Lo scorso 16 gennaio il capo del dipartimento per il sistema educativo di istruzione e formazione, Stefano Versari, ha annunciato ufficialmente di essere in procinto di lasciare il suo ruolo. Al suo posto voci di corridoio parlano di un possibile ritorno di Carmela Palumbo, ma non c’è ancora ufficialità. L’uscita di Versari pare sia stata concordata con il ministro Giuseppe Valditara, in un clima di serena collaborazione. Nel ringraziare collaboratori e colleghi, ha parlato di “una esperienza intensa e coinvolgente, anche dal punto di vista personale”. E ha scritto una lettera di cui riportiamo qualche passo.
“Questo tempo mi ha portato insegnamenti e gioie, preoccupazioni e ansie (e molto altro ancora). Nelle diverse fasi della mia vita professionale ho avuto costante conferma che ciò che più conta non è ciò che accade, ma ciò che siamo capaci di trarre dagli accadimenti e di cui fare tesoro. In questa esperienza ho sperimentato ancora una volta la grande complessità del volgere l’agire amministrativo al servizio della realtà scolastica, a sua utilità”, ha scritto si legge in una lettera. “Nonostante le migliori volontà, l’Amministrazione e le istituzioni scolastiche paiono talora appartenere ad universi paralleli. Non semplice ricucire le distanze ed affrontare i rischi mutevoli del mondo dell’educazione. Auguro a chi mi sostituirà di avere il tempo per agire in questo senso. La volontà e la competenza certamente non mancano”.
“Un’altra consapevolezza, confermata dall’esperienza, riguarda l’urgenza che la scuola sia sempre più luogo di costruzione di senso per gli alunni che la frequentano. Per questo è necessario sfuggire la paura del rischio insito nel ‘fare educativo’ e con ciò la tentazione di non assumere responsabilità. Rischio e responsabilità personali sono indissolubili fra loro e caratterizzano l’adultità, la ‘vita attiva’”.
“Il nostro tempo è contraddistinto da orizzonti mutevoli in cui è difficile distinguere fra realtà e irrealtà. È necessario offrire ai nostri giovani – e non solo – un orizzonte sicuro, un faro per i naviganti (non si parla forse di ‘navigazione’ con riferimento a internet?). Per farlo la Scuola deve curare la fiducia in sé stessa, dotarsi di strumenti adeguati e di competenze specifiche. Forse il pulviscolo di discipline, orari frantumati, un certo smarrimento del senso specifico e generale del sistema educativo di istruzione, dell’educare insegnando, costituiscono una condizione in cui ci siamo un poco ‘avvitati’”.
“Mi fermo, anche se sono ancora molti i pensieri che si affastellano a conclusione di questa importante stagione professionale. Ora tornerò al mio lavoro di Direttore Generale e continuerò ad impegnarmi per la Scuola, insieme a voi, per fare tutto ciò che posso”, ha concluso Versari.
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