di Paolo Morelli
Pochissime superano i 20 mila visitatori. Nel 2021 si è salvata solo la fotografia
Melbourne, New York, Firenze e Bilbao. Sono le prime quattro città al mondo, in questo esatto ordine, nella classifica delle mostre più visitate nel 2021, secondo la classifica stilata dal Giornale dell’Arte . Questa graduatoria in particolare non fa distinzioni, ma il settimanale ha scorporato le classifiche anche secondo il criterio degli ingressi: biglietti gratuiti, dedicati o integrati. Si era parlato dei musei, che nel secondo anno della cosiddetta «era Covid» avevano iniziato a risalire la china, con performance incoraggianti ma ben lontane dal 2019, ma i segnali positivi si attenuano, fin quasi ad annullarsi, osservando i numeri delle mostre.
Prima al mondo è The NGV Triennal 2020 alla National Gallery of Victoria di Melbourne, con 548 mila visitatori, segue Automania al MoMa di New York con 475 mila e poi tocca a Firenze, che compare in terza e quarta posizione con Alberi in versi. Giuseppe Penone e L’ultimo sigillo, entrambe agli Uffizi e con 435 mila e 404 mila visitatori. Chiude la «top five» Olafur Eliasson. In real life al Guggenheim di Bilbao, a quota 324 mila. Nella classifica mondiale, che sul settimanale arriva fino alla posizione 114, fanno capolino le realtà italiane più affermate, come Milano, Roma e Venezia, accanto ad altre in risalita, come Bologna e Napoli, o dei veri exploit di città più piccole. Siracusa, con AnarcoAracnoAnacro, ha registrato 168 mila accessi (l’Area monumentale Neapolis è così 32esima), poi spunta la Villa d’Este di Tivoli al 43esimo posto, con 138 mila visitatori per Ecce Homo, ma si distingue anche Trento con il Museo, al posto numero 100 e al 110 per Tree Time (69.765 visitatori) e Sars-Cov2: storia illustrata di un virus (64.395).
E Torino? Fuori dai radar, almeno nella classifica generale. Nella graduatoria solo italiana, la città si incontra solamente al 47esimo posto grazie a World Press Photo 2021 a Palazzo Madama (23.695 accessi) che poi ricompare immediatamente dopo con Ritratti d’oro e d’argento (23.659). C’è ancora Palazzo Madama al 52esimo posto con La Madonna delle partorienti dalle Grotte Vaticane (21.273), così come al 62esimo con Antoine de Lohny (16.963), mentre poco prima, al 60esimo posto, spunta la Gam con Sul principio di contraddizione (18.573).
In classifica, fra i primi cento, si trovano poi il Castello di Rivoli con Espressioni (35esimo con 34.250 ingressi), di nuovo la Gam e il Mao, così come Camera, l’Accorsi e anche il Museo del Cinema, che con Cinemaddosso si posiziona 97esimo a poco più di 6 mila accessi. Si può andare avanti, ma Torino compare sovente per le mostre che hanno totalizzato, in media, meno di 20 mila visitatori.
Sebbene a livello italiano i grandi numeri arrivino dall’arte contemporanea e dall’arte antica, sotto la Mole domina la fotografia. Sarà interessante capire, a questo punto, che numeri farà la mostra su Vivian Maier ai Musei Reali, dato che un’analoga esposizione al Musée du Luxembourg di Parigi (chiusa il 16 gennaio) ha sfiorato i 180 mila visitatori.
Certo, la questione migliora se si considera solo la classifica delle mostre con biglietto dedicato, dove World Press Photo 2021 a Palazzo Madama sale al 17esimo posto in Italia, preceduto solo da Paolo Pellegrin, un’antologia alla Reggia di Venaria (con 31.728 tagliandi). Il museo diretto da Giovanni Carlo Federico Villa è sicuramente il luogo più importante della città per le mostre temporanee, ma i numeri sembrano ancora insufficienti per confrontarsi con altri poli culturali come Milano e Roma, ma anche con realtà più «abbordabili» come Bologna o Trento.
La questione, tuttavia, è molto profonda, perché a livello mondiale il settore delle mostre ha avuto una flessione più importante rispetto ai visitatori dei musei. Grosse speranze, infatti, sono riposte nella prima metà dell’anno in corso, che dovrebbe far capire in che modo la situazione riesca a evolversi.
11 aprile 2022 (modifica il 12 aprile 2022 | 08:28)
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