Speranza: «L’ambiguità sui vaccini Covid rischia di farci molto male. Il 40% non sa chi votare, la partita è aperta»

di Marco Galluzzo

Roberto Speranza, classe 1979, ex esponente del Pd e ministro della Salute durante la pandemia di Covid, è il segretario di Articolo uno dal 2019 ed è deputato dal 2013: «La destra cerca i voti dai no vax?»

Roberto Speranza, lei ha gestito due anni di pandemia e di scelte difficili, pensava che il Covid sarebbe entrato in campagna elettorale?

«Io credo che la discussione di queste ore sia la dimostrazione ulteriore del rischio che stiamo correndo. Affrontare il tema del diritto alla salute e la storia sanitaria recente dell’Italia in questo modo conferma che la proposta di Salvini e Meloni che strizza l’occhio a Bolsonaro e Le Pen, a Putin e Orbán, rischia di far andare a sbattere il Paese».

Una polemica sulla candidatura di un virologo, sul numero dei morti: non dovrebbe essere un tema che viene lasciato fuori dalla competizione?

«Sì. Dovrebbe. Ma qui abbiamo una destra che rischia di isolare il nostro Paese, che rischia di farci diventare euroscettici, che propone una flat tax che tratta miliardari e rider allo stesso modo».

Lei è ancora ministro, non ritiene che i toni debbano essere abbassati?

«Sicuramente. Ma ritengo che per fare tutti un passo avanti sia doveroso riconoscere e riconoscersi in due principi fondamentali che finora ci hanno guidato. Il primo è il primato del diritto alla salute rispetto agli altri interessi in campo che potevano essere con esso confliggenti. Abbiamo fatto scelte dure mettendo sempre avanti l’esigenza di salvare vite umane. I principali Paesi europei e del mondo hanno poi seguito la nostra esperienza».

E il secondo?

«Il secondo è stato la centralità dell’evidenza scientifica, l’intuizione di far nascere il Cts, il supporto delle principali istituzioni scientifiche del nostro Paese, una comunità che ci ha sempre accompagnato. E questo vale anche per la campagna di vaccinazione, che è stata la svolta nella partita fra Covid e uomo. Noi oggi siamo tra i primi al mondo in termini di vaccinazioni».

Cosa c’entra con la polemica fra Salvini e Crisanti?

«Non mi interessano le polemiche. Io non ne ho mai fatte. Vorrei però che non venissero messi in discussione i due principi cardine. Invece nelle posizioni di Salvini e Meloni vedo troppe ambiguità che mettono in dubbio questi capisaldi. Come sulle relazioni internazionali, possono farci correre un rischio molto grave sul piano sanitario».

Cosa propone?

«Tutte le forze politiche dismettano ogni ambiguità, riconoscano che la campagna di vaccinazione è stata fondamentale e si impegnino a continuarla con determinazione. Se si fa questo allora il tema può uscire dalla campagna elettorale, sarebbe auspicabile. Io da ministro non posso che chiedere un approccio condiviso nazionale, ma ancora non lo vedo. Qual è il problema? Si cercano i voti dei no vax?».

Anche Crisanti ha attaccato Salvini.

«Non commento le parole di Crisanti, con cui non ho mai collaborato. So che la destra nel mondo ha seguito un modello alla Bolsonaro, che è quello di far andare tutto avanti comunque, lasciar correre, e abbiamo visto che conseguenze ha avuto questo approccio, che ha trascurato il diritto alla salute».

«Non c’è mica un divieto. Tutti possono candidarsi. Voglio ricordare che l’Oms segnala continuamente che l’emergenza non è finita. Io sono preoccupato dalla possibilità di un governo che ha ambiguità sui vaccini. Su questo possiamo farci male».

Nei sondaggi siete indietro, come farete a recuperare?

«La partita è molto aperta, il 40% degli italiani non ha ancora deciso per chi votare. È interesse dell’Italia evitare la vittoria della destra. La lista dei democratici e progressisti è la lista del Paese, in grado di difendere i suoi interessi in Europa e nel mondo. Siamo la lista che è in grado di porre al cuore dell’agenda la crisi sociale dell’Italia, ridando potere d’acquisto alle famiglie, tagliando il cuneo fiscale a partire dai redditi più bassi con una mensilità in più alla fine dell’anno».

Cos’altro vi divide dal centrodestra?

«La difesa e il rilancio di beni pubblici fondamentali come scuola e sanità. Sulla sanità noi difendiamo il servizio sanitario universale, il diritto ad essere curati sempre indipendente dalle condizioni economiche. La destra nel mondo guarda a un modello basato su assicurazioni e carta di credito».

18 agosto 2022 (modifica il 18 agosto 2022 | 07:18)

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, 2022-08-18 05:28:00, Roberto Speranza, classe 1979, ex esponente del Pd e ministro della Salute durante la pandemia di Covid, è il segretario di Articolo uno dal 2019 ed è deputato dal 2013: «La destra cerca i voti dai no vax?», Marco Galluzzo

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