di Fabio Savelli
Il rapporto esteso dell’Istituto Superiore di Sanità: l’efficacia del vaccino è pari al 72% nei vaccinati con booster rispetto ai non vaccinati, al 52% tra coloro che hanno completato il ciclo entro 90 giorni, al 43% tra i 91 e 120 giorni dalla vaccinazione
Vaccini che proteggono. Vaccini che riescono a farlo soprattutto contro il rischio di contrarre una forma grave di Covid. L’alta trasmissibilità di Omicron ormai prevalente al 99,9%
— e della sua sottovariante Omicron2
in crescita — incide sui dati di efficacia vaccinale mantenendo elevata la copertura contro le forme severe e i decessi, al pari delle altre variante precedenti. Mentre scende parzialmente l’efficacia degli attuali preparati contro il rischio contagio. Il rapporto esteso dell’Istituto superiore di sanità, pubblicato ieri e a cadenza mensile, restituisce una diapositiva attendibile dell’impatto di Omicron sulla popolazione distinguendo l’incidenza Covid per casi, ospedalizzazioni e decessi per stato vaccinale.
Il rischio decesso
Così prendendo in considerazione il periodo compreso tra il 21 gennaio e il 20 febbraio il rischio di morire per chi ha oltre 80 anni è superiore di 15,4 volte tra chi non è vaccinato e chi ha completato il ciclo con la dose booster. Nella fascia tra i 60 e i 79 anni il rapporto di rischio tra le due categorie è comunque alto, ma scende a 14,7 volte. La preoccupazione maggiore però riguarda chi non ha ancora effettuato il richiamo e ha già superato i 4 mesi canonici dalla seconda dose: parliamo di oltre 5 milioni di persone di tutte le fasce d’età. Perché Omicron riduce sensibilmente la differenza di rischio tra chi è vaccinato con due punture e chi non lo è. Due dati su tutti: tra i 60 e i 79 anni chi ha avuto due dosi da oltre 120 giorni presenta un indice di rischio di morire più basso solo di 2.9 volte rispetto a chi è senza alcuna copertura. Tra gli over 80 il rapporto sale a 4,2 volte, una differenza non così netta che coinvolge, al momento dell’analisi dell’Iss, oltre 620mila persone con più di 60 anni. Dunque l’avvertenza è una: vaccinarsi in fretta. Soprattutto per gli over 50, che al momento sono anche obbligati per legge. Ma occorre coprire in fretta con la terza dose anche quelli che ne hanno già inoculate due e pensano di avere un «riparo».
Copertura da contagio
I ragionamenti sulla protezione da contagio invece divergono rispetto alle altre varianti in cui la copertura dal rischio di contrarre il virus era più alta in tutti i preparati usati nella prima fase della campagna vaccinale. Con Omicron si nota come la protezione dall’evitare diagnosi è scesa sotto il 50% per chi ha avuto due dosi di vaccino ma l’ultimo richiamo l’ha ricevuto oltre tre mesi fa. Nell’intervallo tra 91 e 120 giorni dalla seconda dose la protezione contro Omicron scende al 42%, entro i tre mesi sale lievemente al 52% per diventare buona con la terza dose perché la copertura risale al 72%. È così spiegabile l’alta incidenza di casi Covid in questa nuova fase endemica che ha contagiato molti vaccinati. E in controluce conferma che la pressione sul sistema ospedaliero si è avuta ad inizio febbraio ma in numeri assoluti la quarta ondata è stata contenuta grazie ai vaccini, anche con le prime due dosi.
Chi sono i morti Covid
A cavallo tra gennaio e febbraio si è continuano a morire con percentuale rilevanti tra i non vaccinati. L’Istituto superiore di sanità registra 1.329 morti Covid su 181mila non vaccinati tra gli over 80. Un caso ogni 136. Il rapporto è totalmente differente per chi ha ricevuto tre dosi: 1.765 decessi tra gli over 80, tutti con una o più patologie, su una popolazione di quasi 3,7 milioni di vaccinati. Un caso su 2.092. La fine della pandemia però non è dietro l’angolo: sta salendo l’incidenza di casi Covid in quasi tutte le regioni. In Lombardia l’aumento del numero dei positivi è di circa il 17% nella penultima settimana e più del 40% nell’ultima. Anche ieri 74.024 nuovi casi con un tasso di positività al 15,5%. Anche ieri altri 85 decessi. Nonostante una lieve risalita della trasmissibilità diminuiscono le degenze. Ma occorre attendere un altro paio di settimane per capire se anche queste curve proseguiranno con questa tendenza. Restano oltre 4,5 milioni i non vaccinati, segnala il rapporto della struttura commissariale, mentre ha ricevuto la quarta dose il 5% degli immunodepressi. Fabrizio Pregliasco, virologo dell’università di Milano, ritiene si vada verso una «vaccinazione Covid speculare a quella dell’influenza». Una dose all’anno all’inizio dell’autunno.
19 marzo 2022 (modifica il 19 marzo 2022 | 23:17)
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, 2022-03-19 22:17:00, Il rapporto esteso dell’Istituto Superiore di Sanità: l’efficacia del vaccino è pari al 72% nei vaccinati con booster rispetto ai non vaccinati, al 52% tra coloro che hanno completato il ciclo entro 90 giorni, al 43% tra i 91 e 120 giorni dalla vaccinazione, Fabio Savelli
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