Si fanno meno figli, le classi si svuotano e il governo preferisce contratti temporanei per i docenti. Lallarme dei sindacati

Si avvicina l’inizio dell’anno scolastico. A Macerata, come segnala Il Resto del Carlino, si registrano 200 neo assunti in ruolo per l’anno scolastico 2023–2024. Il dettaglio svela 151 docenti suddivisi tra Scuola dell’Infanzia, Primaria, Secondaria di primo e secondo grado, e 49 insegnanti di sostegno per alunni con disabilità. Ma questo impulso al rinnovamento è davvero sufficiente?

La composizione di questi nuovi assunti proviene in gran parte da vincitori di concorso e, in parte minore, dalle Gae (Graduatorie ad esaurimento). Ugo Barbi, segretario provinciale dello Snals, esprime la sua preoccupazione: “Anche quest’anno, si ripete lo stesso schema. Si fanno assunzioni in ruolo, ma il deficit negli organici prevale. Pertanto, dal 29 agosto, verranno nominati almeno 500 supplenti nelle scuole di vario grado”.

La costante necessità di supplenti sottolinea un problema profondo: il precariato. Barbi commenta: “Tutti professano la volontà di superare il precariato, ma sembra essere solo un motto senza azione. L’organico effettivo dovrebbe coincidere con l’organico legale. Solo allora si può davvero ridurre il precariato”.

La denatalità, un fenomeno in crescita, potrebbe essere un’altra ragione dietro le scelte del Governo. Con meno studenti, sembra che il Governo preferisca contratti temporanei piuttosto che assunzioni a lungo termine. Nel mezzo di tutto ciò, la situazione dei precari, specialmente gli insegnanti di sostegno, è particolarmente preoccupante.

Molti di questi insegnanti non possiedono un diploma di specializzazione, nonostante abbiano maturato anni di esperienza professionale. Barbi sottolinea: “Una norma permette a chi ha svolto questo ruolo per almeno tre anni di accedere al corso di specializzazione senza i test di preselezione, ma non viene applicata. Questa situazione deve essere risolta”.

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