Siccità, gli acquedotti in Italia perdono il 42% dell’acqua

di Claudio Del Frate

La statistica elaborata dall’Istat: gli spechi corrispondono al fabbisogno di 44 milioni di abitanti. Ma la mappa è molto diversificata: Milano perde il 18%, Catania oltre il 54%. Nel 2019 – senza siccità – il razionamento scattò in 9 capoluoghi

Esiste una siccità indotta da eventi atmosferici difficili da prevedere e da governare; ed esiste un problema idrico indotto da scelte sbagliate o da negligenze che potevano essere evitate. La crisi dell’acqua che sta caratterizzando l’estate italiana 2022 è in parte anche una «crisi annunciata»: illuminanti, a questo proposito un report pubblicato dall’Istat secondo il quale ogni 10 litri d’acqua potabile immessi in rete, oltre 4 si perdono prima di arrivare ai rubinetti delle nostre case. Sprechi che, se eliminati, renderebbero meno sofferente la mancanza di pioggia che perdura dallo scorso inverno e che ci ha portati a un passo dalla dichiarazione dello stato di emergenza .

L’Italia, in base ai dati elaborati dall’istituto di statistica, risulta essere innanzitutto il Paese europeo che consuma più acqua, dopo la Grecia: il fabbisogno pro capite per noi è di 153 metri cubi all’anno, contro i 157 dei greci. Una classifica che vede gli altri Stati dell’Unione fortemente staccati: «La maggior parte degli Stati membri (20 paesi su 27) ha prelevato tra 45 e 90 metri cubi di acqua dolce per persona per l’approvvigionamento pubblico. Malta si contraddistingue per il volume più basso, solo 30 metri cubi annui a persona» scrive l’Istat. Diversi fattori incidono sui consumi: la domanda, le modalità di prelievo, il clima il tipo di attività agricole e industriali. Ma anche condizioni specifiche «tra queste il sistema delle infrastrutture e l’entità delle perdite nella rete idrica».

E questo è il punto nevralgico: l’Italia smarrisce per strada quai la metà delle sue risorse idriche. Qui i numeri forniti dall’Istat sono inequivocabili: « Nel 2018 sono immessi in rete 8,2 miliardi di metri cubi, a fronte dei 4,7 erogati per usi autorizzati. La percentuale di perdite idriche totali della rete nazionale di distribuzione dell’acqua potabile è del 42,0%: ogni 100 litri immessi nel sistema, ben 42 non sono consegnati agli utenti finali. Per le cattive condizioni dell’infrastruttura idrica si disperdono 3,4 miliardi di metri cubi: le perdite potrebbero garantire le esigenze idriche di circa 44 milioni di persone in un anno».

Se da un lato le perdite in rete sono in crescita dal 2008, la mappa degli «acquedotti colabrodo» è assai differente da zona a zona: prendendo in esame le città metropolitane, Milano spreca solo il 18% delle sue risorse idriche, Catania oltre il 54%. In assoluto i territori meno efficienti sono Frosinone e Latina, la prima addirittura spreca otto litri su dieci.

L’effeto di tale situazione è facile da immaginare: nel 2019 – dunque quando non si parlava di siccità – nove capoluoghi di provincia hanno dovuto fare ricorso provvedimenti di razionamento dell’acqua. Agrigento ha dovuto mantenere in vigore ordinanze restrittive per l’intera durata dell’anno, sospensioni a singhiozzo sono state patite dal 18% degli abitanti di Palermo, Cosenza e Reggio Calabria hanno dovuto fare ricorso all’erogazione a giorni alterni

24 giugno 2022 (modifica il 25 giugno 2022 | 10:23)

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