Trump alla convention dei costruttori di armi: «Ora un poliziotto davanti a ogni scuola»

di Giuseppe Sarcina

L’ex presidente degli Stati Uniti attacca duramente Joe Biden, il partito democratico, la sinistra estrema. Di fronte al Convention center si sono raccolti circa 200 manifestanti per contestare il raduno di una delle lobby più influenti d’America

In attesa di vedere l’originale, molti affiliati alla «National Rifle Association» osservano, anzi ammirano, l’effigie di Donald Trump, stampigliata sulla canna di una pistola calibro 45, «special edition». Prezzo: 1.973 dollari. Il commesso della Kahr, la casa produttrice, assicura che l’ex presidente ne ha una collezione. Come dire: è il nostro punto di riferimento e noi siamo il suo.

Alle 11 di ieri mattina circa mille persone erano già fila in attesa di ascoltare «The Donald», l’ospite d’onore dell’incontro annuale della Nra , allestito nel George Brown Convention Center di Houston, in Texas. Quattro ore di macchina da Uvalde, la cittadina della strage.
Nei giorni scorsi diversi politici, come la deputata democratica Sheila Jackson Lee, avevano chiesto alla Nra di annullare la convention, in segno di lutto e di riflessione. L’amministratore delegato dell’organizzazione, Wayne LaPierre, ha rifiutato: si va avanti. Tuttavia alcuni big del partito repubblicano hanno preferito declinare l’invito. Primo fra tutti il Governatore del Texas, Greg Abbott, che da anni riceve pingui finanziamenti elettorali dai costruttori di armi.

Si presenta come previsto, invece, il Senatore Ted Cruz, che si vanta di tenere insieme Bibbia e «Secondo Emendamento», la norma costituzionale che consente ai cittadini di possedere e trasportare armi. E arriva, naturalmente, anche Donald Trump: «Io non ho rinunciato, non potevo deludervi». Tira fuori un foglietto e ricorda, una dopo l’altra, le vittime della Robb Elementary School. Ogni nome, un rintocco funebre. Poi attacca duramente Joe Biden, il partito democratico, la sinistra estrema. Per lui sono tre sinonimi. «Stanno rovesciando su di voi la responsabilità di questi crimini orrendi». Accusa gli avversari di «non aver fatto nulla per decenni» per affrontare il problema chiave: l’assistenza per le persone con disturbi mentali. Ma naturalmente sorvola sul fatto che anche lui ha governato il Paese per quattro anni. Ora, comunque, è il momento di «proteggere le nostre scuole da cima a fondo». Occorre «piazzare un poliziotto, una guardia davanti a ogni scuola». Tutti gli edifici vanno dotati di porte blindate, di metal detector. «Abbiamo dato 40 miliardi di dollari all’Ucraina e non possiamo spendere tutto quello che serve per proteggere i nostri bambini?».

È l’unica vera proposta. Tutto il resto è un discorso da campagna elettorale: «speriamo di poter correre una terza volta», dice a un certo punto. E quindi, «legge e ordine», «più fondi alla polizia». Via via ad allargarsi fino al Muro «da completare», all’inflazione. Una notazione anche sulla guerra: «Con me alla Casa Bianca, non ci sarebbe stata».
Di fronte al Convention center si sono raccolti circa 200 manifestanti per contestare il raduno di una delle lobby più influenti d’America, l’organizzazione dei costruttori e dei possessori di armi che dichiara di avere circa 5 milioni di iscritti. Qui a Houston ne sono arrivati più o meno cinquemila. Sono in gran parte uomini bianchi tra i quaranta e i settant’anni. Ma ci sono anche tante donne, ragazze e diverse famiglie, con i bambini al seguito. Del resto la Nra accetta l’iscrizione di ragazzi dai 13 anni in su. I giornalisti stranieri, questa volta, non sono stati ammessi. Per entrare abbiamo dovuto pagare anche noi la tessera di adesione, che restituiremo a fine evento: 35 dollari e ci si ritrova immersi in una specie di fratellanza, in cui sono tutti gentili, premurosi, solidali, anche se è la prima volta che ti vedono. È la condizione tipica di una fortezza sotto assedio. Non solo i manifestanti là fuori, ma metà del Paese chiede rabbiosamente di mettere un freno alla vendita disinvolta di mitragliatori letali, come l’Ar-15 usato da Salvador Ramos a Uvalde. E prima di lui, da tanti, troppi stragisti.

Tra le centinaia di stand rimbalzano concetti ormai codificati da anni. Primo: «Se qualcuno vuole fare del male non ha bisogno necessariamente di un’arma. Trova sempre un sistema. Per esempio si lancia nella folla con un furgone, come è successo in Germania». Secondo: «Le stragi sono commesse da persone con disturbi mentali. Questo è il problema che dovremmo affrontare». Poi certo, c’è anche chi riconosce che i controlli andrebbero rafforzati e che forse 18 anni sono pochi per acquistare un fucile semiautomatico.
Poi certo, c’è anche chi riconosce che i controlli andrebbero rafforzati e che forse 18 anni sono pochi per acquistare un fucile semiautomatico.

Marty Hayes, laureato in legge ad Harvard, ha fondato «l’Armed citizens Educational Foundation», una non-profit, spiega, che «offre assistenza giuridica ai cittadini accusati di aver abusato del diritto all’autodifesa». Hayes impersona quel retroterra ideologico cui ha attinto in molti, fino ad arrivare a Donald Trump. «La polizia non basta per garantire la sicurezza, oggi più che mai. Dobbiamo mettere guardie armate fuori dalle scuole, dai centri commerciali, dalle chiese». In una parola, militarizzare la società e l’economia.

28 maggio 2022 (modifica il 28 maggio 2022 | 04:04)

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, 2022-05-28 02:05:00, L’ex presidente degli Stati Uniti attacca duramente Joe Biden, il partito democratico, la sinistra estrema. Di fronte al Convention center si sono raccolti circa 200 manifestanti per contestare il raduno di una delle lobby più influenti d’America, Giuseppe Sarcina

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