In un istituto superiore di Napoli uno studente ha svolto un compito in classe sulla Shoah con uno svolgimento agghiacciante. Così come segnala La Repubblica, l’alunno si è limitato laconicamente a scrivere: “So tutt muort abbruciat”.
La docente d’italiano dello studente ha mostrato il tema alla preside che ha inviato subito una circolare per esternare il proprio stupore per quanto scritto: “Dobbiamo trovare le parole per evitare che quella ignobile frase, graffiata su un foglio bianco, passi inosservata. Abbiamo da educatori il dovere di accogliere e rilanciare. Sempre più spesso – dice – si mostrano incapaci di cogliere le emozioni, di entrare in sintonia con i drammi dell’altro, di mostrare empatia. È una vera patologia, l’alexitimia, ma se ne parla poco”.
Poi aggiunge: “Quale che sia la risposta, la gravità di questo che gli esperti definiscono lo analfabetismo affettivo apre le porte a comportamenti, nella vita dei ragazzi, inclini alla violenza, alla provocazione, all’aggressione verbale e fisica. Parlare a scuola della Shoah serve anche a scongiurare questo tipo di condotte”.