Tredicenne preso di mira dai bulli costretto a cambiare scuola. I genitori: Alcuni docenti e dirigenti non sanno affrontare situazioni così delicate

Una storia di bullismo da Pordenone viene raccontata da Il Gazzettino, che vede un tredicenne non avere più la voglia di andare a scuola a causa di alcuni compagni terribili.

Nostro figlio è grande e grosso riferiscono i genitori eppure non voleva più andare solo a scuola, quando lo andavamo a prendere vedevamo che al cancello lo aspettavano dei ragazzini, ma vista la sua statura mai avremmo pensato che potesse subire. Eppure, iniziò a stare male, dolori alla testa, alla pancia. Lo abbiamo portato a fare numerose visite“, spiegano i genitori al quotidiano, che aggiungono di quanto fosse entusiasta di frequentare la scuola ma poi ad un certo punto è cambiato tutto: “Presa in giro dopo presa in giro, goccia dopo goccia, psicologicamente era distrutto. È stato un accanirsi su Marco. Non aveva mai alzato le mani prima. Mai a scuola, mai nei campi estivi. In seguito ai comportamenti vessatori nei suoi confronti, è emersa una rabbia incontrollata“, riferiscono i genitori.

La terza media sarebbe stato il momento più difficile: “Era inserito in una classe difficile chiariscono i genitori ma con l’arrivo di studenti bocciati diventò per Marco una situazione insostenibile. Si ritrovò in classe quelli che lo aspettavano davanti al cancello. Che poi non sono altro che “le bande di via Mazzini”. I ragazzi per bene che vogliono fare un giro in centro si portano via dieci euro da devolvere a loro per non essere riempiti di botte“, raccontano ancora i genitori della vittima.

Vedendo la situazione sempre più difficile i genitori hanno chiesto un incontro con il dirigente scolastico: “Solo alla terza email rispose racconta la famiglia quando scrivemmo che la situazione stava sfuggendo da ogni controllo e ritenevamo la scuola responsabile di qualsiasi incidente“.

Il giovane ha perso il controllo in un’occasione, dando un pugno ad uno dei bulli ma la scuola decise di sanzionare la vittima di vessazioni continue: “Una persona buona è la vittima ideale dicono i genitori di Marco ma non è l’unico preso di mira, altri ancora, c’è chi ha subito ma non se n’è andato e chi ha lasciato la scuola come nostro figlio“.

L’alunno infatti è stato poi trasferito in un altro istituto: “Nostro figlio ha pagato un prezzo altissimo e ci vorrà tempo per trovare serenità. Alcuni dirigenti scolastici e docenti non sanno affrontare situazioni così delicate, ci vorrebbe maggiore autorità, far rispettare le regole. Non tutte le culture sono uguali, dunque, le diversità vanno accettate ma giustamente gestite“, concludono i genitori.

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