale. Perciò il primo passo per conservare tutti i denti è mantenere gengive sane con un’adeguata prevenzione fatta di attenta igiene orale e controlli regolari dal dentista; una necessità sottolineata anche dalla campagna di informazione avviata in occasione della Giornata mondiale della salute orale dalla Fondazione ANDI, che punta a ricordare quanto sia importante prendersi cura di denti e gengive ogni giorno, imparando a riconoscere i nemici della bocca e le strategie di difesa.
Infiammazione grave
Oggi è tuttavia possibile intervenire anche in caso di parodontite grave: sono appena state pubblicate le nuove linee guida europee per la gestione dei casi più complessi e come spiega Nicola Sforza, presidente SIdP, «la malattia parodontale è una patologia complessa legata all’accumulo nel cavo orale della placca batterica, che va a colpire le strutture di sostegno e supporto del dente come l’osso alveolare e il tessuto gengivale. Quando la malattia è di stadio grave la masticazione è compromessa e si sono persi già svariati denti, ma è sempre possibile salvare quelli che rimangono: ci si riesce con una presa in carico precoce per curare i denti ancora presenti in modo che durino nel tempo, sostituendo quelli mancanti con impianti e/o protesi tradizionali, in base alla valutazione complessiva del paziente. Tutto ciò sempre dopo il recupero della salute orale complessiva: gli impianti, pur rappresentando una modalità straordinaria per sostituire i denti mancanti, devono essere utilizzati soltanto quando il paziente è guarito dalla parodontite, per evitare che anche i tessuti intorno agli impianti stessi possano ammalarsi portando a perdere anche questi».
18 marzo 2022 (modifica il 18 marzo 2022 | 13:54)
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, 2022-03-18 12:55:00, Solo il 30 per cento degli over 40 conserva tutti i denti naturali, ma spesso è colpa di gengive infiammate; le regole di prevenzione in occasione della Giornata mondiale della salute orale, Elena Meli
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