Sicilia, voto segreto alle 4 del mattino: lArs conferma laumento degli stipendi

di Emanuele BuzziIl dietrofront (fallito) dopo il pressing di FdI. Il caso dei Cinque Stelle Serata da tragicommedia all’Ars. Dopo giorni di tensioni, polemiche e pressing per l’aumento degli stipendi dei parlamentari regionali varato dall’assemblea, con un voto segreto alle 4 del mattino, quando ormai sembrava deciso un ripensamento sull’incremento delle indennit (dato come un automatismo dai deputati), l’Assemblea regionale siciliana ha confermato. L’Aula, infatti, ha respinto, con voto segreto appunto, un emendamento che prevedeva l’abrogazione della norma della legge che nel 2014 aveva introdotto l’automatismo della rivalutazione delle indennit al costo della vita. Il testo stato bocciato con 29 voti contrari e 24 favorevoli. L’aumento di 890 euro lordi per i 70 deputati siciliani aveva innescato una polemica a livello nazionale, coinvolgendo anche il presidente dell’Ars, Gaetano Galvagno di Fratelli d’Italia. Rumors piuttosto insistenti raccontano di forti malumori proprio all’interno dei vertici di FdI per una mossa, quella del via libera all’aumento delle indennit, vissuta da parte di alcuni esponenti come un danno, in grado di mettere in imbarazzo il partito. Ecco allora il dietrofront e la decisione di mettere ai voti un emendamento presentato da Cateno De Luca per fermare l’aumento. Ma a stoppare una trama che sembrava ben ordita, arriva la richiesta del voto segreto presentata da Gianfranco Miccich: “Non la prima volta che Roma interferisce, in questo caso chiedendo la cancellazione di questa norma: basta – dice Miccich – siamo considerati lo schifo del Paese, qualsiasi cosa facciamo. Basta. Con l`indennit da parlamentare arrivo a fine mese e chiedo scusa a chi purtroppo non ci arriva. Ma non ho ville, non ho yacht e non rubo, si montato un polverone su un automatismo”. Lo stesso De Luca, secondo quanto dicono anche gli esponenti del Movimento, non avrebbe votato l’emendamento da lui presentato. All’Ars andata in scena la farsa – accusa il M5s – prima lo show di Cateno De Luca, che inneggia alla correttezza sua e dei suoi, e poi non vota, assieme ai deputati dei suoi gruppi, l’emendamento che avrebbe stoppato gli aumenti Istat, salvando di fatto l’aumento degli stipendi dei deputati Ars. D’altronde anche la posizione dei Cinque Stelle diventata un caso anche in seno al partito. In prima battuta gli stellati hanno votato l’aumento insieme alla maggioranza, salvo poi smarcarsi _ come gi accaduto a livello nazionale per il caso della dotazione degli iPad, e assumere una posizione intransigente 10 febbraio 2023 (modifica il 10 febbraio 2023 | 12:14) © RIPRODUZIONE RISERVATA , ,

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