Superenalotto: 250 milioni il jackpot dei record. Chance di vincere? Una su 622 milioni

di Roberta Scorranese

Caccia al 6 più ricco di sempre. Il matematico Natalini del Cnr avverte: «È più probabile l’arrivo di un asteroide». Spesi 1,5 miliardi, in aumento del 36 per cento

È più facile «che un asteroide colpisca la Terra che uno di noi azzecchi il 6 al Superenalotto». Lo dice Roberto Natalini, matematico del Cnr, uno che da una vita studia (scientificamente) la più antica delle seduzioni, la probabilità. E se qualcuno ha già notato che nella prossima giocata, oggi, il jackpot ha superato i 250 milioni di euro (per la precisione il 6 varrà 250.400.000 euro), si rilassi e pensi che le possibilità di centrare la sestina sono quasi nulle, qualcosa come 1 su 622.614.630. Parola sempre di Natalini, direttore dell’Istituto per le Applicazioni del Calcolo del Consiglio Nazionale delle Ricerche.

La corsa alle combinazioni e l’aumento delle giocate

Eppure la corsa alle combinazioni non si ferma, nemmeno se pensiamo che il montepremi sale proprio perché vincere è molto raro. «Il punto — continua Natalini — che la rarità di una vincita è quasi incalcolabile. Così come fanno sorridere certe teorie come quelle dei numeri ritardatari», vale a dire la scelta di puntare su numeri che non escono da molto tempo. Per Natalini è una teoria assurda, perché «un numero non ha memoria e potrebbe non uscire per anni». Concreta è, invece, la somma che molti puntano ogni settimana. Una contraddizione? Certo, ma come insegnano le scienze comportamentali, il territorio nel quale ci muoviamo nel modo più irrazionale è quello dei nostri soldi. E così non è casuale che tra le centinaia di migliaia di italiani che l’anno scorso hanno speso 1,5 miliardi nel Superenalotto (con un aumento del 36 per cento rispetto all’anno precedente, quello della pandemia) ci siano anche disoccupati e anziani con pensioni esili.

Il miraggio dei soldi facili

I soldi sono soltanto un miraggio, ben più forte è la seduzione del tentativo. Lo psicologo israeliano Daniel Kahneman ha parlato del piacere che si prova nel cucire intorno alle proprie vite una bella storia: fantasticare sul premio, provare a immaginare che cosa farne, fa passare in secondo piano il fatto che ogni settimana puntiamo dei soldi. Una vertigine in cui si perdeva un grande scrittore, Tommaso Landolfi (1908-1979): giocava, sì, ma soprattutto inventava personaggi letterari smarriti in una «fortuna meschina» o nella «mala sorte».

La maledizione della vincita

E non è questione di fortuna, perché in tanti casi il jackpot non ne ha portata, anzi. Margaret Loughrey, meglio nota nel Regno Unito come «Maggie Millions», dopo aver vissuto per anni con i sussidi pubblici, aveva vinto il primo premio dell’EuroMillions, oltre 26 milioni di sterline, circa 31 milioni di euro. Non era mai stata ricca e non è riuscita a reinventarsi: l’anno scorso è stata trovata suicida nella sua casa di Belfast. Michael Antonucci, un rigattiere di 58 anni di Plymouth, nel Devon, ha vinto alla lotteria l’equivalente di 4 milioni di euro ma li ha sperperati in affari sbagliati e investimenti faraonici.

La sestina più giocata

Roberto Natalini, infine, sorride quando qualcuno gli dice che la sestina più giocata è 123456. «Le probabilità sono le stesse delle altre, solo che se una sestina viene giocata da tante persone, in caso di vincita il montepremi andrà diviso tra molti. A questo punto, meglio giocare i numeri che ci vengono in sogno».

8 agosto 2022 (modifica il 8 agosto 2022 | 07:20)

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