Silvia Salemi: canto la bellezza per combattere la violenza

di Teresa Cioffi

La cantautrice conquistò un grande successo nel ‘97 con il brano «A casa di Luca» e a distanza di 25 anni decide di celebrare la ricorrenza con una nuova canzone

«Noi contro noi». Due pronomi personali, uno di fronte all’altro, che si guardano con sospetto e rabbia. E chi perde, alla fine, siamo sempre noi. Silvia Salemi ha scelto un titolo che non fa sconti a nessuno per il suo ultimo singolo, un brano che si trasforma in un invito ad aprirsi agli altri, senza paura e senza ostilità. «Siamo sempre sul piede di guerra, sempre arrabbiati con le persone. Anche nei momenti più quotidiani (anche dal panettiere per esempio) la gente si guarda con antipatia». La cantautrice non ci sta e decide di dare voce alle proprie idee tramite un brano che unisce la forza del messaggio con la leggerezza musicale delle hit estive. «Ricordo bene il 24 febbraio. Ero in radio quando è arrivata la notizia dello scoppio della guerra in Ucraina. Da lì è nata la necessità di scrivere una canzone che diventasse un appello alla pace e all’unità. Esistono due livelli di guerra: la prima è quella che si combatte al fronte, la seconda è quella viviamo ogni giorno alzando barriere altissime tra di noi, dando libero sfogo all’infelicità».

E infatti «non siamo mai felici» è la frase che anticipa il ritornello della canzone che si spinge anche oltre, avviando una riflessione sul tema dell’ambiente: «Nel testo dico che siamo sulla stessa palla blu. Ovvero, siamo sullo stesso pianeta che rischia di trasformarsi in una palla di fuoco. Da mamma, pensare al mondo in cui vivranno le mie figlie e i miei nipoti mi fa paura. Il problema dello sfruttamento dell’ambiente e delle sue risorse ha qualcosa in comune con la rabbia che nutre i nostri sentimenti verso gli altri. I concetti di cura e di condivisione sono finiti chissà dove. Nel singolo cerco di mettere in evidenza il fatto che siamo un Noi e c’è qualcosa di più importante che va oltre i nostri rancori e le nostre invidie. Cogliere la bellezza ad esempio».

Una voglia di bellezza nata da un dolore: «Me lo ha insegnato la morte, mi ha dato gli strumenti per saper cogliere la vita. Mia sorella è morta quando ero piccola. Ho capito che la vita va celebrata e io da sempre cerco di farlo attraverso la musica». Nel ’97 Salemi conobbe la notorietà a Sanremo cantando A casa di Luca, che quest’anno compie 25 anni. Poi è tornata all’Ariston altre volte: salirebbe ancora su quel palco? «Ni. Il Festival mi ha regalato grandi emozioni ma per gli artisti è una sofferenza avere solo pochi minuti per dar voce ad un brano che richiederebbe molto più tempo per essere spiegato nella sua completezza. Non è nei miei progetti per adesso».

13 agosto 2022 (modifica il 13 agosto 2022 | 17:13)

© RIPRODUZIONE RISERVATA

, 2022-08-13 22:22:00,

di Teresa Cioffi

La cantautrice conquistò un grande successo nel ‘97 con il brano «A casa di Luca» e a distanza di 25 anni decide di celebrare la ricorrenza con una nuova canzone

«Noi contro noi». Due pronomi personali, uno di fronte all’altro, che si guardano con sospetto e rabbia. E chi perde, alla fine, siamo sempre noi. Silvia Salemi ha scelto un titolo che non fa sconti a nessuno per il suo ultimo singolo, un brano che si trasforma in un invito ad aprirsi agli altri, senza paura e senza ostilità. «Siamo sempre sul piede di guerra, sempre arrabbiati con le persone. Anche nei momenti più quotidiani (anche dal panettiere per esempio) la gente si guarda con antipatia». La cantautrice non ci sta e decide di dare voce alle proprie idee tramite un brano che unisce la forza del messaggio con la leggerezza musicale delle hit estive. «Ricordo bene il 24 febbraio. Ero in radio quando è arrivata la notizia dello scoppio della guerra in Ucraina. Da lì è nata la necessità di scrivere una canzone che diventasse un appello alla pace e all’unità. Esistono due livelli di guerra: la prima è quella che si combatte al fronte, la seconda è quella viviamo ogni giorno alzando barriere altissime tra di noi, dando libero sfogo all’infelicità».

E infatti «non siamo mai felici» è la frase che anticipa il ritornello della canzone che si spinge anche oltre, avviando una riflessione sul tema dell’ambiente: «Nel testo dico che siamo sulla stessa palla blu. Ovvero, siamo sullo stesso pianeta che rischia di trasformarsi in una palla di fuoco. Da mamma, pensare al mondo in cui vivranno le mie figlie e i miei nipoti mi fa paura. Il problema dello sfruttamento dell’ambiente e delle sue risorse ha qualcosa in comune con la rabbia che nutre i nostri sentimenti verso gli altri. I concetti di cura e di condivisione sono finiti chissà dove. Nel singolo cerco di mettere in evidenza il fatto che siamo un Noi e c’è qualcosa di più importante che va oltre i nostri rancori e le nostre invidie. Cogliere la bellezza ad esempio».

Una voglia di bellezza nata da un dolore: «Me lo ha insegnato la morte, mi ha dato gli strumenti per saper cogliere la vita. Mia sorella è morta quando ero piccola. Ho capito che la vita va celebrata e io da sempre cerco di farlo attraverso la musica». Nel ’97 Salemi conobbe la notorietà a Sanremo cantando A casa di Luca, che quest’anno compie 25 anni. Poi è tornata all’Ariston altre volte: salirebbe ancora su quel palco? «Ni. Il Festival mi ha regalato grandi emozioni ma per gli artisti è una sofferenza avere solo pochi minuti per dar voce ad un brano che richiederebbe molto più tempo per essere spiegato nella sua completezza. Non è nei miei progetti per adesso».

13 agosto 2022 (modifica il 13 agosto 2022 | 17:13)

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