Sgarbi replica dopo la multa in Svizzera: «Nessun privilegio, non ho scelto io di mettere il lampeggiante»

di Redazione OnlineIl responsabile della polizia ticinese: «La legge è legge. I lampeggianti blu sono riservati ai mezzi di pronto intervento, al servizio della comunità» «Il signor Gobbi vuol dare una lezione, ma sbaglia indirizzo. Le responsabilità sono individuali, ed evidentemente il signor Gobbi vuole dirmi che ha sbagliato il mio agente di pubblica sicurezza che ha ritenuto di fare il suo dovere». Non si ferma la polemica tra Vittorio Sgarbi e Norman Gobbi, responsabile della polizia cantonale, in Svizzera, dove il critico d’arte è stato multato sabato scorso per aver superato una colonna di auto ferme in autostrada esponendo le luci di emergenza. «Anche in Italia i deputati non hanno auto blu e “lampeggianti prioritari”» prosegue Sgarbi in un video, «ma alcuni magistrati o sindaci o altri rappresentanti, minacciati dalla mafia, hanno una tutela, stabilita dal ministero dell’Interno, e conseguenti dispositivi di sicurezza, che non dipendono dalla loro volontà. Per non averli più avuti, Marco Biagi è stato ucciso». «In Svizzera il lampeggiante blu ce l’hanno solo le auto dei servizi d’emergenza, non i deputati»: lapidario, conciso, così il responsabile della polizia del Canton Ticino aveva replicato alle lamentele di Vittorio Sgarbi. Sanzionato con una multa di 500 franchi, aveva reagito definendo la polizia elvetica «arrogante, prepotente e bugiarda» con un video postato sui suoi profili social. Per Sgarbi non c’è nessun privilegio: «Non l’ho scelto io. Sono uno strumento di tutela per chi è esposto e per chi è minacciato, e per intervenire se necessario». E accusa: «per lui anche la mafia è un optional, che si ferma al confine con la Svizzera. E il mio agente – che pago io – offeso dalla sua polizia che non vede pericoli a cento metri dall’Italia, un elettricista che si diverte con le luci». Tutto questo perché «la polizia cantonale ha considerato solo le regole astratte, e non le ragioni del rispetto e della tutela per chi rappresenta un paese amico, ed è venuto come ospite per un festival diretto da un italiano». Norman Gobbi, eletto nella lista della Lega, è consigliere di Stato del Canton Ticino, una sorta di «assessore regionale» ma dato l’assetto federale della Svizzera con molti più poteri. Gobbi è infatti responsabile del dipartimento sicurezza e a lui fa capo la polizia cantonale. E ha difeso l’operato dei suoi agenti sempre con un post sui social. «Le regole sono regole per tutti – scrive – Questa è la Svizzera, signor Sgarbi, dove i deputati non hanno auto blu e men che meno dotate di lampeggianti prioritari, privilegio concesso solo agli enti di pronto intervento che sono loro, e non Ella, al servizio della comunità tutta». Vittorio Sgarbi era stato fermato al valico autostradale di Chiasso Brogeda dopo che l’auto sulla quale viaggiava lungo l’autostrada aveva sorpassato una colonna di auto. Gli agenti avevano trattenuto il deputato per circa mezz’ora contestandogli l’indebito uso delle luci di emergenza. Il critico, che rientrava in Italia dal festival cinematografico di Locarno, aveva replicato con un infuriato post nel quale proclamava «con me la Svizzera ha chiuso». Il messaggio poco dopo era stato cancellato. Sgarbi conclude con una vera e propria arringa difensiva in cui spiega che, in quanto deputato e sindaco di Sutri, era autorizzato ad utilizzare il lampeggianti «per consentire lo svolgimento di una più efficace azione di prevenzione e tutela della mia incolumità». Ha inoltre presentato un esposto in procura per diffamazione. «Ai compiaciuti pettegoli – ha dichiarato Sgarbi – voglio dire che non mollo rispetto ai miei diritti per i quali io non ho compiuto nulla di quello che mi viene attribuito dalla polizia svizzera». E conclude: «L’agente non ha superato nessuno, non era su una corsia preferenziale ma sulla normale corsia di destra, peraltro libera». 11 agosto 2022 (modifica il 11 agosto 2022 | 21:39) © RIPRODUZIONE RISERVATA , 2022-08-11 19:40:00, Il responsabile della polizia ticinese: «La legge è legge. I lampeggianti blu sono riservati ai mezzi di pronto intervento, al servizio della comunità», Redazione Online

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