Il dipartimento per l’Innovazione del governo sta sviluppando una nuova app per l’identità digitale nazionale, che verrà lanciata sotto il nome di Spid e Cie.
Questo progetto è in linea con le priorità del Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr), che mira a diffondere l’utilizzo dell’identità digitale in tutto il paese, con l’obiettivo di raggiungere il 70% della popolazione entro il 2026. La nuova app combinerà i servizi identificativi esistenti in un’unica soluzione per semplificare la gestione dell’identità digitale.
La Commissione europea sta promuovendo l’adozione di un’identità digitale comune, per la quale è necessario un sistema di archiviazione delle informazioni personali. Pertanto, l’esecutivo potrebbe essere prossimo a lanciare una gara per la creazione di questa app. Tuttavia, c’è il rischio che questa app diventi un duplicato di quella europea, dato che Bruxelles ha già preso iniziative in tal senso.
Come spiegato dall’Agenzia per l’Italia Digitale (Agid), tutte le amministrazioni pubbliche sono tenute ad integrare nei loro sistemi informatici sia Spid che Cie come sistemi di identità digitale univoci per l’accesso ai servizi digitali, abbandonando le vecchie credenziali.
Il governo, intanto, è preoccupato per la scadenza del 23 aprile, data in cui termineranno i contratti dello Stato con i gestori dell’identità digitale. Recentemente, il direttore generale di Agid, Francesco Paorici, ha incontrato le aziende coinvolte e ha discusso delle loro richieste per estendere il funzionamento del sistema fino al 30 giugno.
Questo senza considerare le preoccupazioni dei cittadini soddisfatti del servizio attuale, che potrebbero essere scettici riguardo all’idea di una migrazione. Molti di loro potrebbero trovare il sistema della carta di identità elettronica più complesso da utilizzare, poiché richiede il possesso del documento fisico e, in alcuni casi, un dispositivo abilitato alla lettura. Questo è confermato da una recente indagine condotta da La Repubblica, che ha mostrato che gli utenti di Spid (che sono circa gli stessi di Cie) utilizzano il primo strumento 50 volte più frequentemente della carta di identità elettronica per accedere ai servizi online.
Leggi anche
SPID, ipotesi addio dopo aprile 2023: serve accordo fra gestori dei servizi e il Governo
, , https://www.orizzontescuola.it/feed/,