Torino, il ristoratore truffato: «Quell’uomo veniva in Ferrari, mi ha ingannato e fatto perdere 250 mila euro»

di Paolo Coccorese

Ismail Sikder ha da poco festeggiato la riapertura del Cacio e Pepe di via Genova. Ha riconquistato il ristorante che aveva venduto a un imprenditore disonesto

«Mi ha raccontato un sacco di bugie. Anche la Ferrari che guidava era affittata». Due settimane fa Ismail Sikder ha festeggiato la riapertura del Cacio e Pepe di via Genova a Torino. Ha riconquistato il ristorante che aveva venduto a un imprenditore disonesto.

Come lo ha conosciuto?
«A novembre è venuto al ristorante. Ci ha fatto i complimenti e siamo finiti subito a parlare di affari. Mi ha proposto di esportare olio, formaggi e vini italiani nel mio Paese».

In Bangladesh?
«Serviva un capannone per un milione di euro di prodotti. Meno male che non gli ho dato ascolto».

E il ristorante?
«Mi ha raccontato che con il fratello ne aveva quattro, uno anche al Quadrilatero. Sapeva che ero in difficoltà. Per il Covid ho chiuso cinque locali. E gli ho confidato che volevo venderlo».

Così è iniziata la trattativa?
«In realtà, è andato tutto in modo molto veloce. A lui andava bene la cifra, mi ha dato un acconto e mi ha detto che avrebbe fatto qualche lavoretto di ristrutturazione per renderlo più bello e ripagarmi in meno tempo le rate che avevamo pattuito».

E poi?
«Ha aperto. Fino a marzo sembrava andare tutto bene. Avevamo fatto una scrittura privata, dove si attestava che, finché non vedevo tutti i soldi, non gli avrei fatto l’atto di vendita e avrebbe lavorato come gestore».

Un accordo poi diventato di troppo.
«Sì, perché, quando ha incominciato a non pagare, ha iniziato a dire che quel documento non valeva e che aveva un parente giudice».

E lei cosa ha fatto?
«Sono andato dalle forze dell’ordine ma dicevano che non potevano fare nulla. Che bisognava fare una causa che sarebbe stata lunga e difficile. A un certo punto ho pensato anche di fare qualcosa di violento. Ringrazio il carabiniere che mi ha parlato per un’ora e mi ha fatto capire che non dovevo rovinare la mia vita».

Ora è riuscito a riavere il suo ristorante?
«Dal primo agosto. Appena si è diffusa la notizia sono venuti a salutarmi tanti clienti, compresi i medici e gli infermieri degli ospedali della zona».

Quanto le è costata questa storia?
«Quasi 250 mila euro tra cose non pagate e mancati profitti. Quando è andato via mi ha rubato tutto quello che poteva. Sono spariti i bicchieri, le posate, la macchina del ghiaccio, le padelle per la farinata e il cestino».

12 agosto 2022 (modifica il 12 agosto 2022 | 09:40)

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, 2022-08-12 12:33:00, Ismail Sikder ha da poco festeggiato la riapertura del Cacio e Pepe di via Genova. Ha riconquistato il ristorante che aveva venduto a un imprenditore disonesto, Paolo Coccorese

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