Trump «voleva marciare con gli insorti di Capitol Hill». Lo dice uno 007

di Redazione online

La rivelazione durante un’udienza della commissione d’inchiesta su quanto avvenne il 6 gennaio 2021. Biden: «Quanto avvenuto quel giorno è stata una chiara violazione della Costituzione

Mentre migliaia di rivoltosi assaltavano i palazzi del Congresso, Donald Trump pensò di andare a Capitol Hill. Lo riporta il sito americano Politico che cita la testimonianza di Robert Engel, il capo degli 007 incaricati di proteggere l’ex presidente nel periodo successivo alle elezioni presidenziali del 2020. L’addetto alla sicurezza del presidente, nel corso di un’udienza davanti alla commissione d’inchiesta della Camera, il cui contenuto è emerso ora, ha sostenuto che Trump gli manifestò il desiderio di andare a Capitol dopo il celebre discorso fatto all’Ellipse, nell’area della Casa Bianca, in cui aveva infiammato i sostenitori, invitandoli a marciare verso il Congresso. «Andiamo a Capitol», è la frase che l’allora presidente avrebbe pronunciato, mentre erano a bordo di «The Beast», l’auto blindata presidenziale, durante il tragitto verso la Casa Bianca. Engel avrebbe convinto Trump a non raggiungere il luogo della protesta. La rivelazione del colloquio arriva a poche ore dall’inizio dell’audizione speciale della commissione d’inchiesta sul 6 gennaio, che ha annunciato per stasera «rivelazioni» e «documenti inediti».

Non a caso il presidente in carica Joe Biden ha definito quanto avvenne il 6 gennaio del 2021 «una flagrante violazione della Costituzione» per «ribaltare» il risultato delle elezioni presidenziali. Le parole del capo della casa Bianca sono arrivate durante un tour a Los Angeles.

Il ruolo di Trump in quanto accaduto il 6 gennaio 2021 sarà del resto al centro dei lavori della commissione d’inchiesta istituita dal Congresso. Nelle prossime udienze dovrebbero essere mostrati nuove foto e video in grado di metterà fuoco quanto accaduto in quelle drammatiche ore.

Intanto Un esponente del partito repubblicano candidato governatore per lo Stato del Michigan è stato arrestato dall’FBI con l’accusa di aver preso parte all’assalto del Congresso Usa il 6 gennaio del 2021. L’arrestato è Ryan Kelley, uno dei cinque aspiranti governatori per il Gop e ritenuto molto vicino alla linea dell’ex presidente Donald Trump.

Una serie di fotografie prodotte dalla polizia mostrano Kelley tra la folla che invade i locali del Campidoglio tentando di fare irruzione nell’aula dove è in corso la seduta che sta certificando la vittoria alla elezioni per la Casa Bianca da parte di Joe Biden. Alcune delle immagini «incriminate» erano state postate online.

Kelley, che ha 40 anni, è stato arrestato nella sua abitazione di Allendale e nelle prossime ore dovrebbe comparire davanti al giudice della Corte di Gran Rapids per la prima udienza, come ha chiarito la portavoce dell’FBI Mara Schneider. Kelley ha sempre riconosciuto in questi mesi di essere stato presente fuori del Campidoglio il 6 gennaio ma ha negato di aver partecipato all’assalto. Nelle immagini sarebbe stato invece riconosciuto addirittura mentre incita la folla a dirigersi all’interno.

L’aspirante governatore è fra le 800 persone che sono già state incriminate per la rivolta del 6 gennaio. In Michigan le primarie del partito repubblicano sono in programma per i primi giorni di agosto: cinque sono i pretendenti, rispetto ai 10 inizialmente in lizza. la metà di loro è stata esclusa dopo che è stato scoperto che avevano presentato firme false per sottoscrivere la candidatura.

9 giugno 2022 (modifica il 9 giugno 2022 | 22:13)

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