Sud&Nord, il Pnrr può «ricucire» l’Italia. Ma non basterà: ecco perché

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di Alessandra Puato03 lug 2022

Torna d’attualità la questione meridionale, che dall’elenco dei problemi dell’Italia non è mai uscita. Con i finanziamenti previsti dal Piano nazionale di ripresa e resilienza arrivano risorse, ma i progetti vanno attuati entro il 2026. Bisogna fare in fretta e, soprattutto, individuare come e quanto integrare l’aiuto pubblico con gli investimenti privati. Perché il Pnrr, da solo, non basta. Serve una strategia in chiave europea.

«Senza una ripresa del Sud l’Italia non ce la farà a riprendere un cammino stabile di crescita — scrive Ferruccio de Bortoli, che affronta il tema sull’Economia del Corriere della Sera, in edicola domani gratis con il quotidiano, citando l’ex presidente di Confindustria Antonio D’Amato —. E in un’Europa sull’orlo della deindustrializzazione il nostro Mezzogiorno rischia di essere un’occasione perduta anche per l’Unione».

Ferruccio de Bortoli sottolinea i rischi di un atteggiamento «di attesa quasi messianica di maggiore spesa pubblica in chiave risarcitoria dei torti» dei rappresentanti delle Regioni nei confronti del Recovery plan. E il pericolo che cambi poco se l’approccio attivo non scatta. «Forse con le risorse europee, e non solo, si colmerà un ritardo storico alle infrastrutture e ai collegamenti, ma senza idee, propositi, serietà progettuale non si andrà da nessuna parte». Niente incentivi distorsivi, insomma, ma «vanno create le condizioni perché sia conveniente per il capitale privato e per gli investimenti esteri investire al Sud». Che peraltro «già produce il 50% dell’energia pulita italiana».

Intanto dall’altra parte dello stivale si prepara la battaglia per l’elezione del presidente della regione Lombardia. La cui economia strutturale è solida e vitale, dice un’analisi della Banca d’Italia riportata dal settimanale. Le imprese hanno accelerato, hanno saputo orientarsi al digitale e usare le fonti rinnovabili. Diversa è la mappa politica però, che riflette aree profondamente diverse. Difficile una gestione omogenea.

Restando al Nord, la copertina è dedicata a Francesco Milleri, definito il Delfino di Leonardo Del Vecchio. È opinione comune che il nuovo presidente di Essilor Luxottica si muoverà nel solco del fondatore del gruppo di Agordo. Forse anche su Mediobanca e Generali, ma ovviamente nulla è scontato.

I fratelli Squinzi

Tra i personaggi della settimana ci sono i fratelli Squinzi, Veronica e Marco. Guidano insieme la Mapei, gigante dei prodotti chimici per l’edilizia. Hanno chiuso un bilancio record e vogliono crescere senza soci, con un mantra: pazienza e investimenti.

Fra gli altri protagonisti c’è Carly Fiorina, ex ceo di Hp: dice che i manager bravi sono quelli che scoprono i talenti. E c’è Sanda Ojiambo, ceo del Global compact Onu, il patto delle Nazioni unite per coinvolgere le imprese nell’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile. «Vogliamo crescere dall’Italia agli Usa», dice.

Nella finanza, Mediolanum lancia il termometro Esg per misurare la sostenibilità del rapporto del cliente con la banca dal conto corrente alle polizze. Nella sezione Risparmio, le blue chip che distribuiscono i dividendi più alti, sopra la media Ftse Mib (5%).

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, 2022-07-03 20:14:00, L’analisi di Ferruccio de Bortoli sugli investimenti che dovremmo fare per colmare il dovario, Alessandra Puato

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