Sicurezza stradale, in via Prenestina corrono tutti. L’ultima vittima in scooter contro un lampione

di Camilla Palladino

Si chiamava Vincenzo Andrea Cerè e aveva 42 anni. Ma sulla consolare uno dei problemi è rappresentato anche dalle precarie condizioni dell’asfalto. Quasi mai viene rispettato il limite di velocità e i controlli sono carenti

Ciclisti in pericolo e asfalto rotto, soprattutto intorno alle rotaie del tram, lungo via Prenestina. La pista dedicata al transito delle bici consiste in una striscia gialla tracciata sulla carreggiata, accanto alle corsie per i veicoli a motore. Percorrendo la ciclabile che va da porta Maggiore all’incrocio con viale Palmiro Togliatti si può trovare di tutto. Nei tratti più trafficati viene invasa dai motorini che evitano le code, come all’altezza di circonvallazione Casilina, e in alcuni punti viene improvvisamente interrotta dalla presenza delle fermate autobus, ad esempio subito dopo l’incrocio con via Ettore Giovenale.

A tutto ciò si aggiungono i parcheggi irregolari di chi frequenta la zona: che si tratti della ciclabile o della fermata, non è raro trovare veicoli in sosta abusiva. Infine, nonostante la presenza dei cartelli che indicano il divieto di superare i 30 chilometri orari, quasi sempre accompagnati dal pericolo per la presenza di dossi, nessuno rispetta i limiti. Anzi, chi lo fa viene sorpassato persino da autobus e camion dell’Ama. Zero controlli ieri mattina sulla Prenestina, nonostante la Polizia Locale abbia intensificato le verifiche tramite autovelox mobile in città: giovedì sono state oltre 9mila gli accertamenti, per 749 sanzioni.

Altro tasto dolente, per chi passa nel tratto di via Prenestina compreso tra porta Maggiore e colle Prenestino, è la condizione dell’asfalto. La strada è disseminata di avvallamenti, crepe, tombini infossati o in alcuni casi sporgenti. La situazione è particolarmente critica intorno alle rotaie, soprattutto all’altezza degli incroci, in cui i binari curvano e vengono attraversati dai veicoli. Tutti elementi che rappresentano grandi rischi per le due ruote.

La dimostrazione sta nella frequenza degli incidenti mortali che si verificano su questo pezzo della Prenestina. L’ultimo risale alla fine dello scorso agosto, quando a perdere la vita è stato Simone Sperduti, 19 anni, travolto e ucciso mentre era sul suo scooter all’altezza dello svincolo per il Grande Raccordo Anulare. A Colle Monfortani, vicino Ponte di Nona, martedì sera ha perso la vita Vincenzo Andrea Cerè, 42 anni: è finito con lo scooter contro un lampione. La famiglia cerca testimoni, non si esclude avesse ricevuto minacce da qualcuno. Un anno fa invece, a pochi metri dalla sede dell’Atac, era morto sul colpo dopo uno scontro con un tram Kristopher Robert Dixon, 17 anni, figlio di Katia Tarasconi, attuale sindaca di Piacenza (Pd).

Il ricordo dei tanti sinistri sta anche negli arredi urbani danneggiati, come i guardrail abbozzati e circondati dalle reti arancioni, o nella tragica serie di altarini posizionati su muri, alberi e semafori lungo le corsie dove i veicoli corrono. Le vittime in via Prenestina si piangono da quasi 45 anni. Giovani vite cancellate. Una delle lapidi, posizionata tra via Cesare Tiratelli e via di Tor Sapienza, ricorda Massimo Randò, scomparso nel novembre 1978 a 34 anni.

Attaccati a un palo all’incrocio con largo Telese ci sono una foto, una ghirlanda e un mazzo di fiori, dedicati alla memoria di Giampiero Tarli, 36 anni, travolto da un’auto ad aprile 2014. Sei mesi dopo non ha resistito all’impatto contro un’auto il centauro Andrea Luminiello, 23 anni, all’altezza di largo Preneste, dove ora attaccato al semaforo c’è un cartellone con il suo volto stampato. Poco distante, all’incrocio con via Giorgio De Chirico, c’è un’altra foto con due mazzi di fiori, appesi a un palo della luce: sono per Davide Almanno, 29 anni, travolto in moto a febbraio 2015.

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12 novembre 2022 (modifica il 12 novembre 2022 | 16:22)

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