Su Tempi c’è spazio per la riflessione di Luisa Ribolzi, già docente ordinario di sociologia dell’educazione presso la Facoltà di Scienze della formazione dell’università di Genova.
Sul tema degli stipendi differenziati, Ribolzi dà ragione al ministro Valditara: “Differenziare la retribuzione degli insegnanti è un provvedimento che considero necessario. Il fatto che siano pagati tutti allo stesso modo non è solo un’ingiustizia, è un’assurdità: uno dei principali problemi del nostro sistema consiste proprio nella difficoltà di attirare nella scuola insegnanti preparati e appassionati, e che non abbiano scelto di insegnare per ripiego o spirito di adattamento, e una delle condizioni è che siano retribuiti in base al lavoro che fanno”.
Poi aggiunge: “Sulla motivazione dei neolaureati pesano le troppe incertezze legate al percorso professionale, troppa burocrazia, troppe e continue riforme ma anche l’impossibilità di modificare la propria retribuzione in base a materie, condizioni di lavoro, funzioni. Più che di essere pagati poco, gli insegnanti si lamentano di ricevere tutti lo stesso stipendio. La domanda quindi è: chi dovrebbe essere pagato di più?”