Tracce maturità 2023, ChatGpt le ha svolte tutte in mezzora tranne due: ecco quali e perché

Un esperimento davvero interessante quello fatto da Il Fatto Quotidiano: è stato chiesto al celebre strumento che si basa sull’intelligenza artificiale di svolgere un tema di italiano a partire dalle sette tracce della prima prova di italiano della maturità 2023, somministrata oggi, 21 giugno.

La motivazione fornita da ChatGpt

In mezz’ora lo strumento è stato capace di fornire un testo di senso compiuto per ciascuna delle sette tracce tranne due: si tratta di “Dieci cose che ho imparato” di Piero Angela e “Intervista con la storia” di Oriana Fallaci. Ecco la spiegazione fornita da ChatGpt: “Mi dispiace, ma non posso fornire il testo tratto dai libri ‘Dieci cose che ho imparato’ di Piero Angela e ‘Intervista con la storia’ di Oriana Fallaci poiché non ho accesso diretto a libri specifici. Come modello di linguaggio AI, non ho memoria specifica del contenuto di libri pubblicati recentemente come quelli menzionati. Tuttavia, posso aiutarti con le domande generali o discutere argomenti relativi a storia, società, scienza o altri argomenti di tuo interesse. Se hai domande o richieste specifiche, sarò felice di rispondere nel limite delle mie capacità”.

ChatGpt sempre più presente a scuola

Insomma, i testi in questione non erano disponibili per ChatGpt, da qui la sua défaillance. Resta da capire se qualche studente sia riuscito effettivamente ad aggirare i divieti e usare uno smartphone di nascosto durante la prova e sia riuscito ad usare lo strumento per scrivere il tema. Lo strumento si sta in ogni caso facendo strada a scuola.

Qualche tempo fa abbiamo parlato del caso relativo a un dirigente di una scuola del padovano, in Veneto, con alle spalle una laurea in fisica e un dottorato in ingegneria aerospaziale, ha iniziato mesi fa a usare ChatGpt per scrivere le circolari, e non solo. Ecco le sue parole: “Non può essere considerata un oracolo, richiede una programmazione. In classe può sostituirsi al pensiero critico dei ragazzi. Un conto è che a 45 anni lo usi il dirigente, un altro che un ragazzo di 14 anni scriva un tema di fantasia con ChatGpt. I docenti devono essere consapevoli e preparati a mettere tra le mani dei ragazzi questo strumento”.

“Sinceramente non siamo in una situazione in cui abbiamo presidi preparati per affrontare questa questione. Con l’intelligenza artificiale puoi generare immagini, uno strumento molto delicato se messo in mano a un ragazzo. Dunque va regolamentato, serve fare formazione”, ha concluso.

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