Tragedia di Riccione, il papà di Alessia e Giulia: Due volte al giorno sulla loro tomba, sopravvivo solo così

di Jacopo Storni

Vittorio Pisano va a trovare le sue figlie travolte e uccise da un treno al ritorno dalla discoteca. Le accompagnavo sempre io, ma quella settimana hanno insistito per andare da sole. Non voglio che accada mai pi, sto organizzando un minibus per riaccompagnare i ragazzi dopo le serate

Iniziano tutte al cimitero le giornate di Vittorio Pisano. La sveglia suona alle 7.30, si alza dal letto, una doccia e la colazione col pensiero fisso di arrivare dove riposano per sempre le sue due figlie, Alessia e Giulia, 15 e 17 anni, travolte da un treno in corsa alla stazione di Riccione lo scorso 31 luglio. Una tragedia che ha sconvolto l’Italia. E la vita di Tania e Vittorio, i due genitori che ancora oggi si chiedono perch. Senza trovare una risposta. Vivono nell’unico modo che sanno fare, nel ricordo. E cos ecco Vittorio, ogni mattina alle 8.15 arriva in auto al cimitero comunale di Castenaso, comune bolognese di 15mila abitanti. A quell’ora vuoto il cimitero, lui si stringe nel cappotto e avanza a passi veloci verso loro due. Poi si mette davanti alle due lapidi. Resto l poco, al massimo cinque o dieci minuti dico una preghiera, racconto loro quello che ho fatto il giorno prima e quello che far il giorno stesso. Poi esce dal cimitero, riprende la macchina e va a Budrio, dove lavora come dipendente in un’azienda di logistica. E poi la sera, quando nel tardo pomeriggio esce dall’ufficio, fa lo stesso percorso al contrario. Ritorna al cimitero, rientra a passo svelto verso Alessia e Giulia.

Dolore, estremo, inspiegabile. E fede

Altri cinque minuti davanti alle tombe. Altre parole per raccontare come andata la giornata. come se fossero ancora vive. Anzi no, dice Vittorio, loro per me sono ancora qui, ogni mattina quando mi sveglio come se le vedessi, come se le toccassi, come se le sentissi, una alla mia sinistra, l’altra alla mia destra, sono loro che mi danno la forza per andare avanti. cambiata la vita di Vittorio. C’ il dolore, estremo, inspiegabile. Ma c’ anche la fede. C’ la figlia pi grande Stefania che lo rincuora. C’ la speranza. Alessia e Giulia vorrebbero vederci sereni, ed ci che stiamo cercando di fare. Vorrei che da questa disgrazia si potessero trarre nuove energie per plasmarla in amore puro. Vorrei che le mie figlie, i miei angeli, non siano morte invano. Per questo ha fondato l’associazione di promozione sociale “Giulia & Alessia per sempre con noi”. I soci sono gli amici di Castenaso e i parenti di Senorb, il paesino in provincia di Cagliari dove nato Vittorio e dove torna ogni estate.

Il progetto: una navetta casa-discoteca

Prima ci tornavo insieme alle mie figlie, ogni estate erano felicissime di venire in Sardegna, la mia terra, adesso ci torner da solo. L’associazione rivolta prevalentemente ai giovani, con l’intento di prevenire comportamenti a rischio, ma anche ai genitori, affinch possano comprendere i disagi che affliggono sempre pi ragazzi e ragazze. Il sogno di Vittorio quello di comprare un pullmino che possa funzionare da navetta casa-discoteca e viceversa per gli adolescenti che amano andare a ballare nelle serate del fine settimana. Proprio come facevano Alessia e Giulia. Vorrei esserci io personalmente alla guida di questo pullmino per accompagnare i ragazzi in discoteca e, soprattutto, per riportarli a casa la sera. Ho visto cosa c’ fuori dalle discoteche in piena notte, soprattutto d’estate: tanti giovani escono e non sanno neppure come tornare a casa. C’ chi va alla stazione facendosi chilometri a piedi, c’ chi sale in macchina di un amico, c’ chi aspetta la mattina successiva. Ecco, aggiunge Vittorio, alla guida di questo pullmino potrei aiutare tanti di questi ragazzi, potrei prevenire tanti incidenti. diventata una ragione di vita, per lui.

L’ultima volta che le accompagn

Alessia e Giulia erano appassionate di musica, ascoltavano Tedua e Jack La Furia, Ultimo e Gemitaiz. Amavano il rap. Vittorio le accompagnava sempre nei locali. E poi andava a riprenderle. A volte prendevo un albergo vicino alla discoteca e dormivo finch le mie figlie non mi chiamavano per tornare a casa. A volte guardavano l’alba insieme rincasando, il sole che spuntava in fondo all’autostrada. Il padre alla guida, le figlie che dormivano. Insieme a loro, nel minivan di famiglia, viaggiavano anche le amiche delle due ragazze. Si partiva nel tardo pomeriggio verso Bologna, oppure verso la riviera romagnola, gi in macchina mi chiedevano di mettere la musica che piaceva a loro, mi facevano venire una testa quadrata a forza di sentire sempre quelle canzoni che loro adoravano, era una vera passione. Loro volevano sempre andare a ballare in discoteca, io per ero terrorizzato che potesse succedere loro qualcosa. Ecco perch le accompagnavo sempre, ogni fine settimana.

L’indipendenza fatale

Per iniziavano ad essere grandi e chiedevano con sempre pi insistenza di andare da sole con le amiche. Come successo alla fine di luglio: Iniziarono luned a chiedermi di andare alla discoteca Peter Pan di Riccione insieme alle amiche e senza di me. Luned dissi loro di no, anche marted me lo chiesero e dissi nuovamente di no, e cos mercoled, gioved e venerd. Poi sabato mi sono lasciato convincere. Cos ho detto s, d’accordo, andate pure da sole. Si sono sempre comportate bene e ho pensato che non sarebbe accaduto niente. Alessia e Giulia vanno al Peter Pan con alcuni amici. Il padre le accompagna alla stazione di Bologna, le saluta poco prima dell’ora di cena. Trascorrono la notte in discoteca. Alle 6 la pi grande chiama il padre dal telefono di un amico e le dice che le hanno rubato la borsa col cellulare. Ma erano tutto sommato tranquille, erano lucide, mi hanno detto che un loro amico le avrebbe accompagnate alla stazione di Riccione, a due chilometri di distanza.

L’ultima telefonata

Cos si salutano al telefono, dandosi appuntamento alla stazione di Bologna. l’ultima volta che le sente. Nessuno sa per quale motivo le due ragazze siano scese sui binari, forse per prima scesa Giulia, mentre Alessia ha cercato di salvarla. Alcuni testimoni raccontano quello che hanno visto: La ragazza col vestito verde l’ho vista seduta sul binario 1 ha riferito al Resto del Carlino Stefano Grati, che all’alba di domenica si trovava in stazione di ritorno da una serata in Riviera. L’amica, che poi ho scoperto essere la sorella, a quel punto scesa sui binari per cercare di portarla in salvo. L’altoparlante aveva annunciato il transito del treno e a quel punto non c’ stato niente da fare. Di questo Vittorio non vuole proprio parlare. Non ho mai visto un telegiornale, non voglio sapere come andata, so soltanto che loro non ci sono pi.

La gogna sui social

Dopo la tragedia, una gogna social si abbattuta su Vittorio. L’hanno accusato di essere un padre irresponsabile. L’hanno giudicato senza piet. Ma lui sereno, ha risposto porgendo l’altra guancia: Non riesco a nutrire rancore verso tutte queste persone che vociano senza sapere come stanno davvero le cose nella mia famiglia, ringrazio tutte le persone che hanno espresso un pensiero per me, tutti indistintamente. So bene tutto quello che ho fatto per le mie figlie, eravamo legatissimi, vivevamo all’unisono, le portavo ogni mattina a scuola, non ho mai mancato un giorno. Giulia studiava per diventare parrucchiera, Alessia studiava al liceo artistico di Bologna e giocava a calcio, una passione condivisa col padre, tifoso del Cagliari e della Juventus. Nel mio cuore so di aver fatto tutto quello un padre pu fare per le sue figlie. Pensa spesso a quello che sarebbero diventate, se un giorno si sarebbero sposate, se sarebbe diventato nonno. Vittorio prega tutti i giorni, ogni sera prima di dormire, disteso sul letto. Al collo ha una catenina d’oro con il crocifisso. Ogni domenica va in chiesa. Ho riscoperto la fede, mi aiuta Don Giancarlo, il parroco di Castenaso. lo stesso sacerdote che durante i funerali delle ragazze ha invitato gli altri a fare silenzio prima di giudicare: Basta vociare, si sentono tutti maestri. Insieme alla moglie, Vittorio seguito da uno psicologo. E poi faccio agopuntura due volte al mese, attenua il dolore mentale e quello fisico alla schiena che nasce dalla mente. Vittorio cerca la forza di sorridere: Ho allontanato tutte le persone negative che gravitavano attorno alla mia vita, voglio solo positivit. E poi lavora, per anestetizzare il dolore: un’ ancora di salvezza.

Impegno per il futuro

Per lavora meno, perch dedica tantissimo tempo alla neonata associazione. Non c’ soltanto il pullmino nei suoi progetti. Vorrei anche realizzare un presidio fuori dalle discoteche pi frequentate della riviera romagnola, all’uscita molti ragazzi sembrano disorientati, vorrei che qualche professionista potesse dare loro ascolto e indirizzarli. Sogna progetti per vivere. Vorrei organizzare incontri fra giovani e anziani, il confronto intergenerazionale si sta perdendo ma fondamentale. I pi anziani potrebbero raccontare ai giovani la loro vita e il senso di quello che hanno vissuto, mentre i pi giovani potrebbero aiutare gli anziani a districarsi con la tecnologia. E ancora: Sto progettando incontri tra genitori e figli di famiglie in difficolt attraverso il supporto di mediatori familiari. Sono idee nate dagli oltre cento giovani, molti dei quali amici di Alessia e Giulia, che hanno partecipato alla cena d’inaugurazione dell’associazione. Ogni partecipante ha scritto quello che riteneva essere un’urgenza e cos sono nati questi progetti. Dalle parole di questi ragazzi emerge il senso di smarrimento e solitudine di molti giovani, vorrei fare qualcosa per loro.

Sempre insieme

Lui parlava molto con le figlie. Ogni anno andavamo sempre in vacanza in Sardegna, l’ultima estate le ho portate a Ibiza, sognavano di andarci da tanto tempo, anche per le discoteche che ci sono sull’isola. Restano le foto a parlare di loro, quelle foto di cui tappezzata ogni stanza nella casa di Castenaso dove Alessia e Giulia sono cresciute. Le foto che le ritraggono in tutti i viaggi, a Natale e Capodanno, sulla spiaggia oppure in montagna. E poi quelle sulle lapidi al cimitero comunale, dove Vittorio va ogni mattina e ogni sera, all’apertura e alla chiusura. No, non affatto un sacrificio, se non ci vado sto male, sto ancora pi male. Ogni volta che le vede, in quell’immagine accanto ai fiori, ripensa al rapporto simbiotico tra le sue figlie. Si adoravano l’un l’altra, come dimostra quella frase che Giulia ha dedicato ad Alessia scrivendola sui social: A volte credo che mia sorella sia l’unica ragione di vita.

29 dicembre 2022 (modifica il 29 dicembre 2022 | 08:05)

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