Supplenze annuali e fino al termine delle attività didattiche, numeri da capogiro e tante polemiche

I numeri assoluti non sono ancora disponibili, ma con gli incarichi e le supplenze da GaE e GPS, si potranno contare almeno 150 mila contratti a tempo determinato a cui aggiungere i tantissimi contratti dalle graduatorie di Istituto. Siamo appena all’inizio della prima convocazione da GaE e GPS, dove l’algoritmo assegnerà un incarico al 31 agosto o al 30 giugno, ma si prevedono altri turni, per le rinunce e gli abbandoni del servizio che gli assegnati potranno effettuare. Già in queste ore si è accesa la polemica, che sembra essere una guerra tra poveri, tra gli incarichi assegnati ai docenti con titolo estero non riconosciuto e quelli che invece il titolo lo hanno conseguito in Italia e anche quelli che pur essendo risultati idonei al concorso straordinario bis, si trovano ancora in II fascia GPS.

Come abbiamo già scritto in un articolo di qualche ora fa, Il Segretario Generale della UIL SCUOLA RUA, Giuseppe D’Aprile ha parlato di una situazione emergenziale delle cattedre vacanti,definendola particolarmente critica in Lombardia, Piemonte e Veneto ma segnalando che il problema è nazionale.
Dai primi dati territoriali, specifica D’Aprile, le immissioni in ruolo non raggiungeranno neanche la copertura del 50% dei posti disponibili (81.000).
Una scuola con oltre 200 mila supplenti è un danno per i precari ma soprattutto per gli alunni. Rischiano di cambiare anche tre docenti all’inizio dell’anno sulla stessa disciplina.

La campanella suonerà con oltre 200 mila supplenti. È un danno per i precari ma soprattutto per gli alunni ai quali non viene garantita la continuità didattica. Questo il commento di Giuseppe D’Aprile in merito alle prime stime giunte alle segreterie territoriali della Uil Scuola Rua riguardo le supplenze del prossimo anno scolastico.

In Lombardia – afferma D’Aprile – nonostante le procedure di immissioni in ruolo, ci saranno oltre 25 mila posti da dare a supplenza. Sempre al nord Italia segnaliamo la situazione del Piemonte e del Veneto, dove si partirà con circa 20 mila supplenti.

D’Aprile parla di un problema nazionale, riferendosi al precariato della scuola, che non si limita al Nord Italia, nel Lazio i supplenti sono circa 12 mila, mentre al Sud prendendo come esempio Sicilia, Campania e Puglia, ci attestiamo rispettivamente a quota 13 mila, 11 mila e 10 mila.

La proposta della UIL Scuola

La UIL Scuola rua aveva proposto al ministro Valditara una soluzione: trasformare tutti i posti vacanti da organico di fatto a organico di diritto. Il tutto, quindi stabilizzando 250 mila precari, costerebbe 180 milioni di euro, circa 715 euro a precario. Questa proposta, afferma il leader della UIL Scuola rappresenterebbe anche un volano di crescita per l’intera economia del paese, ma come al solito la narrazione è diversa dalla realtà.
Sulla scuola – conclude le sue dichiarazioni Giuseppe D’Aprile, non si deve fare cassa, si deve investire. Basta la volontà politica.

L’algoritmo sembra funzionare, ma le polemiche sono tante

Sulla base delle notizie che ci provengono da vari territori sul primo turno di incarichi da GaE e GPS, quest’anno sembra che l’algoritmo funzioni e non abbia creato particolari problematiche. Ci viene segnalato qualche incarico su cattedra completa su una scuola in cui si era richiesto solo lo spezzone senza nessun completamento. Qualche altra disfunzione è risultata sui completamenti di alcuni spezzoni con la specifica territoriale. Ma in linea generale non sembrano esserci situazione di aspiranti scavalcati per errore del sistema. Quindi possiamo affermare che l’algoritmo sembra funzionare. Le polemiche sono arrivate dagli abilitati o specializzati all’estero con titolo non riconosciuto, che sostengono di avere il diritto di essere inseriti a pettine rispetto a chi ha il titolo conseguito in Italia. Polemiche anche per gli aspiranti di II fascia GPS che quest’anno, contrariamente all’anno scolastico passato, sono scavalcati da chi ha il titolo di abilitazione o specializzazione conseguito all’estero e senza il riconoscimento.

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