di Lorenzo Cremonesi, Giusi Fasano, Andrea Nicastro, Marta Serafini e Redazione Online
Le notizie di domenica 10 aprile sulla guerra in Ucraina, in diretta. Zelensky: «Putin non si fermerà all’Ucraina». Il segretario generale della Nato parla della necessità di un «esercito permanente» mentre la Finlandia si prepara «entro l’estate» a decidere se accedere all’Alleanza atlantica
• La guerra in Ucraina è al 46esimo giorno: e mentre l’offensiva russa si concentra nel Donbass («Sta per scatenarsi l’inferno», ha detto al Corriere il governatore della provincia di Lugansk, e le immagini mostrano un convoglio russo di 12 km in marcia a est di Kharkiv), emerge dalle città lasciate libere dall’armata di Mosca una ininterrotta serie di racconti di repressioni, torture, stupri, assassinii contro i civili.
• Ieri il presidente ucraino Zelensky ha ricevuto la visita del cancelliere austriaco Karl Nehammer e del premier britannico Boris Johnson, che ha promesso di fare «tutto il possibile», in termini di aiuti militari e finanziari, perché l’Ucraina rinasca dopo la guerra e «non possa mai più essere invasa».
• La Russia ha cambiato la guida delle operazioni militari in Ucraina, affidandole a Aleksandr Dvornikov, un veterano della guerra in Siria. Al Cremlino, intanto, sembrano scontrarsi diverse visioni sulle prossime mosse.
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Ore 8.30 – Cosa sta succedendo, sul campo?
(Guido Olimpio) Breve punto. Sta prendendo forma il dispositivo russo che dovrà lanciare la probabile offensiva nella regione sud/sud est.
1) Lo conferma il nuovo lungo convoglio di mezzi (12 km) fotografato dai satelliti.
2) Mosca cerca di ristabilire l’efficienza dei reparti, segnalati reclutamenti anche tra i congedati in Transnistria, territorio separatista della Moldavia. Fonti diverse sottolineano che rimangono difficoltà logistiche. Anche la qualità dei militari non sarebbe sempre adeguata.
3) Gli osservatori mettono però in guardia sull’alto volume di fuoco che l’Armata potrebbe impiegare in questo scacchiere. Negli ultimi giorni sono stati intensi i raid aerei (media di 250 sortite quotidiane).
4) Putin ha affidato la missione al generale Alexandr Dvornikov: sulle sue capacità – specie dopo una non brillante esperienza in Siria – i pareri divergono.
Ore 8.10 – Morto un altro generale russo — il nono dall’inizio della guerra
Il colonnello Alexander Bespalov, un altissimo esponente dell’esercito russo, sarebbe stato ucciso in battaglia in Ucraina. Se confermata, la sua sarebbe la nona morte di un generale in questa guerra: un bilancio gravissimo, con pochi precedenti nella storia bellica recente.
Secondo quanto riportato da media locali, il funeral edi Bespalov sarebbe stato celebrato venerdì nella città di Ozersk.
Secondo il ministero della Difesa ucraino, la Russia ha perso finora 19 mila militari.
Nella giornata di ieri è stata pubblicata la notizia — non confermata da Mosca — di un cambio della guida delle operazioni militari russe in Ucraina, che ora sarebbero affidate al generale Aleksandr Dvornikov, veterano della guerra in Siria.
Ore 8.00 – Un convoglio russo di 12 chilometri a est di Kharkiv
Immagini satellitari mostrano la presenza di un convoglio militare russo ad est di Kharkiv. Lo scrive la Cnn. Le immagini, raccolte e analizzate da Maxar Technologies, relative all’8 aprile, mostrano un convoglio militare lungo circa 12 chilometri, composto da centinaia di mezzi («veicoli armati, camion con rimorchi di artiglieria e attrezzatura di supporto») in movimento verso sud attraverso la cittadina di Velkyi Burluk, a est di Kharkiv, nell’Ucraina orientale.
Ore 7.55 – La disinformazione, una «guerra nella guerra»
(Andrea Nicastro) L’isola dei Serpenti, un episodio di «propaganda» ucraino. E poi l’ospedale di Mariupol, gli orrori di Bucha, la stazione di Kramatorsk, sui quali si è scatenata la disinformazione russa. Quella in corso in Ucraina è — anche — una guerra di fake news, perché l’inganno è parte integrante delle strategie militari. Gli americani, sempre sistematici nell’approccio, ragionano in termini di Psychological operations, che in sostanza significa raccontare panzane miste a verità per indirizzare «le emozioni del pubblico, il suo ragionamento razionale e in ultima analisi le decisioni dei governi». Abbiamo provato a smontare alcune delle «finte narrazioni» viste in questa guerra, qui.
Ore 7.50 — I russi «cercano forze in Transnistria»
Le forze armate russe, che hanno subito finora perdite ingenti nell’invasione in Ucraina (come ha riconosciuto lo stesso portavoce del Cremlino, che è stato duramente criticato per questo dai «falchi» del regime), stanno cercando di rafforzare le truppe reclutando personale congedato dal servizio militare nel 2012 — e anche cercando uomini in Transnistria, la regione separatista della Moldova.
A scriverlo, nel suo quotidiano aggiornamento militare, è il ministero della Difesa britannico.
Ore 7.40 – «Cambio nascondiglio ogni sera. Ora aspettiamo che si scateni l’inferno»
(Greta Privitera) «Come stai?», chiede in italiano. «C’è il sole da voi?». Prima di rispondere sulla guerra, vuole parlare dell’Italia: «Ci sono stato mille volte, mamma Tatiana vive a Rapallo da 20 anni, faceva la badante», dice Serhiy Haidai, 46 anni, governatore della provincia di Lugansk , nel Donbass, dal 2014 regione chiave del conflitto in Ucraina, e dove oggi l’esercito di Putin sta riposizionando le sue truppe.
Maglietta verde militare, barba incolta, Haidai risponde da un nascondiglio vicino a Severodonetsk, ma stasera cambierà posizione perché i russi lo cercano: «Vogliono uccidermi». Sa che a breve nella sua regione potrebbe esserci un attacco devastante, ma riesce ancora a sorridere: «Fatemi pensare per un attimo al mare delle Cinque Terre, alle colline del Chianti, non alla conta dei morti di Kramatorsk, o a quello che sta per succedere qui».
Che cosa sta per succedere?
«Un inferno. Per cantare vittoria Putin deve conquistare tutto il Donbass, soprattutto dopo la sconfitta di Kiev. Parla di “liberazione” ma vuole il nostro territorio per questioni strategiche e per le sue miniere. Da queste parti la nostra difesa è più forte, quindi per raggiungere l’obiettivo distruggeranno tutto. Vogliono cancellarci dalla faccia della terra, ma noi resisteremo».
Quando prevede l’attacco?
«È una questione di giorni. Si stanno riposizionando ai confini e nel frattempo continuano a bombardare. Non hanno morale: raderanno al suolo ospedali, scuole, case. Avete presente Bucha o Mariupol? Da noi sarà molto peggio».
Perché?
«La loro furia sarà cento volte più forte e purtroppo non abbiamo edifici robusti come a Mariupol. Non abbiamo bunker».
Ore 7.30 – Le foto dentro il teatro di Mariupol
Gabriele Micalizzi, formidabile fotoreporter italiano, ha scattato per il Corriere delle immagini all’interno del teatro di Mariupol: uno dei luoghi simbolo della guerra scatenata dalla Russia contro l’Ucraina, e della ferocia con cui sono state colpite infrastrutture civili.
Nel teatro, secondo le autorità locali, erano rifugiate centinaia di persone, quando le bombe dell’esercito di Mosca lo hanno colpito.
Il numero di vittime di quell’attacco — che nemmeno la scritta «bambini», a caratteri cubitali, all’esterno del teatro, è riuscita ad evitare — è ancora impossibile da determinare. Ora a Mariupol, che continua a essere bombardata, mancano luce, acqua, cibo.
I palazzi sono bruciati, le finestre sfondate. Eppure migliaia di persone non vogliono lasciare la città, la loro città. Le immagini, potentissime, sono qui.
Ore 7.25 – Il direttore dell’Agenzia per il nucleare: «La situazione non è sostenibile»
(Viviana Mazza) «È gente come noi, con famiglia, amici, e deve continuare a fare un lavoro delicatissimo sotto pressione. Ho sentito questa tensione, sono veramente esauriti». A parlare, in una intervista al Corriere, è Rafael Mariano Grossi, il direttore generale dell’Agenzia internazionale per l’energia atomica (Aiea), che ha incontrato nei giorni scorsi il personale della centrale nucleare di Konstantinovka, vicino a Mykolaiv, sul fronte sud della guerra in Ucraina, e attende da Kiev luce verde per recarsi a Chernobyl .
A Zaporizhzhia «sabato scorso c’è stato un episodio di violenza: una dimostrazione e qualcuno ha sparato. Non è sostenibile nel tempo».
Ore 7.15 – Gli attacchi respinti dall’Ucraina
Le truppe della Federazione Russa stanno cercando di sfondare la difesa militare vicino alla città di Izyum per stabilire il controllo su Mariupol: e intanto, nel territorio delle regioni di Donetsk e Luhansk, i soldati ucraini hanno sventato otto attacchi russi. A riferirlo — confermando l’aumentata pressione della Russia nella zona Est dell’Ucraina — è lo stato maggiore dell’esercito di Kiev nel suo ultimo aggiornamento sulla situazione sul campo.
Ore 7.00 – Le evacuazioni di civili, in treno, dal Donbass
Venerdì, due missili russi hanno colpito la stazione di Kramatorsk, in Ucraina, uccidendo 52 persone e ferendone più di 100. Stavano cercando di mettersi in salvo dall’annunciata offensiva della Russia contro il Donbass.
Oggi le autorità di Lugansk sono tornate a chiedere alla popolazione civile di lasciare le zone dove ha costruito la sua vita — e di farlo fidandosi, ancora una volta, della sicurezza della rete ferroviaria: nove treni saranno utilizzati, domenica, per le evacuazioni.
Ore 6.35 – La Finlandia si prepara a candidarsi a entrare nella Nato
La Finlandia si sta preparando per una decisione potenzialmente storica «entro la metà dell’estate»: se candidarsi per aderire alla Nato come deterrente contro l’aggressione russa. Lo riferisce il quotidiano britannico The Guardian. La nazione nordica di 5,5 milioni di abitanti tradizionalmente non si è mai schierata sotto il profilo militare, in parte per evitare minacce dal «nemico vicino a Est» con cui condivide 1.300 chilometri di confine.
Ore 6.15 – Stoltenberg: «Un esercito Nato permanente ai confini»
La Nato sta lavorando a piani per schierare una presenza militare permanente ai propri confini per contrastare una futura aggressione della Russia. Lo riporta il Telegraph, citando il segretario generale dell’Alleanza atlantica, Jens Stoltenberg. La Nato si trova «in mezzo a una trasformazione fondamentale» che riflette «le conseguenze a lungo termine» delle azioni del presidente russo Vladimir Putin, ha detto Stoltenberg, secondo cui «quella che abbiamo di fronte ora è una nuova realtà, una nuova normalità per la sicurezza europea». Per questo è stato chiesto ai comandanti militari di fornire opzioni «per un adattamento a lungo termine della Nato».
Ore 5.00 – L’intervista a Zelensky
«Nessuno vuole negoziare con una persona, o con un popolo, che hanno torturato questa nazione. È comprensibile. Come uomo, come padre, lo capisco perfettamente. Ma non vogliamo perdere opportunità — se ce ne sono — per una soluzione diplomatica».
Volodymyr Zelensky parla così ad Adam Schreck, Mstyslav Chernov ed Evgeniy Maloletka, i cronisti della Associated Press che lo intervistano e lo fotografano all’interno del palazzo presidenziale di Kiev, tappezzato di sacchi di sabbia.
Visibilmente esausto — nota l’agenzia — eppure animato dalla volontà di continuare a guidare la resistenza del suo Paese di fronte all’invasione della Russia, Zelensky si trova ora in uno snodo cruciale della guerra.
L’Ucraina è riuscita a negare alla Russia tutti gli obiettivi che si era prefissata: Mosca non ha conquistato alcuna grande città, ha dovuto rinunciare a prendere Kiev, si è ritirata dal Nord del Paese. Eppure l’armata di Putin ha devastato l’Ucraina, compiuto massacri e torture (giovedì 52 civili sono stati uccisi dai missili lanciati contro una stazione a Kramatorsk, e non è che l’ultimo di una catena ininterrotta di episodi agghiaccianti), e si appresta a scatenare un inferno di fuoco nel Donbass.
«Dobbiamo combattere, ma combattere per la vita. Non si può combattere per la polvere, per un Paese dove non c’è più nulla, dove non c’è più nessuno. Per questo è importante che questa guerra si fermi». E per questo, continua Zelensky, è così importante che dall’Occidente arrivino le armi in grado di consentire all’Ucraina di resistere alla Russia: «No, quanto fatto finora» dagli alleati «non è abbastanza».
Le promesse di armi — dalla Gran Bretagna, dagli Stati Uniti, dall’Unione europea — si moltiplicano, in queste ore: e Zelensky chiede che «si faccia presto».
Se fossero arrivate prima, quante vite sarebbero state salvate? «Spesso si cercano risposte negli altri. Io le cerco innanzitutto in me stesso. Abbiamo fatto tutto il possibile per avere quelle armi? Abbiamo fatto il possibile perché i leader degli altri Paesi credessero in noi? Siamo all’altezza del tempo e del luogo in cui siamo stati chiamati a vivere? Chi lo sa? Io no. E ognuno può farsi queste domande».
In un video su Telegram, Zelensky interpreta quella che è la vera portata della sfida con la Russia. Occorre «fare più pressione sulla Russia per ripristinare il prima possibile la pace e la sicurezza, per ripristinare il diritto il prima possibile ed evitare la catastrofe data dall’utilizzo della forza. Una catastrofe che colpirà tutti, perché la Russia non aveva intenzione di fermarsi solo all’Ucraina, alla distruzione della nostra libertà e della nostra vita. Tutto il progetto europeo è nel mirino della Federazione russa».
10 aprile 2022 (modifica il 10 aprile 2022 | 08:31)
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, 2022-04-10 06:31:00, Le notizie di domenica 10 aprile sulla guerra in Ucraina, in diretta. Zelensky: «Putin non si fermerà all’Ucraina». Il segretario generale della Nato parla della necessità di un «esercito permanente» mentre la Finlandia si prepara «entro l’estate» a decidere se accedere all’Alleanza atlantica, Lorenzo Cremonesi, Giusi Fasano, Andrea Nicastro, Marta Serafini e Redazione Online