Nel corso della consueta diretta social del venerdì, il presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca ha espresso una critica aspra e diretta nei confronti dei test di Medicina e di chi li prepara.
La sua reazione fa eco alle molte segnalazioni ricevute da cittadini indignati per quello che ritengono essere un sistema di valutazione assurdo per l’accesso alla facoltà universitaria di Medicina.
De Luca ha condiviso l’esperienza di un padre di tre figli che gli ha segnalato una domanda del test che ha trovato particolarmente assurda: “Quale di queste parole non ha nulla in comune con le altre?”. Le parole fornite erano: sfoggiare, depennare, castità, provare e cromare. La risposta corretta, come spiegato da De Luca, era “provare”, in quanto è l’unica parola tra quelle elencate che non contiene il nome di una città. Questo genere di quesiti, secondo il Presidente, non ha alcuna relazione con la valutazione delle competenze necessarie per perseguire studi in Medicina.
Le parole di De Luca non si sono fermate alla mera esposizione del problema. Il Presidente ha proseguito con commenti taglienti, dichiarando che avrebbe punito severamente gli autori di questi test. De Luca ha esclamato, infatti, che avrebbe condannato a vent’anni di carcere chi ha preparato il test, o addirittura lo avrebbe sottoposto a un programma rieducativo simile a quello adottato dalla polizia municipale di Singapore, che utilizza una frusta di bambù contro chi viola le regole stradali. De Luca ha concluso la sua critica con una nota di sarcasmo, suggerendo che venti colpi di frusta avrebbero rappresentato un’”opera di bene”.
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