Emergenza gas, tetto ai prezzi: il piano italiano per fermare la speculazione  Bollette, i consumi degli elettrodomestici

energia

di Fabio Savelli04 ott 2022

Un prezzo «che diventa modulare». Che oscilla all’interno «di una forchetta. Con un valore minimo e un valore massimo», mutevoli anche quelli, «a seconda dell’andamento globale del mercato del gas». Soprattutto una «nuova piattaforma di contrattazione del metano» che archivierebbe quella olandese, il Ttf ora il parametro per l’Europa, ritenuta «poco liquida», perché intermedia solo uno o due miliardi al giorno per valore diventando «schiava» della speculazione ad ogni notizia sensibile. Al suo posto un nuovo indice calcolato sulla media quotidiana dei prezzi di tre listini chiave nel mercato internazionale delle materie prime: 1) l’Henry Hub americano, che ha prezzi storicamente inferiori a quelli del Ttf, anche per effetto del fatto che gli Stati Uniti restano un grande produttore di gas naturale liquido; 2) Il Jkm, parametro per il gnl sul mercato asiatico; 3) Il Brent, la borsa del petrolio di Londra storicamente condizionata dalle forniture norvegesi, con i suoi duemila miliardi al giorno di titoli scambiati.

Sono gli elementi chiave del piano che l’Italia presenterà al Consiglio Ue dei capi di governo previsto a Praga da giovedì. L’ennesimo tentativo negoziale per convincere i Paesi restii dell’Europa portandoli su una posizione univoca sul tema del prezzo del gas cresciuto anche di venti volte rispetto all’anno scorso. Una proposta a cui sta lavorando il ministro della Transizione ecologica, Roberto Cingolani, con la collaborazione dei tecnici guidati da Sara Romano, a capo del dipartimento Energia e Clima dello stesso dicastero. Il nodo principale per i Paesi del Nord Europa, in testa la Germania, resta il rischio di scarsità di gas che un tetto massimo al prezzo determinerebbe su chi lo vende all’Europa e sarebbe dunque orientato a preferire altri mercati, come la Cina, che potrebbero offrire di più per comprarlo. Per questo Cingolani vuole sterilizzare questo rischio evitando di portare l’Europa in perfetta solitudine sul mercato del gas invece totalmente interconnesso a livello globale in cui la Russia, principale fornitore per l’Europa con i suoi 150 miliardi di metri cubi all’anno, è solo uno degli attori in campo.

La «forchetta modulare» di prezzo, per essere digerita da tutti i Paesi europei dovrebbe però avere un range piuttosto ampio, oppure ancora considerare un valore massimo mutevole a seconda del prezzo internazionale del metano, altrimenti il tetto uscirebbe dalla porta ma rientrerebbe dalla finestra. La complessità dell’operazione sta tutta qui. Cingolani sa che l’offerta di gas all’Europa rischia di essere bassa per tutto il prossimo anno, perché lo «scenario zero» di flussi da Mosca, sperimentato in questi giorni dall’Italia, è ormai realtà. « I piani di razionamento potrebbero fare di più sul prezzo. Perché, al netto della piattaforma di riferimento usata per calcolarlo, sarà strutturalmente alto per i prossimi tre-quattro anni», commenta l’esperto di commodity Gianclaudio Torlizzi. Una variabile chiave sarà il meteo per l’inverno. Più sarà rigido, più i consumi saliranno erodendo gli stoccaggi, ormai al 90% per l’Italia, che però rappresentano solo il 20% del nostro fabbisogno annuale di metano.

Ieri l’Agenzia internazionale dell’Energia (IEA) ha confermato questa prospettiva. prevede che «le importazioni di gas naturale liquido in Europa aumenteranno di oltre 60 miliardi di metri cubi quest’anno, mantenendo il mercato internazionale sotto forte pressione». L’agenzia ha condotto un’analisi del mercato del gas dell’Ue in caso di stop dell’approvvigionamento russo a partire dal primo novembre. «Senza riduzioni della domanda e se l’offerta dei gasdotti russi s’interrompesse completamente, i livelli di stoccaggio della Ue si ridurrebbero al 20% a febbraio 2023, supponendo un livello elevato di fornitura di Gnl, e vicino al 5%, supponendo invece una fornitura di Gnl bassa». Dunque non si può ritoccare troppo al ribasso il prezzo, perché la materia prima rischia di mancare. I grandi fornitori di gas liquido potrebbero preferire gli energivori come Cina e India. Ecco perché Cingolani vuole utilizzare anche l’indice asiatico per determinare la forchetta. Non da solo certo, ma neanche senza. Il consumo di gas in Europa è già diminuito di oltre il 10%, trainato da un calo del 15% del settore industriale poiché le fabbriche hanno ridotto la produzione.

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, 2022-10-04 05:23:00, Una piattaforma sostitutiva del Ttf olandese con un indice calcolato sulla media di tre listini internazionali. Il nodo della scarsità di materia prima, Fabio Savelli

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