di Arianna Ravelli
Il sindaco di Milano Sala aveva ricordato che «un conto è la burocrazia, un conto è che ci sono delle leggi da rispettare». Il presidente del Milan: «Seguiamo le norme, portiamo avanti i due progetti»
San Siro o Sesto San Giovanni alla fine sarà una questione di tempo. La scelta del nuovo stadio di Milan (e, forse) Inter (perché ciascuno potrebbe alla fine andare a vivere per conto suo) sarà presa soprattutto pensando alla variante tempo. «Per noi il tempo è un valore — spiega il presidente del Milan Paolo Scaroni —. Abbiamo una tale urgenza di avere una struttura adeguata alle nostre ambizioni per cui il primo progetto che diventa fattibile sarà quello che ci attira di più. Parlo un attimo solo per il Milan: abbiamo vinto lo scudetto, abbiamo sistemato i conti, abbiamo intrapreso un percorso virtuoso e in questo lo stadio è un tassello fondamentale».
Ma a che punto siamo? Al momento nulla è stato ancora deciso. Non ci sono stati incontri diretti con il sindaco di Sesto, ma interlocuzioni con la Hines proprietaria del terreno sì e uomini di RedBird sono andati a studiare l’area (come già erano andati, nei mesi scorsi, a vedere una partita a San Siro del tutto in incognito). Sesto è diventata una possibilità concreta, e da un po’, anche se per il momento da perseguire in parallelo con San Siro. Il presidente Scaroni fa un po’ il punto della situazione. In giornata si era anche già pronunciato il sindaco di Milano Beppe Sala: «Ho chiesto alla squadre di avere conferma delle loro intenzioni perché noi i nostri passi li abbiamo fatti. Abbiamo scelto il coordinatore del dibattito pubblico. Scaroni non è svizzero, è italiano, conosce il sistema, può anche sorprendersi, ma rimane il fatto che un conto è la burocrazia, un altro è che le regole e le leggi vanno rispettate. Questo è quello che voglio fare io ribadendo la mia volontà che Milan e Inter rimangano a Milano».
Le parole di Scaroni possono essere anche una replica indiretta al sindaco, senza polemiche, con qualche precisazione: «Da anni perseguiamo il progetto di San Siro, è sempre stata la nostra prima scelta. L’abbiamo perseguita con caparbietà, investendo anche molto denaro, consci che un progetto di questa dimensione e in quella zona della città richiede un certo iter autorizzativo che ha tempi e modalità particolari, alcune delle quali non immaginavamo per la verità o pensavamo che potessero essere superate, però è chiaro che se ci sono norme vanno seguite. Nessuna sorpresa da questo punto di vista». Quindi avanti con l’iter per San Siro: «Noi e l’Inter continuiamo con quel progetto e il nostro team ha incontrato proprio ieri il coordinatore del dibattito pubblico: abbiamo preso una società di consulenza che ci aiuta a prepararlo. Speriamo di concludere il dibattito pubblico, poi ci saranno i ricorsi al Tar: se tutto va bene entro fine anno potremmo avere concluso questa fase».
Però contemporaneamente l’ipotesi Sesto si fa più concreta e l’impressione è che il Milan potrebbe percorrerla da solo, senza l’Inter. C’è peraltro un consulente Giuseppe Bonomi, ex ad di MilanoSesto che quell’area la conosce benissimo «Sì stiamo guardando l’ipotesi Sesto, adesso ci sono anche le elezioni e vedremo come andranno. Su questo ribadisco: abbiamo una tale urgenza di una struttura che il progetto che farà prima sarà il preferito. Per Sesto stiamo parlando di un terreno di proprietà privata che rende le cose più semplici, ma è chiaro che siamo più indietro con l’intero progetto». A questo proposito il disegno di Foster svelato dal Corriere «fa parte — dice Scaroni — del master plan fatto dall’architetto Norman Foster che in quell’area aveva immaginato un piccolo Wembley. Ma vedremo, non abbiamo ancora deciso: noi siamo legati a Populous, poi abbiamo un nuovo azionista, Cardinale, che è un super esperto di stadi e quindi dirà la sua».
7 giugno 2022 (modifica il 7 giugno 2022 | 19:34)
© RIPRODUZIONE RISERVATA
, 2022-06-07 20:16:00, Il sindaco di Milano Sala aveva ricordato che «un conto è la burocrazia, un conto è che ci sono delle leggi da rispettare». Il presidente del Milan: «Seguiamo le norme, portiamo avanti i due progetti», Arianna Ravelli