Sei studenti bocciati, saltano la maturità. Il preside: Più facile mandarli allo sbaraglio, ma abbiamo la responsabilità di prepararli al futuro

Nel Liceo delle scienze umane “Antonio Rosmini” di Trento, sei studenti su ventitré non sono stati ammessi all’esame di maturità. Questo dato ha spostato significativamente la percentuale di bocciature dal 3% medio del Trentino e dell’Italia intera al 26%. Questa notizia ha fatto eco a livello nazionale, causando un’onda di discussioni.

Il dirigente scolastico Stefano Kirchner spiega a Il Dolomiti che per due degli studenti bocciati, la causa risiede in un tasso di frequenza appena superiore al 50%, ben sotto l’obbligo del 75%. Per gli altri quattro, le difficoltà riscontrate erano relative alle competenze. Kirchner riconosce che la decisione è stata difficile e ammette che avrebbe potuto essere più facile ammetterli all’esame. Tuttavia, sostiene che la bocciatura rappresenti un atto di onestà e rispetto verso gli studenti.

Con 42 anni di servizio e 18 da preside, Kirchner riflette sulle circostanze eccezionali che hanno portato a questo tasso di bocciatura. Il dirigente scolastico evidenzia che le ripercussioni dell’emergenza sanitaria, le assenze e le difficoltà della didattica a distanza hanno contribuito all’insuccesso degli studenti. Tuttavia, invita a non drammatizzare, poiché la bocciatura può essere vista come un’opportunità per prepararsi meglio in un ambiente più protetto.

Kirchner esprime la sua preoccupazione per il potenziale rischio che gli studenti promossi senza le competenze adeguate possano iscriversi all’università e poi abbandonare quasi subito a causa delle difficoltà incontrate. Al contrario, la bocciatura offre l’opportunità di recuperare al liceo, acquisire le competenze necessarie e maturare al di fuori del contesto scolastico.

Nonostante la portata nazionale della vicenda, Kirchner rimane convinto della decisione presa e incoraggia un dialogo su come innovare un sistema educativo che deve adattarsi alle nuove esigenze degli studenti. Propone l’introduzione di moduli e la rimozione del sistema di votazione tradizionale, promuovendo un approccio all’istruzione più olistico e personalizzato.

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