Speranza, sentimento intenso per non sparire (e non sparare)

Questa una parola che si coltiva, come una buona pianta alla quale viene naturale affidarsi e pu dare frutti generosi. Ma la speranza ha anche radici inaspettate, capaci di portarci in territori meno ospitali e sorprendenti.

Primo ingrediente, la fiducia. La speranza un sentimento, su questo non c’ discussione. Rappresenta l’aspettativa verso la realizzazione di quanto noi ci auguriamo. Componente fondamentale della speranza la fiducia, la convinzione che la situazione possa risolversi, che una crisi si risolva, che un incidente possa essere superato. Meta finale della speranza la salvezza, la guarigione da un male, il superamento di un dolore.

Un fiore e una antica devozione. Abbiamo ereditato la speranza dal latino sperantia, a sua volta figlio di spes. E Spes, con la maiuscola, era una divinit romana, personificazione della speranza, raffigurata da una giovane ragazza con un fiore in mano e la veste sollevata sul fianco sinistro. Almeno questo abbiamo saputo dalle tracce che ci sono rimaste.

Una fondamentale virt. Per la dottrina cristiana la speranza una delle tre virt teologali, insieme alla fede e alla carit. Sono le virt che consentono all’uomo di vivere in relazione con la divinit e sono alla base della morale cristiana. A differenza delle virt cardinali (prudenza, giustizia, fortezza, temperanza) le virt teologali non possono essere ottenute dalla semplice volont umana ma sono infuse nell’uomo dalla grazia divina.

Una forza un po’ vaga. Una delle caratteristiche della speranza di essere un sentimento che non ha contorni molto definiti. Spesso non ha bisogno neanche di indicare un obiettivo particolare. Pu essere invocata per qualunque tipo di aspettativa, anche quella pi generale di raggiungere la serenit, di superare un ostacolo fino al raggiungimento di una non meglio precisata felicit. Per contro questo sentimento non ha bisogno di appigli particolari. Si pu coltivare e vivere una speranza semplicemente come massaggio emotivo ai nostri stati d’animo per consentirci di non cadere nel pessimismo.

Una presenza lieve ingombrante. Con queste caratteristiche la speranza, entrata molto presto nella giovanissima lingua italiana, si conquistata uno spazio sempre pi ampio, oltre a una vaga aspirazione al bene e alla felicit. Come segnalano molti vocabolari si pu definire una speranza anche una persona giovane che intraprende con ottimi risultati un’attivit soprattutto sportiva o artistica e fa sperare nella sua completa affermazione (Tullio De Mauro).

Nel linguaggio comune. Cos come sono numerose locuzioni nate intorno a questa parola per aiutarci a definire precise situazioni. Per una persona di belle speranze si prevede un futuro ricco di affermazioni. La speranza di vita l’espressione che viene usata per indicare il numero medio di anni che un individuo pu aspettarsi di vivere (ogni scongiuro ammesso, soprattutto da parte di chi non crede alla scaramanzia). Per contro perdere le speranze ci dice senza mezzi termini che la situazione veramente disperata (parola peraltro composta dal prefisso privativo dis e dal participio sperata). Soprattutto perch a dar retta ai proverbi la speranza l’ultima a morire, o per citare gli antichi Spes, ultima dea con riferimento alla divinit pagana.

A proposito di radici. Colpisce che alla lontana origine della spes concorra una radice spa, guardare avanti, che si insinua in verbi lontanissimi dalla speranza come sparare (prima delle armi da fuoco descriveva il lancio delle armi verso il nemico, come lance e giavellotti) o come sparire (cio sottrarsi alla prospettiva dello sguardo).

Una lingua comune. Da quando le lingue si sono evolute, caratterizzandosi in idiomi molto diversi uno dall’altro, c’ il sogno di un linguaggio comune comprensibile ai quattro angoli del globo. Uno degli esperimenti pi importanti venne tentato tra il 1872 e il 1887 da un medico e linguista polacco, Ludwik Lejzer Zamenhof, che lavor al progetto di una lingua internazionale firmandosi con lo pseudonimo Doktoro esperanto, dottore speranzoso. Per questo quella lingua universalmente nota come Esperanto.

Una confessione. A questo punto l’autore di questa rubrica vi deve una confessione. Da quando collaboro con un disegnatore raffinato come Doriano Solinas, che illumina le mie parole col suo tratto inimitabile, consuetudine che io mi consulti con lui sulle parole che mi accingo ad affrontare. Cos stato anche questa volta: volevo sfruttare l’occasione per parlare del libro Non sparate sulla scuola – Tutto quello che non vi dicono sull’istruzione in Italia, scritto da due preziose giornaliste, Gianna Fregonara e Orsola Riva, pubblicato da Solferino. Nell’impeto di chiedere a Doriano un disegno sul verbo sparare, la tastiera del mio computer ha scritto sperare, e me ne sono accorto quando mi arrivato il bellissimo disegno che la illustra.

Un auspicio. Ho subito pensato che era veramente l’occasione per parlare di speranza, visto quello che succede. E che era una parola adatta per accompagnare proprio il libro che vi voglio consigliare (e se non vi fidate di me leggete la bella recensione che gli ha dedicato Aldo Cazzullo). Gianna Fregonara e Orsola Riva non ci accompagnano solo nell’esame puntuale e documentato della scuola immobile, o nell’inutile nostalgia verso una scuola migliore che non mai esistita. Ci ricordano che nessuno va lasciato per strada. Lo sostenevano Gianni Rodari e Mario Lodi, lo ripeteva Don Lorenzo Milani che ha rivoluzionato il concetto di scuola da un casolare cadente nel disperso borgo di Barbiana. Insomma, Gianna Fregonara e Orsola Riva hanno scritto un libro d’amore e di speranza per la scuola (sperare, altro che sparare). Richiamando tutti non solo a parole, sull’importanza di investire sull’istruzione e sul capitale umano. Perch come sosteneva gi Benjamin Franklin nessun altro investimento paga migliori interessi.

Post scriptum: Caro Doriano, prepariamo un disegno sulla parola refuso. Presto ci sar utile.

24 ottobre 2023 (modifica il 24 ottobre 2023 | 19:18)

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, L’articolo originale è stato pubblicato da, https://www.corriere.it/scuola/23_ottobre_24/speranza-sentimento-intenso-non-sparire-non-sparare-405f5e7c-7273-11ee-a352-bdb9090063b6.shtml, , https://rss.app/feeds/0kOk1fn8PPcBHYnU.xml, Paolo Fallai,

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