di Andrea Marinelli e Guido Olimpio
Nuovi raid nei territori occupati e in Crimea: 5 morti e 15 feriti in un’area residenziale secondo i filorussi | Il punto militare | 321
Era gi avvenuto durante l’offensiva per liberare Kherson: gli ucraini avevano preso di mira un gran numero di depositi e installazioni dei russi. Un lavoro meticoloso quanto profondo. Ora lo scenario si ripete. Ieri l’artiglieria di Kiev ha colpito un comando nemico nella cittadina di Vasilyevka, regione di Zaporizhzhia. Le immagini mostrano un edificio con devastazioni a partire dal tetto: incerto il bilancio, i filorussi parlano di 5 morti e 15 feriti in un’area residenziale. L’antiaerea ha poi aperto il fuoco contro droni ucraini lanciati sulla base di Belbek, vicino a Sebastopoli, porto strategico dove i russi hanno aumentato le protezioni perch temono le incursioni di barchini esplosivi radiocomandati.
Gi nei giorni scorsi il comando ucraino aveva rivelato di aver colpito 13 concentrazioni di occupanti ricorrendo all’artiglieria, al munizionamento guidato, ai lanciarazzi forniti dagli Stati Uniti. Gli strike — con conseguenze pesanti per l’Armata, in termini di uomini e immagine — hanno colpito Sadove, Davydivka, Zaporizhzhia, ma sopratutto Makiivka, dove la Difesa russa ha inizialmente minimizzato per poi ammettere 89 vittime — fra cui il vice comandante del reggimento, il colonnello Bachurin — lasciando spazio a bilanci peggiori. Lo Stato Maggiore ha affermato che l’avversario riuscito a centrare l’edificio con sei razzi sparati dagli Himars perch i riservisti, violando le regole, hanno attivato i loro cellulari fornendo una traccia elettronica fondamentale.
Ora l’Ucraina in guardia, attende una possibile risposta. Dopo ogni rovescio — e ne ha patiti molti — il Cremlino ha sempre replicato con durezza scatenando ondate sulle citt nemiche. Nell’arsenale ha ancora molti cruise, missili terra-terra, gli anti-aerei S300 modificati con testate pi potenti per essere impiegati contro bersagli terrestri, droni nazionali e iraniani. Altrettanto ampio il banco target: ponti, ferrovie, stazioni, rete elettrica, installazioni militari, uffici governativi. Gli obiettivi non mancano e il Cremlino ne crea di nuovi usando come giustificazione le ferite sofferte. In realt i bombardamenti sulle infrastrutture rientrano in una strategia autonoma — slegata da quanto avviene sul campo — decisa dai vertici politici insieme al comandante delle operazioni Surovikin, schema usato in Siria.
I raid cavalcano la rabbia di quanti, frustrati dall’andamento del conflitto, chiedono di usare ogni risorsa per vendicarsi. Nel coro cantano parlamentari, blogger, giornalisti televisivi che non hanno alcuna remora nell’invocare soluzioni drastiche, senza alcuna distinzione tra obiettivi militari e civili. Putin, di solito impermeabile alle critiche, deve tenerne conto. Mercoled il leader ha seguito da remoto l’inizio della missione della fregata Gorshkov, dotata del nuovo ordigno ipersonico Zircon. Appuntamento durante il quale ha ribadito la volont di sviluppare le potenzialit di combattimento per i prossimi decenni.
Per gli ucraini, invece, la ricerca dei target si trasforma in sistema, permette di risparmiare colpi, porta risultati. Ovviamente una componente, da sola non basta, tuttavia incide. Specie quando gli schieramenti sono meno mobili, attestati sulle loro linee. La massiccia presenza di riservisti mobilitati da Mosca ha stabilizzato i fronti, ha creato densit ma ha anche portato a grandi concentramenti. Lo Stato Maggiore russo ha provato a tenere pi lontano le truppe, ma dovendo presidiare le aree conquistate ha esposto le reclute sia nelle trincee che nelle retrovie.
Le mosse ucraine sono state favorite dalla ricognizione, dal supporto cruciale dell’intelligence, dal training. I generali hanno i loro occhi, molte le missioni delle forze speciali dietro le linee. Storie appena accennate per ragioni di sicurezza. Ma insieme a loro esiste, dal primo giorno, una cortina elettronica composta dagli aerei Nato che volano lungo i confini esterni del conflitto e in Mar Nero captando comunicazioni.
Alcuni spunti sono emersi, altri verranno svelati un domani, altri ancora resteranno sepolti. Le spie perdono, vincono, a volte nuotano nell’area grigia, l’acqua ideale per nascondersi. Per la stessa ragione possono diffondere informazioni fuorvianti, creare diversivi per nascondere sorprese. la lezione di Kharkiv, dove la resistenza — mentre l’attenzione era su Kherson — ha registrato un successo importante.
5 gennaio 2023 (modifica il 5 gennaio 2023 | 16:57)
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