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L’economista e senatore Pd Carlo Cottarelli ritiene giusto dare ai docenti del Nord uno stipendio maggiorato perché devono affrontare delle spese aggiuntive non indifferenti. “L’idea di dare un’indennità aggiuntiva a chi insegna in certe zone per coprire il maggior costo della vita – dice Cottarelli a Libero – non significa reintrodurre le gabbie salariali. La proposta non toglie niente a nessuno, viene incontro alle difficoltà di chi si sposta dal Sud per coprire i buchi d’organico delle scuole settentrionali, dovuti appunto al maggior costo della vita. Bisogna stare attenti alla demagogia e all’idealismo”.
L’ex responsabile del Fondo monetario internazionale, e poi anche della spending review italiana meno di dieci anni fa, è sembrato schierarsi quindi non molto lontano rispetto alla proposta del ministro Giuseppe Valditara. Anche se poi, a ben vedere, lo stesso numero uno del dicastero bianco qualche settimana fa, al Forum di Gedi, specificò che a sua avviso “il contratto nazionale non verrà toccato” insistendo invece sulla “richiesta delle regioni di consentire una maggiore equità laddove il costo della vita sia molto più alto”.
Valditara aggiunse che “questa è la vera sfida: capire come fare per far sì che il lavoratore che si trova ad avere un costo della vita più alto in un determinato territorio – ovunque si trovi, al nord, al centro, al sud questo è poco rilevante – non vada ad avere uno stipendio che nei fatti è molto più basso rispetto al collega che invece si trova in un’area” diversa.
La richiesta di spiegazioni dei grillini
Fatto sta che contro la presa di posizione di Cottarelli si sono schierati apertamente Anna Laura Orrico e Luca Pirondini, capigruppo del M5s in commissione Istruzione alla Camera e al Senato: la posizione del “senatore dem Carlo Cottarelli” viene contestata “radicalmente, perché emblema di un sistema scolastico fondato sulle disuguaglianze del tutto antitetico alla missione inclusiva e democratica della scuola pubblica”.
“Dicano dal PD se sono d’accordo con Cottarelli o se non sia il caso invece di prendere le distanze dalle sue parole”, concludono i due senatori pentastellati.
Le precisazioni del Pd
E la risposta del Partito democratico non ha tardato ad arrivare. “Personalmente – ha spiegato Simona Malpezzi, presidente dei senatori del Pd – ho grande rispetto del senatore Cottarelli che è personalità indipendente iscritta al nostro gruppo. Ma quella che esprime (e che ha sempre espresso nel corso degli anni e che quindi non è una novità) non è la posizione del Pd che è nota ed è stata ribadita più volte: la proposta di Valditara è per noi è sbagliata”.
Malpezzi ha quindi invitato “i colleghi cinque stelle alla battaglia comune contro le destre al governo, partendo proprio dal tema dell’istruzione”.
Sulla stessa lunghezza d’onda si è espressa Irene Manzi, capogruppo Pd in commissione istruzione alla Camera: “La posizione del Pd sulla proposta Valditara per introdurre stipendi differenziati tra gli insegnanti è chiara e netta. Abbiamo espresso da subito la nostra totale contrarietà che è anche agli atti parlamentari e nelle dichiarazioni. Tuttavia, siamo abituati a rispettare ogni opinione all’interno del nostro partito come quella che ha espresso il senatore indipendente, Carlo Cottarelli”.
Anche la ‘stoccata’ di Manzi agli alleati grillini è netta: “Penso che in questa fase le forze di opposizione, invece di fare sterile polemica tra loro, dovrebbero concentrarsi esclusivamente contro la destra di governo che taglia risorse alla scuola e prova- con l’autonomia differenziata- a spaccare il Paese”, ha concluso la dem marchigiana.
Tutto il Partito democratico sul tema sembra avere le idee chiare. Giusto ieri sera, nel salotto di Fabio Fazio su Rai 3, la nuova leader del Pd Elly Schlein aveva tenuto a dire che “dovremo sì pagare meglio gli insegnanti, tutte e tutti. Siamo il paese che li paga meno in Europa. E ridare loro dignità sociale”.
Le parole di Carlo Cottarelli non sembrano comunque del tutto inappropriate. Subito dopo l’esito delle primarie del Pd, che hanno spostato la guida dei dem molto a sinistra, aveva scritto su Twitter: “E ora che faccio? Mi adeguo? CottarElly?”. Evidentemente, ha deciso di non adeguarsi.
Quello che invece fa pensare è l’immediata denuncia delle parole di Cottarelli, su Libero, da parte del Movimento 5 stelle: il monito è arrivato ad appena quarantott’ore di distanza dall’avvicinamento che Pd e M5s hanno pubblicamente prodotto a Firenze, in occasione della manifestazione anti-fascista.
“Se noi ci troviamo qui con il segretario del Pd – ha detto Giuseppe Conte – vuol dire che su partite concrete noi ci siamo, che riguardano tutti, non solo le forze progressiste, siamo in piazza per difendere principi costituzionali, il problema non è il primato e le leadership della sinistra: a noi interessa come M5s lavorare per rafforzare l’azione politica di forze progressiste. Se col nuovo vertice del Pd questo dialogo rafforzerà questo orizzonte ben venga per tutta l’Italia”.
I fatti, però, stanno dimostrando che l’alleanza Pd-M5s, per rilanciare la scuola e non solo, è ancora lontano dal compiersi: una circostanza che avevamo ipotizzato: condividere “i soliti slogan elettorali (stipendi europei, stop alle classi pollaio e al precariato)” ed “essere uniti ‘contro’ qualcosa è sempre molto facile, mentre è molto difficile (alle volte persino impossibile) stare insieme per un programma comune”.
Se è vero che l’economista Carlo Cottarelli è uscito allo scoperto sugli stipendi differenziati parlando a titolo personale, che motivo c’era, da parte del M5s, di tirare per “giacca” tutto il Partito Democratico?
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