Ucraina e armi, lo stop di Conte è un caso. Di Maio: avanti, Carta rispettata

di Emanuele Buzzi Via al secondo decreto, ma il nodo sarà sul terzo. Sul blog di Grillo le lodi al ruolo della Cina Salvini agli altri leader: vediamoci per parlare di pace Il caso Petrocelli, il braccio di ferro sulle armi, le tensioni con i dem e un possibile cambio del logo (con l’inserimento del nome Conte): per i Cinque Stelle sono acque agitate. Il nodo principale resta ovviamente l’eventuale invio di armi pesanti all’Ucraina, invio che trova il no fermo dei vertici stellati. Ieri la Difesa ha pubblicato il secondo decreto interministeriale, ma i problemi potrebbero arrivare con un terzo atto. Sulla questione è intervenuto Luigi Di Maio. «Non parlerei di tensioni» nella maggioranza, «è stata posta una questione sull’articolo 51 delle Nazioni Unite che parla del diritto alla legittima difesa dei popoli e dei Paesi e tutto quello che abbiamo fatto come governo si fonderà sempre sul diritto alla legittima difesa del popolo ucraino». Insomma, il governo va avanti. Intanto Giuseppe Conte ha incontrato l’ambasciatore ucraino in Italia: «Dobbiamo sostenere l`Ucraina indirizzando azioni e sforzi verso una soluzione politica», ha ribadito il leader. C’è chi teme che il fronte del no sulle armi si allarghi. Il leader della Lega, Matteo Salvini, ha precisato: «Per quello che riguarda le armi ascoltiamo cosa ci propongono». Per il numero uno del Carroccio — che vorrebbe organizzare un vertice tra i leader di tutti i partiti sulla pace — è difficile fare dei distinguo: «È complicato, mica c’è il missile difensivo e il missile offensivo? Si entra nella soggettività». In serata il segretario del Pd, Enrico Letta, getta acqua sul fuoco: «Io parlo di quel che penso io e non mi sento in grado di giudicare gli altri: ognuno fa le proprie scelte, non mi sento di criticare Conte per le sue». Nei Cinque Stelle tiene sempre banco la questione Petrocelli. Con il cambio del regolamento del gruppo al Senato l’espulsione del senatore filorusso sembra più vicina, mentre più complicata è la rimozione dalla presidenza della commissione Esteri. «Vergognoso… Ho la stessa posizione in politica estera del governo Conte I e del programma con cui sono stato eletto nel 2018, prima che arrivassero il Pd e Draghi. Mi fa soltanto un po’ male il silenzio assordante di Beppe», ha twittato Petrocelli. E proprio ieri, in una giornata convulsa, è tornato a farsi sentire anche Grillo, che sul suo blog ha ospitato un articolo in cui si elogia il ruolo «pacifista» della Cina nella guerra . Ma i fronti aperti sono molteplici. Anche con i dem c’è tensione, al punto che il vice di Conte, Michele Gubitosa, interviene per esternare i malumori: «Occorre rispetto anche da parte dei renziani nel Pd». Intanto continua il percorso di rifondazione M5S. Roberto Fico è stato eletto ieri presidente del Comitato di garanzia. Conte starebbe valutando un restyling del simbolo da attuare in vista delle Politiche, inserendo il suo nome nel logo. 27 aprile 2022 (modifica il 27 aprile 2022 | 22:21) © RIPRODUZIONE RISERVATA , 2022-04-27 20:23:00, Via al secondo decreto, ma il nodo sarà sul terzo. Sul blog di Grillo le lodi al ruolo della Cina Salvini agli altri leader: vediamoci per parlare di pace, Emanuele Buzzi

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