La stranezza di Servillo-Pirandello e i becchini Ficarra & Picone, la Palma d’oro di Cannes, l’abisso di Donato Carrisi, Javier Bardem canta con il coccodrillo, Mel Gibson star alla radio: i film nei cinema, su Sky, Netflix, Prime e le altre piattaforme

«Avverto in me una stranizza, una stranezza che è diventata un’ossessione e che non so dove mi porterà». I fantasmi, le inquietudini, gli incubi di Luigi Pirandello (Toni Servillo) bussano nella sua testa, entrano in una lettera al figlio, nel momento forse più duro della sua avventura creativa, e diventano un elemento del dialogo (immaginato) del futuro premio Nobel con l’ottantenne Giovanni Verga (Renato Carpentieri). La stranizza in siciliano è un malessere, un disagio. Per Pirandello è il tormento che precedette la messinscena dei Sei personaggi in cerca d’autore, l’opera che meglio di tutte ne definisce il pensiero: il teatro irrompe nella vita e la vita, patapum, fa irruzione nel teatro.
Tutto cambia. La realtà tempestosa, rissosa, chiassosa chiede spazio all’illusione. La commedia si avvicina al dramma, diventa farsa e subito dopo tragedia, in bilico tra cultura popolare e rappresentazione colta. Gli attori vanno e vengono dal palcoscenico. Interagiscono con il pubblico. Che si porta dietro i suoi problemi, lascia la platea, s’infuria, contesta, fischia. «E anche noi abbiamo fatto la nostra parte», dicono i due teatranti venuti dalla Sicilia.
È il pandemonio che succede nei due momenti speculari di La stranezza, il film di Roberto Andò presentato alla Festa del cinema di Roma, sceneggiato dallo stesso Andò insieme a Ugo Chiti e Massimo Gaudioso, prodotto da Attilio De Razza e Angelo Barbagallo con Rai Cinema e Medusa e in collaborazione con Prime Video, che rievoca la prima dei Sei personaggi al Teatro Valle di Roma il 9 maggio del 1921. Fu un fiasco totale, con scontro fisico tra ammiratori e detrattori. Il Padre (Fausto Russo Alesi) e la Madre (Galatea Ranzi) si disperano. Il Capocomico (Luigi Lo Cascio) fatica a governare la contestazione al grido di «Manicomio!». Eppure, quella commedia così ostica e così avanti per i tempi segnò tutta la produzione del maestro.
Nella Stranezza incontriamo dunque un Pirandello poco più che cinquantenne e già famoso che arriva da Roma nella sua Girgenti, Agrigento. Siamo nel settembre del 1920, il drammaturgo più celebre d’Italia fa visita a Verga che lo mette in guardia: «Attento Luigi, tu hai messo una bomba sotto l’edificio che noi abbiamo costruito, ti sei messo a camminare su una strada piena di pericoli». Andò racconta: «Il film nella mia testa è nato con quella scena. L’incontro è reale. Mi sono sempre chiesto: che cosa si sono detti il creatore del Verismo letterario e il premio Nobel del 1934?». Prima di incontrare Verga, però, Pirandello, oppresso dalla visione della moglie pazza (Donatella Finocchiaro), deve fare i conti con la morte della balia che lo allevò e tracciò i confini della sua immaginazione: da lei prese spunto per La favola del figlio cambiato.
Vuole organizzare in fretta il funerale e per questo si affida a due becchini-giullari, Onofrio e Bastiano (Salvo Ficarra e Valentino Picone), che stanno mettendo in scena una farsa, La trincea del rimorso, ovvero Cicciareddu e Pietruzzo e non s’accorgono di avere di fronte il titolato drammaturgo. Lei di che cosa si occupa?». «Insegno letteratura». Sono uomini onesti che dialogano ogni giorno con la morte e poi sanno riderne. Al cimitero non c’è spazio. Il funzionario promette di sveltire la pratica se avrà il «giusto riconoscimento» alla sua fatica.
Il terzetto attraversa archivi comunali che sembrano un girone dantesco. Il funerale si farà, la salma avrà la sua tomba al cimitero, Onofrio e Bastiano litigheranno per la sorella del primo, Pirandello troverà la sua ispirazione e Sei personaggi andrà in scena con l’esito che sappiamo. Vedendo il film sembra che si sia creata nel cast una chimica particolare. Andò spiega che si tratta della convinzione con cui i tre attori principali, pur appartenendo a mondi diversi, hanno aderito al progetto: «Servillo ha più volte recitato testi di Pirandello e ne conosce molto bene la poetica, mentre Ficarra e Picone rappresentano l’anima siciliana. Con grazia e capacità filosofica».

LA STRANEZZA di Roberto Andò
(Italia, 2022, durata 103’)

con Toni Servillo, Salvatore Ficarra, Valentino Picone, Renato Carpentieri, Donatella Finocchiaro, Luigi Lo Cascio, Galatea Ranzi, Tuccio Musumeci, Fausto Russo Alesi
Giudizio: *** 3/4 su 5
Nelle sale

29 ottobre 2022 | 07:51

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