Strage in Texas, la polizia ammette: «Abbiamo aspettato troppo»

di Giuseppe Sarcina

Il responsabile per la sicurezza dello Stato: «È stata una decisione sbagliata». Il killer ha cominciato a sparare alle 11,33, due minuti dopo 7 agenti sono nel corridoio ma non intervengono

DAL NOSTRO INVIATO
HOUSTON (Texas) – Il colonnello Steven McCraw è il direttore della Pubblica sicurezza del Texas. La massima autorità di polizia dello Stato. Si presenta a Uvalde e la sua conferenza stampa, trasmessa in diretta tv, stordisce l’America: «La polizia non è intervenuta subito, durante la sparatoria. È stata una decisione sbagliata». Le domande dei reporter sono affilate, perché intanto la ricostruzione della strage nella Robb Elementary School, è sempre più precisa. McCraw è visibilmente provato: «Penso alle famiglie delle vittime. Se servisse a qualcosa, chiederei scusa».

Così l’intera nazione passa da un trauma all’altro. Da una parte le ricerche sui social fanno luce sulla personalità disturbata di Salvador Ramos, un diciottenne alla deriva. Aveva lasciato la scuola, era in rotta con la madre, si era sistemato dalla nonna. Lavorava saltuariamente in un fast food e, soprattutto, era ossessionato dalle armi. Dall’altra la scuola elementare di Uvalde, una cittadina nel Texas più profondo, non lontana dal confine messicano. Atmosfera di festa, a due giorni dalle vacanze. E poi gli agenti di polizia, incerti, incredibilmente maldestri e forse anche passibili di incriminazione, se gli elementi raccolti finora saranno confermati dagli inquirenti. C’è un precedente: il 14 febbraio 2018 l’agente di guardia, Scot Peterson, tardò a intervenire mentre si sparava all’interno di un liceo di Parkland. Il poliziotto fu arrestato ed è ancora sotto processo.

La sequenza degli eventi comincia con un video girato alle 11.28 di martedì 24 maggio. Si vede un insegnante uscire e lasciare aperta la porta posteriore dell’edificio. Un minuto dopo il pick-up di Ramos finisce nel fosso che delimita la strada e alle 11.30 il 911, il numero di emergenza, riceve la prima chiamata: venite, c’è un tizio armato di fucile. Ancora giovedì, Daniel Rodriguez, capo del Dipartimento della polizia di Uvalde, aveva diffuso una nota in cui sosteneva che «gli agenti erano intervenuti in pochi minuti». Vero, ma il punto è che non hanno neanche provato a fermare l’assassino, come ha spiegato il colonnello McCraw. Ramos penetra indisturbato nella palazzina incustodita. Comincia a sparare alle 11.33, in due aule. Alle 11.35 sette agenti, compreso il vice sceriffo, prendono posizione in un corridoio, ma non agiscono. Passa una mezz’ora cruciale. Il giovane killer spara nel mucchio con un fucile semi-automatico. Alla fine si conteranno almeno 100 proiettili. Alle 12.03 nella scuola si trovano 19 tutori dell’ordine: aiutano gli studenti e gli insegnanti a fuggire, ma nessuno ancora affronta Salvador, nonostante il 911 sia ormai tempestato di telefonate. Sono gli insegnanti barricati nelle aule, oppure alcuni bambini straordinariamente lucidi. A quel punto, probabilmente, Ramos ha già compiuto la carneficina: 19 scolari e scolare, due docenti.

Ma le autorità continuano tragicamente a sbagliare. Alle 12.15 sopraggiunge la squadra speciale dei Border Patrol, la guardia di frontiera. Pronti a fare irruzione nella stanza dove si è nascosto l’assalitore. Ma il comandante della polizia di Uvalde, cioè Daniel Rodriguez, li ferma. Per quale motivo? «Lo dobbiamo ancora accertare — ha risposto ancora McCraw — probabilmente pensava che non ci fosse più pericolo per i bambini e che si potesse catturare il killer. È stata una decisione sbagliata». Solo alle 12.50 il team degli specialisti sfonda la porta e uccide Salvador Ramos.

27 maggio 2022 (modifica il 27 maggio 2022 | 23:31)

© RIPRODUZIONE RISERVATA

, 2022-05-27 21:45:00, Il responsabile per la sicurezza dello Stato: «È stata una decisione sbagliata». Il killer ha cominciato a sparare alle 11,33, due minuti dopo 7 agenti sono nel corridoio ma non intervengono , Giuseppe Sarcina

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

Exit mobile version