di Marco CremonesiIl capogruppo al Senato ha chiesto «negoziati» di pace»: non capisco la polemica Le parole del capogruppo leghista Massimiliano Romeo diventano un caso internazionale. Per la durissima presa di posizione che suscitano ai massimi livelli del governo ucraino. Ma ne accenna anche la portavoce del ministro degli Esteri russo Sergej Lavrov, Maria Zacharova. Il capo dei senatori leghisti aveva preso la parola mercoledì, durante il dibattito sulla fiducia. Chiedendo alla premier Giorgia Meloni «un atto di coraggio, sfruttando la sua popolarità e il momento». Quello, cioé, di farsi «promotrice, nel rispetto del Patto Atlantico e degli impegni presi, di una conferenza internazionale per la difesa e la sicurezza dell’Europa insieme con Francia e Germania», cercando «anche di impostare un discorso di negoziati di pace». Perché, ha proseguito il senatore, si fa «un po’ fatica a sentir dire “decideranno gli ucraini”. Certo, va rispettata la loro volontà, ma sarebbe meglio dire: “Deciderà la comunità internazionale”». Un discorso che a Kiev è piaciuto poco. O nulla. Oleg Nikolenko, il portavoce del ministero degli Esteri ucraino, detta all’agenzia Unian: «La dichiarazione del senatore italiano riflette la sua opinione personale. La premier Giorgia Meloni ha articolato chiaramente la posizione dell’Italia: sia sulla necessità di continuare a sostenere l’Ucraina, sia sul diritto incondizionato degli ucraini di determinare il proprio futuro». Fino al culmine: «In quasi tutti i Paesi ci saranno politici che cercheranno di compiacere Putin. Allo stesso tempo, devono essere consapevoli che, diffondendo narrazioni russe, stanno incoraggiando la Russia a continuare i suoi crimini contro l’Ucraina». Per finire: «Senza la pace in Ucraina non ci sarà pace in Europa, quindi anche i senatori italiani dovrebbero essere interessati alla vittoria degli ucraini se hanno davvero a cuore gli interessi del proprio Paese». Ma delle frasi parla anche la Zacharova in un appuntamento con la stampa: nel governo italiano ci sono «posizioni completamente diverse: Meloni ne ha una, Berlusconi un’altra, Romeo un’altra ancora». Per questo, «commentare ogni posizione che viene dall’Italia è impossibile. L’Italia è una democrazia». E dunque, «noi ci orientiamo sulla posizione ufficiale» del governo. Che è poi quella ribadita dal ministro per i Rapporti con il Parlamento, Luca Ciriani: «Certo, che ci siano percorsi di pace tutti lo condividono. Ma non si fanno unilateralmente e Putin non ha mostrato volontà di pace. Poi se si raggiunge la pace io sarò il piu felice. Ma la pace si costruisce da posizioni di forza». Insomma: «La linea di governo è nettissima e non cambierà». Ma è lo stesso Romeo a commentare la vicenda con Tagadà, su La7: «Penso che se è sufficiente invocare un negoziato di pace per passare per essere uno che vuole compiacere Putin, vuol dire che qualche problema a questo mondo ce l’abbiamo». E conclude: «Questa polemica non la comprendo». 27 ottobre 2022 (modifica il 27 ottobre 2022 | 22:21) © RIPRODUZIONE RISERVATA , 2022-10-27 20:22:00, Il capogruppo al Senato ha chiesto «negoziati» di pace»: non capisco la polemica, Marco Cremonesi