Sostegno, cattedre scoperte al Nord e più posti al Sud per il TFA. Un docente: Non si guarda al fabbisogno reale

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C’è attesa per il prossimo ciclo di Tfa sostegno che dovrebbe essere bandito a breve. Quella del sostegno resta però una situazione traballante, considerando che ogni anno i posti assegnati a non specializzati sono sempre troppi.

Lo ricorda anche l’insegnante Marco Ricucci, che sul Corriere della Sera, analizza la situazione: “In base ai dati del Ministero dell’Istruzione e del Merito risalenti all’ottobre 2022, ci sono poco più di 210 000 docenti di sostegno dall’infanzia alle superiori, tra personale di ruolo e supplenti. Ma qual è il dato preoccupante? Quasi tutti i supplenti annuali sono privi del titolo della specializzazione per le attività di sostegno didattico agli alunni con disabilità, ovvero sono senza una specifica formazione per occuparsi di chi ha fragilità certificate“.

Il problema, spiega l’insegnante, è che “il contingente autorizzato da Roma, però, è molto più basso del reale fabbisogno della scuola“.

Così, come abbiamo spesso sottolineato, “ogni anno a settembre tre quarti dei posti di ruolo destinati agli insegnanti di sostegno restano scoperti per mancanza di candidati in possesso del titolo necessario per essere assunti e di vengono assegnati a supplenti privi di specializzazione“.

C’è però anche un’altra causa importante, ovvero della discrepanza fra i posti assegnati per i corsi di specializzazione al Nord e quelli al Sud: nel primo caso sono pochi, proprio nei territori dove si registra il boom delle cattedre scoperte. Al contrario al Sud, dove i posti per docenti di sostegno sono pochi, invece si attivano tantissimi corsi per la specializzazione.

Solo a titolo di esempio: per il TFA-sostegno dell’Università Bicocca di Milano, dove insegno, ci sono 420 specializzandi, mentre nell’Università di Palermo 1.400“, osserva il docente Ricucci.

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