Se ci accontentiamo del significato letterale di questa parola corriamo il rischio di rinchiuderci in un recinto, incapaci di vedere gli sterminati panorami che invece il silenzio capace di spalancare davanti ai nostri occhi.
Generata da un verbo. Silenzio proviene dal latino silentium, derivato da silens –entis, participio presente del verbo silere tacere, non fare rumore. In realt i latini di verbi per esprimere l’assenza di rumore ne avevano due: oltre a silere, utilizzavano anche tacere. Quest’ultimo aveva per una identit pi forte, dispositiva, qualcosa che pu essere sintetizzato nell’ordine stai zitto. Silere invece comprendeva un arco molto pi ampio di significati, da quello ambientale a quello personale e interiore. Impossibile non pensare all’Infinito di Giacomo Leopardi:
Sempre caro mi fu quest’ermo colle,
E questa siepe, che da tanta parte
Dell’ultimo orizzonte il guardo esclude.
Ma sedendo e mirando, interminati
Spazi di l da quella, e sovrumani
Silenzi, e profondissima quiete
Io nel pensier mi fingo; ove per poco
Il cor non si spaura.
Ma non un’assenza. Definire il silenzio come assenza di rumore o di un suono (c’ addirittura un livello, 20 decibel, al di sotto del quale un ambiente viene definito silenzioso) rischia di farci cadere nell’equivoco accostando il silenzio a un vuoto. E invece appare pieno di significati. Il silenzio considerato una componente fondamentale nella musica. In ambito religioso o spirituale si associa il silenzio alla meditazione, uno spazio interiore non disturbato da continue sollecitazioni. E la pratica del silenzio presente nelle regole di vita comunitaria nelle religioni pi diverse.
Nel diritto. Avvalersi della facolt di non rispondere una forma di protezione garantita – nelle civilt avanzate – alle persone fermate o arrestate dalle forze dell’ordine o sottoposte a giudizio. Ma dove questo diritto non riconosciuto il silenzio pu comportare prezzi altissimi da pagare, come hanno imparato a loro spese durante la Resistenza i partigiani arrestati e torturati da fascisti e nazisti.
Nella comunicazione. Il silenzio una scelta che spesso ha un altissimo valore espressivo, tanto da rendere paradigmatico il non scrivere o il non telefonare; il non farsi vivo, il non dare notizie. O da poter definire con questa semplice parola il periodo di inattivit di un artista o semplicemente l’omissione quando si evita di parlare di un argomento per reticenza o complicit. Non quindi solamente uno degli strumenti della comunicazione, come la parola, un’opportunit, come le pause utilizzate con accortezza dall’oratore pi smaliziato.
Allo stadio e sui treni. Il silenzio stampa un’espressione a cui abbiamo fatto l’abitudine, quando allenatori e calciatori dopo una partita, non si fermano con i giornalisti a commentare la gara appena conclusa. Di solito succede quando perdono. Ma nasce in altro contesto: per definire la scelta del mondo dell’informazione (quotidiani, notiziati radio televisivi e cos via) di non diffondere notizie su fatti particolarmente gravi. Infine esistono da qualche anno zone del silenzio, in alcune aree urbane dove i veicoli non possono usare dispositivi acustici, o su particolari carrozze ferroviarie dove (per fortuna) vietato l’uso di telefoni cellulari e riproduttori musicali.
Silent party. L’enciclopedia Treccani colloca questa espressione tra i neologismi a partire dal 2008 per indicare incontri in cui partecipanti amano trascorrere la serata in relax senza parlare e senza rumori per sperimentare una diversa comunicazione in un mondo oppreso dai rumori. Molto citata a questo proposito la canzone Sound of Silence che Simon & Garfunkel cantavano gi negli anni Sessanta. O il silenzio d’ordinanza che, nelle caserme, suonato mezz’ora dopo la ritirata, sanciva la conclusione della giornata.
Dal via libera alle elezioni. Questa parola stata associata ad altre in innumerevoli casi per identificare particolari situazioni. Abbiamo sentito spesso citare il “silenzio assenso” che nel diritto amministrativo indica la procedura secondo la quale una autorizzazione diventa automatica in assenza di una risposta una volta passato un determinato periodo di tempo. Un’altra espressione famosa e il silenzio elettorale che stabilisce l’interruzione dei comizi e della campagna elettorale nel giorno che precede l’apertura dei seggi per offrire un momento di riflessione ai votanti.
Pu rasentare un abuso. In termini psicologici il trattamento del silenzio, cio il rifiuto di comunicare verbalmente o con messaggi o lettere con una persona che invece lo desidera, pu sfociare in una forma passivo aggressiva di abuso emotivo. un tema estremamente delicato ed difficile delineare le caratteristiche psicologiche di chi lo mette in pratica e di chi lo subisce. Certamente il silenzio pu essere molto doloroso per chi lo subisce. Ma anche chi lo infligge non lo fa senza soffrire e magari ha le sue buone ragioni. Si tratta in ogni caso di un silenzio estremamente eloquente che parla pi di tante parole. D’altronde, come dice un motto molto famoso, talora non meno eloquente il tacere del parlare. Che attribuito a tanti padri, spesso allo scrittore francese Jean De la Fontaine. E invece l’autore Plinio il Giovane: non minus interdum oratorium esse tacere quam dicere. Da un paio di millenni, almeno su questo, non abbiamo dubbi.
22 novembre 2023 (modifica il 22 novembre 2023 | 10:42)
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