di Vera Martinella
Sovrappeso, fumo, sedentariet e alcolici fanno lievitare il pericolo e sono sempre pi diffusi. Pochi connazionali fanno gli esami (gratuiti) per trovare neoplasie in stadio iniziale e poi c’ l’impatto negativo della pandemia
Aumentano i casi di cancro nel nostro Paese (se ne sono registrati quasi 400mila nel 2022): considerando per che i tumori sono patologie pi frequenti dopo i 65 anni, la crescita appare per lo pi collegata all’invecchiamento generale della popolazione italiana. E se c’ una buona notizia che riguarda la ripresa dei programmi di screening, tornati ai livelli pre-pandemia (ovvero i connazionali hanno ripreso a effettuare esami consigliati per la diagnosi precoce: mammografia per il seno, test per la ricerca del sangue occulto nelle feci per il colon-retto e Pap test o Hpv-Dna test per la cervice uterina), c’ un fronte che preoccupa moltissimo gli specialisti: le cattive abitudini. Il 33% degli adulti in sovrappeso e il 10% obeso, il 24% fuma e i sedentari sono aumentati dal 23% nel 2008 al 31% nel 2021. Gli stili di vita scorretti sono sempre pi diffusi e i dati italiani sono sempre pi allarmanti: pi di un caso di cancro su tre potrebbe essere evitato e prevenuto soltanto evitando questi comportamenti pericolosi sottolinea Saverio Cinieri, presidente dell’Associazione italiana di oncologia medica (Aiom) durante la presentazione de I numeri del cancro in Italia 2022 al Ministero della Salute.
I tipi di cancro pi frequenti
Il censimento ufficiale ogni anno fotografa la realt oncologica nel nostro Paese e descrive gli aspetti relativi alla diagnosi e terapia delle neoplasie grazie al lavoro di Aiom, Airtum (Associazione italiana registri tumori), Fondazione Aiom, Osservatorio nazionale screening (Ons), Passi (Progressi delle aziende sanitarie per la salute in Italia), Passi d’argento e della Societ italiana di anatomia patologica e di citologia diagnostica (Siapec-Iap). I nuovi casi stimati di tumore nel 2022 sono 390.700, 205.000 negli uomini (a fronte dei 194.700 casi diagnosticati nel 2020) e 185.700 nelle donne (181.900 nel 2020). In due anni, l’incremento stato di 14.100 casi. I tumori pi frequenti sono quelli della mammella (55.700 nuovi casi, con un incremento dello 0,5% rispetto al 2020), colon-retto (48.100 nuovi casi, +1,5% negli uomini e +1,6% nelle donne), polmone (43.900 nuovi casi, +1,6% negli uomini e +3,6% nelle donne), prostata (40.500 nuovi casi, +1,5%) e vescica (29.200 nuovi casi, +1,7% negli uomini e +1,0% nelle donne). Negli uomini, le neoplasie pi diffuse sono: prostata (40.500 nuove diagnosi nel 2022), polmone (29.300), colon-retto (26.000), vescica (23.300) e stomaco (8.800). Nelle donne, invece: mammella (55.700 casi), colon-retto (22.100), polmone (14.600), endometrio (10.200) e tiroide (8.700).
I guariti e il diritto all’oblio
Guarire dal cancro o convivere con un tumore per anni, come avviene con altre malattie croniche, oggi possibile. Accade sempre pi spesso, anche in Italia, dove sono oltre tre milioni e mezzo (3,6 milioni, il 37% in pi rispetto a dieci anni prima) le persone che vivono dopo una diagnosi di cancro, ma solo circa un milione di ex pazienti oncologici pu considerarsi guarito. I numeri consentono di misurare la guarigione impiegando indicatori specifici: il rischio di morte per tumore pi alto nei primi anni dopo la diagnosi e poi diminuisce progressivamente. Si definisce guarito chi ha la stessa aspettativa di vita delle persone della sua stessa et e del suo stesso sesso che il cancro non l’hanno mai avuto. Insomma si guariti quando le probabilit dell’ex-paziente di morire per la neoplasia sono ormai pressoch nulle e lui o lei torna ad essere uguale a tutto il resto della popolazione. Nella stragrande maggioranza dei casi, una persona libera da malattia oltre i dieci anni dal termine del trattamento pu, in assenza di recidiva, essere considerata guarita — ricorda Giordano Beretta, presidente Fondazione Aiom —. Fanno eccezione a questa regola alcuni tumori in cui il tempo di guarigione invece pi lungo (per esempio seno, prostata e vescica, che sono fra i pi frequenti) e le neoplasie insorte nell’et infantile e adolescenziale, in cui possono bastare cinque anni per parlare di guarigione. In Italia i pazienti oncologici guariti, per, rischiano ancora di incontrare concrete difficolt quando, per esempio, cerchino di stipulare un’assicurazione sulla vita o richiedano un mutuo o un finanziamento bancario. Ecco perch fondamentale attuare, anche in Italia, una legge sul diritto all’oblio, seguendo l’esempio di altri Paesi europei.
Gli screening per la diagnosi precoce
I successi nelle guarigioni e il numero sempre maggiore di connazionali che convive anche per molti anni con una neoplasia diventata cronica sono merito delle nuove terapie messe a punto grazie alla ricerca scientifica, ma anche dei grandi progressi fatti nella diagnosi precoce. La guarigione tanto pi facile quanto pi tempestiva la scoperta della malattia: un tumore scoperto in stadio iniziale, di piccole dimensioni e confinato nell’organo (senza metastasi) ha maggiori probabilit di essere curato in modo definitivo e senza terapie troppo invasive. Per questo fondamentale l’adesione agli screening — dice Paola Mantellini, direttrice dell’Osservatorio nazionale screening —. L’obiettivo non soltanto recuperare i ritardi indotti dall’emergenza sanitaria causata da Covid, ma ottenere livelli di copertura ottimali che, in determinate aree del Paese e per alcuni programmi, non si sono raggiunti nemmeno prima della pandemia. Sono ancora troppo pochi gli italiani che aderiscono agli esami offerti gratuitamente dal Servizio sanitario nazionale, che potrebbero salvare loro la vita. Dal volume emerge infatti che il valore medio italiano della proporzione di donne che hanno eseguito la mammografia rispetto a quelle aventi diritto, che nel 2020 si era attestato al 30%, nel 2021 ritorna in linea (46,3%) con i valori di copertura del periodo 2018-2019. Per lo screening colon-rettale (ricerca del sangue occulto nelle feci) il valore complessivo si attestava intorno al 30%, per ridursi al 17% nel 2020 e risalire al 30% nel 2021. Lo screening cervicale presentava valori pre-pandemici intorno al 38-39%, un calo al 23% nel 2020 e un livello di copertura del 35% nel 2021.
Gli stili di vita
Durante la presentazione del volume al Ministero della Salute a Roma, gli esperti hanno dato l’allarme per le preoccupanti abitudini degli italiani: la situazione destinata a peggiorare in modo importante se non si pone un argine ai comportamenti scorretti. I dati ‘Passi’ sugli stili di vita confermano la non ottimale aderenza dei cittadini alle sane abitudini — chiarisce Maria Masocco, responsabile scientifico dei sistemi di sorveglianza Passi e Passi d’argento, coordinati dall’Istituto superiore di sanit —. Dall’analisi delle serie storiche dei fattori di rischio comportamentali, emerge che non ci sono stati grandi miglioramenti negli ultimi 15 anni e, ad eccezione dell’abitudine al fumo di sigaretta che continua la sua lenta riduzione da oltre un trentennio, il consumo di alcol a rischio, la sedentariet e l’eccesso ponderale, complessivamente, peggiorano o restano stabili. Non solo. In piena pandemia, durante il biennio 2020-2021, questi trend hanno subito modifiche per lo pi in senso peggiorativo. L’impatto della pandemia sugli stili di vita pi visibile nel 2020 e sembra, in parte, rientrare nel 2021. Ma gli sforzi per sensibilizzare i cittadini sull’importanza della prevenzione primaria non devono fermarsi.
Fumo e alcol
Nel 2021 in Italia il 24% dei 18-69enni fuma e il 16% un ex-fumatore. Fra i tabagisti uno su quattro (22%) consuma pi di un pacchetto di sigarette al giorno e l’abitudine tabagica pi frequente fra gli uomini rispetto alle donne, fra i pi giovani, fra i residenti nel Centro-Sud. Quasi un adulto su sei, poi, (ovvero il 16% dei cittadini, specie maschi, giovanissimi 18-24enni e residenti al Nord) fa un consumo di alcol a maggior rischio per la salute, per quantit e/o modalit di assunzione: l’8% per consumi episodici eccessivi, binge drinking (cinque o pi unit alcoliche, Ua, in un’unica occasione per gli uomini e quattro o pi Ua per le donne), l’8% per consumo alcolico esclusivamente/prevalentemente fuori pasto e il 2% per un consumo abituale elevato (tre o pi unit medie giornaliere per gli uomini e due per le donne). La sedentariet poi riguarda un terzo dei cittadini: pi frequente fra le donne (36% vs 27% fra gli uomini), aumenta con l’et (26% fra 18-34enni e 35% fra i 50-69enni), disegna un chiaro gradiente geografico a sfavore del Sud (43% nelle Regioni meridionali vs 19% nel Nord) e sociale a svantaggio delle persone con maggiori difficolt economiche (fra i quali raggiunge il 45%) o basso livello di istruzione. Infine, nel 2021 pi di quattro adulti su dieci sono in eccesso ponderale, l’obesit poco pi frequente fra gli uomini (11% vs 10% fra le donne) e aumenta significativamente con l’et.
L’impatto Covid
Sono numeri che non possono non destare preoccupazione, se si considera che il 40% dei casi e il 50% delle morti oncologiche possono essere evitati intervenendo su fattori di rischio prevenibili, soprattutto sugli stili di vita — commenta il ministro della Salute Orazio Schillaci —. Per quanto riguarda i fattori di rischio comportamentali, i dati raccolti durante il biennio 2020-2021 segnano un momento di accelerazione per lo pi in senso peggiorativo. Inoltre, come emerge dall’analisi, a seguito di decenni caratterizzati da notevoli progressi, la pandemia di Covid-19 ha determinato una battuta d’arresto nella lotta al cancro, causando in Italia un forte rallentamento delle attivit diagnostiche in campo oncologico, con conseguente incremento delle forme avanzate della malattia. Questi ritardi sicuramente influiranno sull’incidenza futura delle patologie neoplastiche. Un capitolo del libro dedicato all’impatto del Covid sui pazienti con tumore. In Italia, la pandemia ha causato un aumento della mortalit dei pazienti oncologici, soprattutto nei maschi, in et avanzata, con tumore diagnosticato da meno di due anni e nelle neoplasie ematologiche — concludono Fabrizio Stracci, presidente Airtum, e Diego Serraino, direttore dell’ Epidemiologia oncologica e Registro tumori del Friuli Venezia Giulia, Centro di riferimento oncologico, IRCCS di Aviano —. fondamentale che i pazienti fragili, tra cui rientrano quelli oncologici, si vaccinino. Infatti uno studio su tutti i residenti in Friuli Venezia Giulia e nella provincia di Reggio Emilia ha evidenziato che il rischio di morte tra gli individui con storia di cancro e di positivit all’infezione da Sars-CoV-2 due-tre volte superiore tra i non vaccinati rispetto ai vaccinati.
19 dicembre 2022 (modifica il 19 dicembre 2022 | 13:32)
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, 2022-12-19 17:45:00, Sovrappeso, fumo, sedentarietà e alcolici fanno lievitare il pericolo e sono sempre più diffusi. Pochi connazionali fanno gli esami (gratuiti) per trovare neoplasie in stadio iniziale e poi c’è l’impatto negativo della pandemia, Vera Martinella