Tajani ad Ankara: Fermiamo la tratta nel Mediterraneo

di Monica Ricci Sargentini

Il ministro degli Esteri incontra l’omologo turco Cavusoglu e propone una mediazione con l’Egitto per portare la Libia alle elezioni. Polemica sulla delegazione italiana formata solo da uomini

ANKARA Il governo italiano al lavoro per impedire che il Mediterraneo diventi un cimitero dei migranti. Il vicepremier e ministro degli Esteri italiano Antonio Tajani appare soddisfatto dopo l’incontro, di oltre un’ora, con il suo omologo turco Mevlut Cavusoglu. Lo scopo principale del viaggio di ieri ad Ankara era proprio la lotta all’immigrazione clandestina che significa fermare i trafficanti di esseri umani. E su questo – promette il ministro – saremo molto duri e troveremo la cooperazione di diversi Paesi a partire dalla Turchia e altri nell’Ue. I dati Frontex parlano di 330mila attraversamenti irregolari in Europa nel 2022, con un aumento del 64% rispetto al 2016. I migranti arrivano soprattutto dai Balcani ma anche dalla Libia, dalla Tunisia e dalla Turchia.

Sul tema, che un cavallo di battaglia del governo italiano, Ankara si dice pronta a fare la sua parte ma sottolinea che quello dell’immigrazione irregolare un problema globale, un unico Stato da solo non pu superarlo, per questo dobbiamo collaborare e certamente dobbiamo agire nei Paesi di partenza dei flussi e creare anche le condizioni per il ritorno delle persone. Uno di questi la Libia, dilaniata dallo scontro tra Tripoli e Bengasi. L’idea di puntare sulla Turchia ma anche sull’Egitto, dove il ministro si recher presto. Le due nazioni sono ai ferri corti per gli accordi sulle esplorazioni di gas e petrolio firmati da Ankara con il governo di Tripoli ma hanno una forte influenza nel Paese che la Farnesina intende sfruttare. Non un percorso facilissimo ma ce la metteremo tutta ha aggiunto il ministro. Implementeremo e svilupperemo iniziative congiunte, ha ribadito il ministro citando la decisione della Turchia di imporre il visto per i cittadini che provengono dal Bangladesh e che utilizzano anche la Libia per tentare di entrare irregolarmente in Italia. Delle misure concrete da prendere discuteranno la prossima settimana i ministri degli Interni italiano e turco, Matteo Piantedosi e Suleyman Soylu.

Quando parla di far rientrare le persone nei propri Paesi di partenza Cavusoglu si riferisce anche al piano di far rientrare in Siria parte dei quattro milioni di profughi che sono ora in Turchia. D’altra sono settimane che Ankara annuncia un’imminente operazione militare nella Siria settentrionale per creare una zona cuscinetto al confine. A spese delle zone sotto il controllo curdo, in nome della lotta al terrorismo rappresentata dallo Ypg, che per in Siria alleato degli Usa, e dal Pkk. Tajani ha detto di non aver toccato questo tema con Cavusoglu: Noi abbiamo parlato dell’Unhcr non abbiamo parlato di azioni militari. Anche noi vogliamo che gli immigrati irregolari vengano riaccolti nei Paesi da dove partono. Sui regolari abbiamo detto ci sar una quota riservata a quelle nazioni che fanno accordi con noi e si riprendono gli irregolari. Ma qual la posizione dell’Italia nel caso in Ankara decida di portare avanti un intervento armato? Non una questione che riguarda noi, noi siamo contro la guerra, se c’ poi una questione che riguarda uno scontro tra il Pkk, i curdi e la Turchia…. Certo tutte le guerre sono hanno un impatto negativo.

Sia Tajani che Cavusoglu ci hanno tenuto a sottolineare gli ottimi rapport tra Roma e Ankara, anche se quest’ultimo, riferendosi alla guerra in Ucraina, ha invitato l’Italia a sostenerci di pi, certo c’ una politica dell’Ue, ma alcuni Paesi europei importanti devono essere pi elastici per vedere la fine di questa guerra. Un primo obiettivo potrebbe essere quello di mettere al sicuro la centrale Zaporizhzhia: Bisogna impedire il rischio di uno scontro militare tra russi e ucraini l perch avrebbe conseguenze inimmaginabili ha sottolineato il capo della Farnesina auspicando che sia l’Onu a dipanare la matassa. Ma per arrivare alla pace serve un’Ucraina indipendente -ha sottolineato -. Non possiamo accettare che Kiev si arrenda.

Ottimo l’interscambio tra Italia e Turchia che nel 2022 ha superato i 21 miliardi di euro, tornando ai tempi pre pandemia. Vogliamo portarlo a 30 miliardi, il che significa battere il record precedente ha detto Tajani.

Sull’imminente allargamento della Nato Cavusoglu si tolto qualche sassolino dalla scarpa dopo che, I’altro ieri, alcuni dimostranti curdi, nel centro di Stoccolma, hanno inscenato l’esecuzione di Erdogan, appendendo a testa in gi a un lampione un manichino con le sue fattezze. Il primo ministro Ulf Kristersson ha condannato il gesto ma, per Ankara, la Svezia ha sottoscritto dei patti e deve rispettarli, non bastano le scuse. Non sono mancate da parte turca accuse agli Stati Uniti che purtroppo stanno sostenendo il Pkk.

Per finire una nota a margine. I turchi, che non hanno ancora digerito la polemica sulla sedia mancante per Ursula Von der Leyen, hanno fatto notare che la loro delegazione aveva ben cinque donne mentre gli italiani erano tutti maschi. Da voi forse le donne non lavorano di venerd stata la battuta. Il ministro Tajani ha tenuto a precisare ai giornalisti: Io, appena arrivato, ho nominato una direttrice generale, non colpa mia se il corpo diplomatico composto in larga maggioranza da uomini

13 gennaio 2023 (modifica il 14 gennaio 2023 | 14:58)

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