Inviato da Giulia Boll – Sono madre di quattro bambini di nazionalità italo-olandese: 2, 7, 8 e 10 anni. Mio marito è olandese. Da 20 abito all’estero, e da 6 anni risediamo nei Paesi Bassi. Volevo brevemente condividere una mia riflessione su quanto riportato dalla pittrice finlandese, madre di 4 figli, che ha deciso di trasferirsi altrove animata da un profondo disgusto verso il sistema scolastico italiano (o meglio, quello circoscritto all’istituto che hanno frequentato per un breve periodo i suoi figli a Siracusa, in Sicilia).
Premesso che dalla descrizione che la signora ci offre del sistema didattico finlandese intravedo delle fortissime somiglianze con quello olandese. Premesso che condivido pienamente l’idea che far giocare i bambini all’aria aperta più volte al giorno sia un importante stimolo al processo di apprendimento in generale, mi sento anche di spezzare un grosso pezzo di lancia a favore del sistema didattico italiano, forte della mia esperienza personale e di quella dei miei figli che di recente per ragioni di forza maggiore hanno dovuto frequentare una scuola a Roma Nord per un periodo di soli due mesi.
Ebbene, ho anch’io notato che i programmi didattici italiani sono più pesanti di quelli olandesi, ma è anche vero che i miei figli restavano a scuola fino alle 16,30 e che quindi i compiti li facevano a scuola, con le maestre.
L’orario scolastico in Olanda è molto più corto, concludendosi alle 14 o alle 14,30, a seconda delle scuole, tutti i giorni della settimana, tranne il mercoledì (talvolta anche il venerdì), in cui si conclude alle 12,30.
Il pomeriggio non hanno quasi mai compiti, mentre a me personalmente non dispiacerebbe se li avessero, dal momento che hanno un intero pomeriggio a disposizione per approfondire quanto appreso in mattinata.
Da qualche giorno i miei figli hanno ripreso a frequentare una scuola in Olanda e uno dei quattro mi ha detto che le materie affrontate fino adesso gli risultano di gran lunga più facili da capire, grazie a quanto appreso in Italia nei due mesi precedenti.
Grazie a quella “pesantezza” dei programmi, oggetto di tante critiche da parte di Italiani e stranieri, i miei figli non hanno percepito nessuna difficoltà ad apprendere le materie insegnate in Olanda, al contrario, tutto gli risulta più facile adesso.
Per quanto riguarda l’approccio degli insegnanti che tanto ha deluso la pittrice olandese, posso solo dire che nel mio caso non è stato affatto così, anzi, ancora mi commuovo pensando alla dedizione e all’amorevolezza con cui i miei figli sono stati accolti e seguiti, sia dai loro insegnanti, che dai loro compagni, nonostante tutti sapessero dall’inizio che sarebbero rimasti solo per un paio di mesi.
Inoltre i miei figli le pause all’aria aperta le facevano e non mi risulta che nessun insegnante abbia mai urlato contro i miei figli o abbia mai guardato loro con aria di disprezzo. Ricordo anche con immensa gratitudine che un giorno il personale docente ha rinunciato a scioperare per non far perdere giorni di lezione agli studenti. Non ricordo che in Olanda ci sia mai stato qualche insegnante che abbia avuto lo stesso scrupolo in occasione di scioperi. Quando si indiceva uno sciopero, le scuole erano puntualmente chiuse.
Concludendo, credo che bisogna considerare l’esperienza di questa signora finlandese come molto soggettiva, evitando di estenderla a tutto il sistema scolastico italiano. L’Italia si articola in una moltitudine di realtà territoriali e culturali talvolta completamente diverse l’una dall’altra, ed è un peccato che questa signora non sia riuscita (o non si sia sforzata) di comprendere questo importante aspetto che caratterizza la nostra nazione, rendendola anche per questo unica al mondo.
Quindi tutto il mio rispetto verso i docenti italiani che in cambio di un modesto stipendio e fra mille difficoltà, nonostante la loro alta competenza, si impegnano al massimo per favorire gli studenti nel loro percorso di apprendimento.