di Giulio De Santis
I carabinieri stanno svolgendo accertamenti sulle notizie in possesso di un giovane che aveva partecipato alla festa a Primavalle che già sapeva di due suoi amici sotto inchiesta. Consigliava anche gli altri ragazzi a cancellare tutte le chat dai telefonini
Una talpa in procura avrebbe informato dello sviluppo delle indagini gli indagati accusati di aver stuprato Sara (nome di fantasia) il 1 gennaio del 2021 durante una festa a Primavalle. A ipotizzarlo i carabinieri, che nell’informativa finale scrivono: «Giuseppe (nome inventato), all’epoca ancora non indagato, per il tramite di terze persone può aver acquisito dell’esistenza di soli due indagati attraverso un accesso abusivo al sistema informatico della Procura». L’ipotesi è ventilata dagli inquirenti dopo che l’11 febbraio Giuseppe confida in una conversazione telefonica alla madre di essere estraneo all’indagine: «Sto con mì cugino, cioè sto con Marco, sto a parla con una persona, e gli hanno detto, guarda gli indagati dello stupro so due. E io, il mio nome non c’è». Con chi sta parlando Giuseppe per essere così sicuro di non essere (ancora) indagato?
I carabinieri, nell’informativa, sottolineano che l’informazione è esatta perché in quella data gli unici iscritti sono due: Patrizio Ranieri, per cui è stato chiesto il giudizio immediato, e Claudio Nardinocchi (la cui posizione si è ridimensionata nello sviluppo dell’inchiesta). Per l’altro indagato maggiorenne, Flavio Ralli, difeso dall’avvocato Fabrizio Gallo, la procura ancora non ha deciso se chiederne, o meno, il processo.
La sicurezza mostrata da Giuseppe – lo stesso che minaccia di vendicarsi sui figli dei carabinieri «se mi accollano lo stupro» – solleva negli inquirenti il sospetto dell’esistenza di una talpa. Questo stralcio d’intercettazione impone di leggere sotto una luce inquietante i dialoghi avuti da Giuseppe durante le indagini: è il 6 febbraio del 2021 quando il ragazzo telefona a Nardinocchi per impartirgli un ordine in vista dell’interrogatorio: «Cancella tutto, da whatsapp, da instagram, pure il numero mio dalla rubrica». Ancora più illuminante è la telefonata del 3 febbraio dove Giuseppe fornisce a Claudio una spiegazione sull’origine dell’inchiesta: «È partito tutto da quando hanno cioccato le chat di uno di noi (di cui fa il nome)».
Come fa Giuseppe a essere così preciso? Qualcuno lo ha avvisato? Sempre in questa stessa telefonata, per mettere sul chi va là Claudio, chiarisce lui cosa sta facendo per allontanare i sospetti dagli inquirenti: «Io, calcola fratè, ho levato le chat con tutti, ho il telefono nuovo tra qualche giorno. Tutto me se leva». Infine dice: «Vonnò capi se semò tutti dello stesso gruppo, noi maschi». Gli hanno spiegato a dove mirano gli inquirenti? Alla fine anche Giuseppe finisce indagato perché avrebbe stuprato Sara nel bagno insieme a Ranieri e a Luca (nome di fantasia), minorenne.
La deposizione di un partecipante alla festa intanto allunga dubbi sull’inconsapevolezza degli indagati sulla volontà di Sara avere rapporti: «Sara era come uno zombie. Il mio amico Ranieri, durante la festa, mi ha detto che Sara non voleva avere rapporti con Luca (nome inventato, l’altro minorenne indagato). Hanno discusso».
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24 luglio 2022 (modifica il 24 luglio 2022 | 11:28)
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