Ucraina Russia, news di oggi sulla guerra | Esplosione sull’incrociatore russo Moskva, Kiev: «Colpito dai nostri missili». Mosca: «Missili su Kiev in caso di nuovi attacchi»

di Lorenzo Cremonesi, Giusi Fasano, Andrea Nicastro, Marta Serafini, Paolo Foschi

Le notizie di giovedì 14 aprile sulla guerra in Ucraina, in diretta: la caduta di Mariupol sembra imminente, polemiche sull’uso della parola «genocidio» da parte di Biden

• La guerra in Ucraina è al 50esimo giorno. Mosca annuncia di aver preso il «pieno controllo del porto di Mariupol», ma Kiev smentisce: «La città rimane ucraina e difesa dai nostri militari».
• Il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, ha espresso un grande dispiacere per il rifiuto del suo omologo francese, Emmanuel Macron, di affermare che le uccisioni in Ucraina sono
un «genocidio». Termine utilizzato, invece, sia dal presidente americano Joe Biden che dal premier canadese Justin Trudeau.
Gli Usa forniranno nuovi aiuti militari a Kiev per un valore di 800 milioni di dollari: lo ha annunciato in una nota il presidente americano, Joe Biden.
• Mosca annuncia sanzioni per 398 membri del Congresso Usa.

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Ore 8.25 – La distruzione di una colonna di mezzi russi «con un drone»
Le truppe ucraine hanno fatto saltare un ponte, a Kharkiv, sulla strada che porta a Izium, una città chiave nella ormai prossima battaglia per il Donbass. Secondo le immagini diffuse dall’esercito ucraino, «l’intera colonna russa è stata distrutta grazie a un drone».

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Ore 8.00 – L’incrociatore russo «abbandonato e affondato»: e ora Odessa teme una rappresaglia
La notizia dell’esplosione sull’incrociatore «Moskva» della flotta russa del Mar Nero ha scosso, nella serata di ieri, le forze al fronte: per l’importanza della nave, per la dimostrazione di forza dietro un attacco simile da parte degli ucraini.

Nella mattinata di giovedì, mentre l’Ucraina si attribuisce la paternità dell’attacco, Mosca parla solo di un’esplosione a bordo, causata da un incendio che si è esteso alle munizioni trasportate.

Secondo informazioni riportate dalla Cnn, l’incrociatore è stato abbandonato; Kiev dice che è stato affondato — mentre per Mosca è stato invece solo «seriamente danneggiato».

Di certo c’è che l’equipaggio – secondo alcune fonti di 510 membri – è stato evacuato. Che le agenzie di stampa russe riportano che la nave avesse a bordo 16 missili da crociera anti nave Vulkan che hanno una gittata di almeno 700 km. E che ora Odessa tema una rappresaglia: «Ora temiamo che il nemico prepari una risposta sulla città. C’è un’alta probabilità di attacchi missilistici nella nostra città e regione», ha detto il portavoce dell’amministrazione della città di Odessa, Sergei Bratchuk.

Ore 7.50 – La Corte penale internazionale a Bucha, e la «strategia degli stupri»
«È inevitabile che i russi vengano trovati responsabili di crimini di guerra». A dirlo — anzi: a ripeterlo — è il presidente ucraino Volodymr Zelensky, di fronte all’orrore di Bucha, di Mariupol, e di decine di altre località che hanno subito e continuano a subire l’invasione russa.

Ieri un passo avanti concreto nella direzione della raccolta delle prove si è realizzato con l’arrivo di un team della Corte penale internazionale a Bucha, confermato proprio da Zelensky.

Su quanto sia avvenuto in queste settimane, non perdete i drammatici articoli di Lorenzo Cremonesi (che intervista il comandante della Polizia di Kiev: «Venti stupri a Kiev, anche case bruciate per nascondere le prove») e Maria Teresa Meli (che parla della testimonianza della vicepremier di Zelensky al Senato italiano).

7.45 – «Missili sui centri decisionali di Kiev in caso di nuovi attacchi alla Russia»
Il fatto che la Russia stia concentrando le proprie truppe e i propri sforzi militari sul Donbass non può illudere sul fatto che il resto dell’Ucraina sia al sicuro: e se le parole del governo ucraino (che ieri sconsigliava ai suoi cittadini sfollati di tornare nelle zone liberate dalle truppe russe, per ora) nn bastassero, arrivano quelle di Mosca.

Il portavoce della Difesa russa, Igor Konashenkov, ha esplicitamente detto che la Russia colpirà i centri del potere ucraino a Kiev se verranno compiuti nuovi attacchi a obiettivi nel territorio russo. «Vediamo tentativi delle forze ucraine di sabotare e di portare avanti attacchi a strutture in Russia», ha detto, «e se questi episodi proseguono, le forze armate russe saranno costrette a colpire i centri decisionali, anche a Kiev, una cosa dalla quale l’esercito russo si è finora astenuto».

Ore 7.30 – Il «Robin» di Putin
(Paolo Valentino) Il 12 novembre 2009, nella sala di San Giorgio al Cremlino, il presidente della Russia parlò di «rinnovamento e valori democratici». Promise una «società di uomini liberi» con pieno accesso all’informazione al posto di «una società arcaica, dove il capo pensa e decide per tutti». E disse che avrebbe chiesto aiuto anche a esperti stranieri «per modernizzare le strutture arcaiche dell’economia russa».

Dmitrij Medvedev era stato eletto poco più di un anno prima al posto di Vladimir Putin, costretto a lasciare dalla limitazione del doppio mandato prevista dalla Costituzione. E il suo arrivo al Cremlino aveva suscitato grandi speranze dentro e fuori la Russia.

Oggi Medvedev ha gettato la maschera — «si esprime come se fosse da sempre un ultranazionalista antioccidentale e forse lo è sempre stato» — ed è uno dei più terribili e determinati «falchi» del Cremlino. Il racconto integrale di questa metamorfosi — che si spiega «in modo relativamente semplice» — è qui.

Ore 7.15 – La battaglia delle spie
La prima fase, con la sorprendente decisione dell’intelligence Usa di «uscire allo scoperto» e disseminare platealmente informazioni sulle intenzioni della Russia. La fase due, con il monitoraggio intenso degli invasori per garantire alla resistenza ciò che serviva: «le direttrici, le condizioni delle truppe, i guai di rifornimento: una cooperazione piena — “rivoluzionaria”, come l’aveva definita il generale Scott Berrier, direttore della Dia — effettuata per rimediare a un clamoroso errore di valutazione: erano convinti che gli ucraini sarebbero crollati». E la «componente realmente segreta»: ci sono agenti e paramilitari statunitensi sul campo, magari in possesso di passaporti di altri Stati?

Il punto militare — imperdibile — di Guido Olimpio e Andrea Marinelli, qui.

Ore 7.00 – Il Pentagono e i tempi dell’offensiva dei russi
Quando scatterà l’offensiva russa nel Donbass, per la quale Mosca sta rapidamente preparando migliaia di mezzi e soldati? La Casa Bianca non ne é sicura — e vista la precisione delle previsioni dell’intelligence Usa fino ad ora si tratta di una voce da ascoltare con attenzione.

Il portavoce del dipartimento della Difesa degli Stati Uniti, John Kirby, ha dichiarato alla Cnn che il governo americano non è sicuro dei tempi, che l’intelligence Usa sta monitorando i preparativi delle Forze armate russe e — soprattutto — che sono incerti anche gli obiettivi del presidente russo Vladimir Putin.

Secondo Kirby, gli scenari sono due, ma radicalmente diversi: Mosca potrebbe limitarsi a conquistare l’intera regione del Donbass, presentando tale risultato come una vittoria militare e tentando di far leva sul Donbass per ottenere concessioni negoziali dall’Ucraina, oppure utilizzare quella regione come testa di ponte per proseguire il conflitto più a fondo in territorio ucraino.

Ore 6.15 – Anche l’ex presidente Trump parla di genocidio in Ucraina
L’ex presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha parlato di «genocidio» in relazione alle violenze commesse contro i civili nel contesto della guerra in Ucraina. Lo riferisce la stampa Usa, ricordando che il 12 aprile l’attuale inquilino della Casa Bianca, Joe Biden, ha accusato pubblicamente di genocidio la Russia e il suo presidente Vladimir Putin. Intervistato dall’emittente televisiva «Fox News», Trump è tornato a criticare Biden sul fronte delle politiche economiche, e in particolare per l’aumento record dell’inflazione. «E aggiungiamo a questo quel che sta succedendo in Ucraina. E’ un genocidio», ha dichiarato l’ex presidente, che nei giorni scorsi aveva già definito l’invasione dell’Ucraina «un olocausto».

Ore 4.43 -Borse asiatiche tutte positive in avvio di seduta
Il Nikkei guadagna quasi l’1%, l’indice di Shanghai sale dello 0,57%. Positiva la Borsa di Hong Kong con l’indice Hang Seng che avanza dello 0,2%. In rialzo dello 0,37% la Borsa di Singapore. Sui mercati influiscono le scelte di alcuni Paesi di stringere le redini monetarie per far fronte all’inflazione.

Ore 4.30 – Australia, nuove sanzioni contro imprese statali russe
L’Australia ha imposto sanzioni finanziarie a 14 imprese statali russe, comprese entità legate alla difesa come il produttore di camion Kamaz e le compagnie di navigazione SEVMASH e United Shipbuilding Corp. Le sanzioni si estenderanno anche alla società elettronica Ruselectronics, responsabile della produzione di circa 80 % di tutti i componenti elettronici russi. Fono ad ora l’Australia ha sanzionato circa 600 persone ed entità, inclusa la maggior parte del settore bancario russo e tutte le organizzazioni responsabili del debito sovrano del paese. Ha anche fornito attrezzature per la difesa e forniture umanitarie all’Ucraina, vietando al contempo le esportazioni di allumina e minerali di alluminio, compresa la bauxite, in Russia.

Ore 3.08 – Dalla Francia aiuti militari all’Ucraina per 108 milioni di dollari
La notizia rilanciata dai siti di informazione francesi. Il governo di Parigi sarebbe intenzionato a stanziare anche ulteriori fondi per rifornire di armi l’Ucraina.

Ore 3.02 – Usa potrebbero inviare un funzionario di alto livello a Kiev
Gli Stati Uniti starebbero valutando la possibilità di inviare nei prossimi giorni un funzionario di alto livello a Kiev. Lo rivela il New York Times secondo cui si tratterebbe per l’amministrazione Usa di un segnale di sostegno all’Ucraina nella sua guerra con la Russia. Il presidente Joe Biden e la vicepresidente Kamala Harris hanno entrambi effettuato visite di alto profilo nell’ultimo mese nei paesi confinanti con l’Ucraina. Ma nessun funzionario americano ha ancora visitato pubblicamente l’Ucraina da quando la Russia ha lanciato la sua invasione alla fine di febbraio. «È altamente improbabile che il signor Biden o la signora Harris si rechino a Kiev» scrive il giornale citando una persona vicina alle decisioni dell’amministrazione. «I requisiti di sicurezza per il presidente o il vicepresidente in una zona di guerra sono enormi e richiederebbero un numero enorme di personale e attrezzature americane per fare il viaggio». Secondo il giornale si potrebbe trattare di un segretario di gabinetto o un membro anziano dell’esercito.

Ore 2.24 – Avvio in rialzo per la Borsa di Tokyo
La piazza finanziaria giapponese beneficia dei guadagni di Wall Street sull’onda del calo dei rendimenti dei treasuries americani. L’indice Nikkei ha registrato un rialzo dello 0,34% a 26.935,78 punti nei primissimi scambi.

Ore 1.59 – Giallo sull’incrociatore russo Moskva. Kiev: colpito da noi. I russi: incendio a bordo
L’ammiraglia della flotta russa nel Mar Nero, l’incrociatore missilistico Moskva, è stata gravemente danneggiata dall’esplosione delle munizioni a bordo. Lo ha riferito il ministero della Difesa russo. L’equipaggio era stato evacuato. Un funzionario ucraino in precedenza aveva affermato che la Moskva era stata colpita da due missili. La nave da 12.500 tonnellate ha un equipaggio di circa 500 persone. La Moskva era armata con 16 missili da crociera «Vulkan» antinave, che hanno una portata di almeno 700 km (440 miglia). «A seguito di un incendio sull’incrociatore missilistico Moskva, le munizioni sono esplose. La nave è stata gravemente danneggiata », ha affermato in una nota il ministero della Difesa russo, che però non ha specificato le cause dell’incendio che ha provocato l’esplosione. Resta dunque un giallo, anche se l’Ucraina rivendica l’attacco missilistico contro la nave.

Ore 1.38 – La Russia stanzierà sussidi per le compagnie aeree nazionali colpite dalle sanzioni
Il governo russo valuterà lo stanziamento di fondi per i sussidi alle compagnie aeree nazionali che hanno perso entrate a causa delle sanzioni. Lo riporta il sito del Consiglio dei Ministri citato dall’agenzia Tass. I fondi, si legge, compenseranno le mancate entrate derivanti dalla cessazione dei contratti di trasporto con passeggeri a causa dell’annullamento del trasporto internazionale e (o) nazionale in condizioni di pressione di sanzioni esterne.

Ore 1.17 – Elicotteri, obici e munizioni: le nuove armi degli Usa all’Ucraina
A qualche ora dall’annuncio del presidente americano Joe Biden di un altro invio di armi all’Ucraina per un totale di 800 milioni di dollari, il Pentagono ha pubblicato la lista delle nuove forniture. Nell’elenco ci sono 18 obici da 155 mm, 40.000 proiettili di artiglieria, sistemi radar di sorveglianza aerea AN/TPQ-36, AN/MPQ-64 Sentinel e mine anti-uomo Claymore M18A1. Inoltre, per aiutare le truppe ucraine a spostarsi sul campo gli Stati Uniti invieranno 100 veicoli corazzati Humvee, 200 mezzi corazzati per M113 e 11 elicotteri Mi-17. Questi vanno ad aggiungersi ai cinque già inviati all’inizio di quest’anno. Nel pacchetto, precisa il Pentagono, sono inclusi anche altri Switchblade, i cosiddetti «droni kamikaze», missili Javelin, attrezzature mediche, giubbotti antiproiettile ed elmetti. Nel briefing di ieri il portavoce del Pentagono ha detto, inoltre, che sono stati inviati in Ucraina anche «dispositivi di protezione individuale contro armi chimiche».

Ore 0.49 – Dipartimento di Stato Usa con Biden: giusto usare il termine genocidio
Il Dipartimento di Stato Usa ha difeso la posizione del presidente Joe Biden sul fatto che quello che sta accadendo in Ucraina è un genocidio. «Non è un incidente», ha detto la numero tre del Dipartimento Victoria Nuland. «È una decisione intenzionale della Russia, delle sue forze, distruggere l’Ucraina e la sua popolazione civile», ha aggiunto. «Alla fine – ha aggiunto parlando con la Cnn – le parole di Biden saranno dimostrate quando le prove saranno evidenti».

Ore 0.21 – Le Pen: quando la guerra sarà finita, sosterrò un piano di sviluppo strategico fra Nato e Russia
«Quando la guerra tra Russia e Ucraina sarà finita e risolta da un trattato di pace, sosterrò l’attuazione di uno sviluppo strategico tra NATO e Russia», ha affermato la candidata alla presidenza francese Marine Le Pen.

Ore 0.01 – New York Times: oligarca Medvedchuk nominato nell’inchiesta sul Russiagate
Il nome dell’oligarca russo Viktor Medvedchuk, arrestato in Ucraina e considerato persona vicina a Vladimir Putin, era comparso nelle indagini sul Russiagate. Lo rivela il New York Times. Da quanto emerso Medvedchuk è stato un cliente del consulente politico repubblicano Paul Manafort, responsabile della campagna di Donald Trump nel 2016, arrestato per frode e poi graziato dall’allora presidente nel 2020. L’oligarca, precisa il New York Times, non è considerato una figura centrale dalle indagini sul Russiagate e tuttavia resta inquietante il fatto che sia anche solo nominato un personaggio che per oltre due decenni è stato vicino sia politicamente che personalmente a Putin ed è stato una figura di spicco nell’ala filo-russa della politica ucraina, dove proprio Manafort ha trovato diversi clienti.

14 aprile 2022 (modifica il 14 aprile 2022 | 08:40)

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, 2022-04-14 06:23:00, Le notizie di giovedì 14 aprile sulla guerra in Ucraina, in diretta: la caduta di Mariupol sembra imminente, polemiche sull’uso della parola «genocidio» da parte di Biden, Lorenzo Cremonesi, Giusi Fasano, Andrea Nicastro, Marta Serafini, Paolo Foschi

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