Torna alla luce a Palermo nel monastero di Santa Caterina un soffitto ligneo trecentesco

di Salvo Fallica

Si tratta di un affresco dell’Incarnazione che è rimasto nascosto per oltre due secoli. È arricchito da decorazioni essenzialmente geometriche e vegetali. Ora si può vedere con un’app

Riemerge un patrimonio di alto valore della storia dell’arte del Trecento a Palermo. Il monastero di Santa Caterina d’Alessandria nel capoluogo siciliano contiene al suo interno un capolavoro dell’arte cristiana. Il tesoro nascosto emerso è uno splendido soffitto ligneo trecentesco, un affresco dell’Incarnazione. È rimasto nascosto per oltre due secoli, adesso invece tutti potranno ammirare il tesoro grazie ad una semplice app scaricabile sul cellulare (messa a punto dal dipartimento di Architettura di Palermo, con la supervisione del professor Fabrizio Agnello, studioso di storia dell’arte). L’architetto Agnello ha dedicato un saggio sull’argomento dal titolo: «Mostrare l’invisibile, il soffitto trecentesco nascosto del convento di Santa Caterina a Palermo».

Il monastero domenicano d’epoca medievale (la sua fondazione risale al 1311 ed è stato per molti secoli sede della monache di clausura che giungevano dalle famiglie più agiate della città) sorge accanto all’omonima chiesa di Santa Caterina d’Alessandria (che fu invece costruita nella seconda metà del 1500). L’ampia struttura monumentale-religiosa si trova nel centro storico di Palermo che è il più grande d’Europa, un esteso spazio pieno di beni culturali che raccontano millenni di storia del Mediterraneo. All’interno del centro storico vi è anche il percorso arabo-normanno che contiene beni monumentali ed artistici che sono stati riconosciuti come patrimonio mondiale dell’umanità.

Il tesoro

Si tratta di un antico soffitto ligneo a cassettoni dipinto al di sopra della volta della sacrestia interna. Il manufatto «è visibile con difficoltà all’interno di un’intercapedine. Le decorazioni essenzialmente geometriche e vegetali sono abbellite da animali fantastici, figure di dame e cavalieri, drôlerie e stemmi di famiglie siciliane». Per meglio comprenderne l’importanza gli studiosi fanno notare che la realizzazione dell’opera potrebbe ascriversi allo stesso periodo e, forse, agli stessi autori del soffitto ligneo dello Steri, il palazzo che attualmente ospita il rettorato universitario.

La storia

La presenza dello stemma di Giacoma Ventimiglia, priora dal 1348 al 1353, ne confermerebbe la datazione. Sulla trave centrale, ai lati dello stemma aragonese, sono dipinte due dame a cavallo. Probabilmente le due fondatrici del Monastero: Palma, moglie dell’eroe del Vespro Ruggero Mastrangelo, e la figlia Benvenuta, vedova del conte di Santa Fiora di casa Aldobrandeschi la cui tomba si trova all’interno della chiesa di S. Caterina. Di rilievo notevole l’iconografia del soffitto ligneo del XIV secolo ed i simbolismi dell’affresco dell’Incarnazione. Un altro patrimonio culturale che torna alla luce. Notevole l’impegno dell’arcivescovo di Palermo, Corrado Lorefice, nella valorizzazione dell’enorme patrimonio culturale ecclesiastico della città.

29 novembre 2022 (modifica il 30 novembre 2022 | 15:20)

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, 2022-11-30 14:20:00, Si tratta di un affresco dell’Incarnazione che è rimasto nascosto per oltre due secoli. È arricchito da decorazioni essenzialmente geometriche e vegetali. Ora si può vedere con un’app, Salvo Fallica

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