Terremoto, una madre yemenita partorisce dopo essere stata salvata e una donna viene tirata fuori dalle macerie dopo 258 ore

di Marta Serafini

Faten ha dato alla luce Loujan a Malatya ma ha perso il marito e il padre della figlia. Continuano i soccorsi. Le Nazioni Unite: serve un miliardo di dollari di aiuti. Oltre 2800 siriani lasciano la Turchia

DALLA NOSTRA INVIATA
GAZIANTEP -Faten Al Yousifi, incinta di 39 settimane, aveva decorato la cameretta per bambina che stava aspettando e aveva la borsa per il parto pronta quando il terremoto ha colpito il suo appartamento a Malatya, poco dopo le 4 di luned scorso.

Per dieci ore, accovacciata, stordita, disidratata e impaurita per la sopravvivenza di quella bambina non ancora venuta al mondo, Faten stata tirata fuori dalle macerie da un amico di famiglia, Hisham, e dai soccorritori. Non credevo di essere ancora viva, ha raccontato via WhatsApp gioved alla Bbc. Portata d’urgenza in ospedale, stata sottoposta al cesareo d’urgenza. E finalmente la sua bambina Loujain, che in arabo significa argento, venuta alla luce. Tornata verso il proprio appartamento per salvare suo marito, Faten ha scoperto per con orrore che Burhan Al Alimi, 29 anni, era morto. Il suo corpo stato recuperato tre giorni dopo. Era all’ultimo anno di studi di ingegneria chimica all’Universit di Inonu a Malatya.

Ora Faten e la piccola Loujan si sono trasferite da un amico a Kocaeli, pi vicino a Istanbul. E l’ambasciatore dello Yemen in Turchia, Muhammad Tariq, ha visitato entrambe. Faten e suo marito si erano trasferiti in Turchia dopo che gli Houthi sostenuti dall’Iran hanno conquistato la capitale, Sanaa, alla fine del 2014. Dall’inizio della campagna di bombardamenti guidata dai sauditi nello Yemen nel marzo 2015, la comunit yemenita in Turchia cresciuta fino a contare 20.000 persone. Eppure, anche prima della guerra, gli yemeniti emigravano in Turchia per studio e lavoro in seguito alle proteste ispirate dalla primavera araba nel 2011. Muhammad Amer, presidente dell’Unione degli studenti yemeniti in Turchia spiega che ora ci sono pi di 8.000 studenti yemeniti nel paese. Finora, ha detto, otto gli yemeniti morti tra Gaziantep, Hatay, Adiyaman, Diyarbakir, Malatya e Iskenderun. Tra loro, Idris Aqlan, uno studente di 25 anni dell’Universit di Gaziantep, in visita a Istanbul quando il terremoto ha colpito. Ho vissuto molte situazioni difficili nello Yemen a causa della guerra, ma questa stata molto pi difficile, ha spiegato. La natura improvvisa del terremoto non ha dato alle persone il tempo di prepararsi. In guerra — invece — ha spiegato sempre il giovane, almeno c’ tempo per nascondersi nelle cantine, nel deserto o in montagna.

E mentre il bilancio delle vittime del terremoto sale a 42.000 vittime e monta la rabbia tra i sopravvissuti per gli abusi edilizi che sarebbero causa di un cos alto numero di morti, si continua a cercare tra le macerie. Una donna di 27 anni stata estratta viva dopo 258 ore ore dalle macerie a Kahramanmaras, una delle pi colpite dalla scossa di grado 7.8 che ha colpito il sud della Turchia 10 giorni fa, il cui epicentro stato individuato proprio vicino a Kahramanmaras.

Sul fronte degli aiuti, le Nazioni Unite lanciano un appello per raccogliere aiuti internazionali per un miliardo di dollari per la Turchia. La richiesta arrivata segretario generale Onu, Antonio Guterres. Il finanziamento – che copre un periodo di tre mesi – assister 5,2 milioni di persone e consentir alle organizzazioni umanitarie di intensificare il loro fondamentale sostegno agli sforzi guidati dal governo della Turchia, colpita dal terremoto piu’ devastante del Paese in un secolo”, ha scritto Guterres in una nota. Guterres ha esortato la comunit internazionale a fare di piu’ e a finanziare pienamente questo sforzo vitale per rispondere a uno dei piu’ grandi disastri naturali del nostro tempo. La Turchia ospita il maggior numero di rifugiati al mondo e da anni mostra un’immensa generosit nei confronti della vicina Siria, ha insistito il capo delle Nazioni Unite.

Un appello separato di quasi 400 milioni di dollari stato lanciato per la vicina Siria, dove quasi 6.000 persone sono morte nelle aree controllate dal governo di Aleppo e nel nord-ovest del paese, che hanno subito il peso maggiore dei danni.

Ma non mancano le polemiche per la lentezza di risposta soprattutto nei confronti della Siria da parte delle Nazioni Unite. Si ritiene che un altro milione di siriani residenti in Turchia siano stati colpiti dal disastro. Il governo turco ha concesso ai siriani con protezione temporanea il permesso di recarsi nel nord-ovest della Siria per almeno tre mesi e un massimo di sei mesi, spiega Labib al-Nahhas, capo dell’assistenza diplomatica presso l’Associazione siriana per la dignit dei cittadini. I rifugiati siriani tornano nel nord-ovest della Siria perch non hanno altra scelta e non ricevono aiuti e assistenza significativi. un ritorno forzato. Fino ad ora a 2.300 corpi sono stati restituiti in Siria dal sud della Turchia, mentre 2.800 cittadini siriani sono rientrati volontariamente attraverso il valico di Bab al-Hawa. I siriani temono che l’assenza di qualsiasi reale sforzo da parte delle Nazioni Unite per aiutarli a ricostruire le loro vite nel sud della Turchia sia un preludio a un ritorno forzato nelle aree del regime, spiega Nahhas. Gioved, fino a 120 camion di aiuti sono entrati in Siria, tra questi 20 del World Food Program come abbiamo potuto osservare sul posto e come ci ha confermato Janne Suvanto, coordinatore degli aiuti per il Nord della Siria del Wfp. Ma si tratta di una goccia nel mare, secondo quanto affermano i funzionari locali. La Banca europea per la ricostruzione e lo sviluppo ha dichiarato gioved che il bilancio economico del terremoto in Turchia potrebbe raggiungere i 25 miliardi di dollari, pari al 2,5% del PIL del Paese.

17 febbraio 2023 (modifica il 17 febbraio 2023 | 10:45)

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