Spazio flessibile (Aula 3.0), cosè e come funziona. La sperimentazioni nellIC San Giorgio di Mantova di Mantova e nel Liceo classico Leone XIII di Milano

“Spazio flessibile (Aula 3.0)” è una delle eccezionali idee di INDIRE e, in particolare, di “Avanguardie educative” volte a promuovere la trasformazione del modello tradizionale di fare scuola; gli orizzonti di riferimento del Manifesto del Movimento ai quali, nello specifico, si richiama l’idea sono: Sfruttare le opportunità offerte dalle ICT e dai linguaggi digitali per supportare nuovi modi di insegnare, apprendere e valutare e Creare nuovi spazi per l’apprendimento. INDIRE ha pubblicato un documento dal titolo “Avanguardie educative”.

Linee guida per l’implementazione dell’idea “Spazio flessibile (Aula 3.0)”, che alleghiamo, che contiene indicazioni utili per i docenti che desiderano implementarla nelle loro scuole. Il lavoro è frutto delle esperienze dell’IIS “Savoia Benincasa” di Ancona, dell’IIS “Luca Pacioli” di Crema, dell’IISS “Paciolo-d’Annunzio” di Fidenza, dell’ISI “Sandro Pertini” di Lucca, del Liceo classico “Leone XIII” di Milano, dell’IC “San Giorgio di Mantova” di Mantova, dell’IC “Giannuario Solari” di Loreto, dell’IC di Cadeo e Pontenure di Roveleto di Cadeo, che da tempo sperimentano, con eccellenti risultati, questa innovazione, coordinati e supportati per la parte scientifica da Indire. Il documento citato e che, come detto, si allega, pone in evidenza aspetti positivi ed eventuali criticità che si possono incontrare, consigli per risolverle sulla base di esperienze vissute e una descrizione attenta dei processi organizzativi, gestionali e didattici. 

Un ripensamento complessivo della dimensione spaziale della struttura scolastica

Non esiste un modello unico a cui fare riferimento, ecco perché – si legge nel documento a cura di Bucciarelli, I., Moscato, M., Tosi, L. et al. – la denominazione “Spazio flessibile”: per essere efficace e portare benessere agli studenti, ogni soluzione deve emergere da un’attenta analisi dei bisogni e da un percorso di riflessione e ripensamento condiviso. In un’ottica di gradualità, le indicazioni contenute nel documento propongono percorsi di ripensamento di ambienti specifici in grado di essere progressivamente estesi su scala più ampia, fino a coinvolgere intere aree della scuola e a ispirare un ripensamento complessivo della dimensione spaziale della struttura scolastica.

Tre principali obiettivi-guida

Guardando oltre l’ampiezza dell’intervento, le esperienze condivise dalle scuole capofila dell’idea Spazio flessibile hanno fatto emergere tre principali obiettivi-guida che vengono ben rappresentate nel documento Bucciarelli, I., Moscato, M., Tosi, L. et al. (a cura di), “Avanguardie educative”. Linee guida per l’implementazione dell’idea “Spazio flessibile (Aula 3.0)”, versione 1.0 [2015-2016], Indire, Firenze 2016:

  • l’innovazione della didattica;
  • l’apertura della scuola al territorio esterno;
  • il miglioramento del benessere e della qualità generale del servizio scolastico.

L’innovazione della didattica

Tali obiettivi, strettamente correlati, forniscono alcune chiavi di lettura utili alla comprensione dei processi di progettazione degli spazi flessibili. Il primo obiettivo guida rappresenta la linea di intervento direzionata a attivare una nuova forma di aula per la didattica, chiamata “aula 3.0”. Parliamo della progettazione di un ambiente di apprendimento nel quale la dimensione spaziale diventa una componente sostanziale, nell’ottica di rappresentare un setting di apprendimento attuale ed efficiente. È necessario procedere a un ripensamento complessivo del setting. Il progetto di ambiente, così ripensato e progettato, a volte è guidato dal bisogno di avviare un nuovo approccio metodologico bilanciato sullo studente (ad esempio il metodo Harkness, lo Spaced learning, il TEAL, il Debate), tali volte, invece, nasce dall’esigenza di dover concretizzare attività didattiche diversificate che la configurazione dell’aula tradizionale non avrebbe potuto consentire. Il principio comune sta nell’innovazione della didattica, con l’obiettivo condiviso di oltrepassare quello che è il concetto stereotipato di lezione frontale come modalità unica o predominante di insegnamento per il tramite della realizzazione di ambienti più efficaci e funzionali agli allievi che imparano e che socializzano.

L’apertura della scuola al territorio esterno

La scuola come luogo aperto al territorio è un’altra possibilità di utilizzo intelligente dello spazio. La concezione della scuola viene rivisitata: non più spazio adibito esclusivamente alle attività di insegnamento, come da tradizione, ma “civic center”. Se la scuola si pone come centro culturale, deve esserle riconosciuto un ruolo di polo di aggregazione sociale che oltrepassa la dimensione della staticità dell’aula, del silenzio degli atri e dei corridoi. Gli stessi studenti possono così essere coinvolti nella progettazione di attività extrascolastiche come la musica, la lettura, il teatro, la lingua straniera e la palestra si può trasformare in agorà per la fruizione di seminari e convegni aperti al territorio.

Il miglioramento del benessere e della qualità generale del servizio scolastico

La scuola – si legge nel documento Bucciarelli, I., Moscato, M., Tosi, L. et al. (a cura di), “Avanguardie educative”. Linee guida per l’implementazione dell’idea “Spazio flessibile (Aula 3.0)”, Indire – deve poter mettere a disposizione non solo ambienti di apprendimento efficaci, ma anche spazi nel quale sperimentare e compiutamente vivere la convivenza e dove confrontarsi dove, anche oltre i momenti formali dell’insegnamento, sia possibile incontrarsi, leggere, rilassarsi in un contesto di comodità e funzionalità.

La convivenza negli spazi

Momenti formali e momenti informali, collegati e disgiunti dalle attività esplicitamente scolastiche, devono poter convivere in questi spazi. Gli alunni, per esempio, invece di esercitarsi a casa potrebbero farlo a scuola avendo loro a disposizione uno spazio adatto. Anche gli spazi esterni devono, necessariamente, essere pensati per svolgere attività informali dirette alla creazione di attività condivise e partecipate.

La scelta pedagogica alla base della progettazione

Alla base della progettazione di un nuovo spazio nella scuola – sottolinea INDIRE – c’è una scelta pedagogica e una visione più ampia della qualità del servizio scolastico. Al di là dei diversi obiettivi specifici e dell’ampiezza dell’intervento possibile, occorre individuare alcune fasi comuni ai percorsi realizzati dalle scuole che si sono cimentate nel ripensamento e nella progettazione di nuovi spazi flessibili. Tali attimi rappresenteranno l’ossatura attorno alla quale ordinare le indicazioni su un iter ideale che accompagni dall’iniziale identificazione di un bisogno all’attivazione di un nuovo “spazio flessibile”, che spesso comporta anche l’emergere di nuovi bisogni formative.

Gruppo di lavoro sull’idea “Spazio flessibile (Aula 3.0)”

  • IIS “Savoia Benincasa” – Ancona
  • IIS “Luca Pacioli” – Crema, CR
  • IISS “Paciolo-d’Annunzio” – Fidenza, PR
  • ISI “Sandro Pertini” – Lucca
  • Liceo classico “Leone XIII” – Milano
  • IC “San Giorgio di Mantova” – Mantova
  • IC “Giannuario Solari” – Loreto, AN
  • IC di Cadeo e Pontenure – Roveleto di Cadeo, PC.

Scarica l’esperienza dell’istituto

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