Ucraina Russia, news di oggi sulla guerra | Londra: «I russi possono usare bombe al fosforo a Mariupol». Kadyrov minaccia: arriveremo a Kiev

di Lorenzo Cremonesi, Giusi Fasano, Andrea Nicastro, Marta Serafini

Le notizie di lunedì 11 aprile sulla guerra in Ucraina, in diretta: l’Italia firma un accordo sul gas con l’Algeria e respinge le accuse di Mosca. Si prepara l’assalto della Russia al Donbass: secondo l’intelligence di Londra la Russia è pronta a riutilizzare bombe al fosforo a Mariupol

La guerra in Ucraina è al 47esimo giorno, e Mosca sta accelerando le manovre per portare l’assalto al Donbass, come spiegano qui Guido Olimpio e Andrea Marinelli.
Nella giornata di ieri sono state scoperte altre fosse comuni e orrori.
• Scontro tra Italia e Russia: nella giornata di oggi, ad Algeri, il premier Draghi e il ministro degli Esteri Di Maio firmeranno un accordo sul gas con l’Algeria, «per far fronte ai ricatti russi», ha detto il titolare della Farnesina. Mosca: «È l’Ue che ricatta la Russia». La replica dell’Italia: «Il ricatto è da parte di chi pretende il pagamento in rubli», violando le condizioni contrattuali.
• Gli Stati Uniti ritengono che la responsabilità della scelta di «brutalizzare» i civili sia direttamente del presidente russo, Vladimir Putin.
• In quella che, per Putin, rappresenta certamente una prima sconfitta, ieri Marine Le Pen è stata battuta da Emmanuel Macron nel primo turno delle presidenziali francesi.

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Ore 8.30 – I morti russi, secondo l’Ucraina
Quante sono le vittime russe della guerra in Ucraina? Mosca non ha mai risposto a questa domanda, e si è limitata – in una contestatissima (dai falchi) ammissione del portavoce di Putin, Peskov — a riconoscere di aver subito perdite tragiche.

Secondo l’Ucraina, invece, quei morti sono almeno 19.500 — un dato che, se vero, sarebbe catastrofico, per Mosca.

La Russia avrebbe perso anche 725 carri armati, 1.923 mezzi corazzati, 347 sistemi d’artiglieria, 111 lanciarazzi multipli, 55 sistemi di difesa antiaerea, 154 aerei, 137 elicotteri, 1.387 autoveicoli, 7 unità navali, 76 cisterne di carburante e 112 droni.

Ore 8.10 – La Russia vieta l’espatrio dei dirigenti di banca
(Fabrizio Dragosei) La Russia dei primi anni della presidenza Putin non esiste più e un numero sempre maggiore di persone è convinto che non ritornerà, almeno per parecchi anni.

Così chi può fa le valigie e va a costruirsi una nuova vita altrove.
Chi può.
Perché di fronte a questa sfiducia espressa dalla parte dinamica della società, il regime risponde con norme sempre più restrittive.

Tra breve è possibile che anche agli alti gradi degli istituti bancari sia proibito lasciare il Paese, come è già previsto, «per motivi di sicurezza nazionale», per militari, poliziotti, agenti segreti, scienziati in possesso di informazioni riservate.

Per questo alla Duma è pronto un disegno di legge presentato dal partito putiniano Russia unita per vietare l’espatrio a chi ricopre cariche di vertice nelle banche, nelle assicurazioni e nei fondi pensioni. La scusa è che dirigenti e impiegati potrebbero portarsi via anche borse piene di quattrini.

Il racconto completo è qui

Ore 8.05 – La «diplomazia del gas» dell’Italia
(Luca Angelini) Mentre i combattimenti continuano a infuriare, in Ucraina, l’Italia continua la sua «diplomazia del gas». Il premier Mario Draghi sarà oggi in Algeria: incontrerà il presidente Abdelmadjid Tebboune per celebrare la firma di un accordo che porterà almeno 9 miliardi di metri cubi in più di gas dall’Algeria. Una cifra che nelle stime dell’amministratore delegato di Eni, Claudio Descalzi, potrebbe arrivare anche a 11 miliardi: insomma l’Algeria passerà dagli attuali 20 miliardi a oltre 30.

Il ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, ha parlato di nuovo accordo per rendere l’Italia «un Paese più indipendente dai ricatti». E Mosca ne ha approfittato per l’ennesimo attacco, per bocca della portavoce del ministero degli Esteri Maria Zacharova: «Non è la Russia che ricatta l’Unione Europea con le forniture di gas, è l’Unione Europea che ricatta la Russia con sanzioni e minacce di nuove restrizioni, rafforzando le forze armate dei suoi Paesi lungo il perimetro dei confini russi e fornendo armi di ogni tipo all’Ucraina».

A proposito di sanzioni, Milena Gabanelli e Simona Ravizza fanno il punto, in un Dataroom, su quanto stiano davvero costando a Mosca.

Ore 8.00 – Ma la trattativa, a che punto è? Perché la pace è ancora lontana
(Andrea Nicastro) Non c’è pace in vista. La Russia prepara la battaglia del Donbass e ordina 220/250 raid aerei al giorno: non proprio un segno di buona volontà.

Dal lato ucraino, il capo negoziatore Mykhailo Podolyak è altrettanto bellicoso: «Dopo aver vinto potremo dettare le nostre condizioni».

Per il momento, dunque, a parlare sono soprattutto le armi. Entrambi i contendenti cercano di imporsi sul terreno. In questo quadro tremendo, perché significa che ci saranno altri morti e distruzione, aleggiano una serie di variabili.

Dalle richieste russe a quelle ucraine, dai mediatori alle disponibilità finanziarie dei due Paesi: ecco che cosa allontana Ucraine a Russia dal tavolo negoziale — e che cosa può riavvicinarle.

Ore 7.30 – I russi hanno usato bombe al fosforo, e potrebbero riutilizzarle a Mariupol
L’accusa circolava da giorni. Ora però, a darle sostanza, è il ministero della Difesa britannico, nel suo quotidiano aggiornamento sul campo. I militari russi hanno utilizzato bombe al fosforo nella regione di Donetsk — si legge — e questo alza la probabilità che possano riutilizzarle a Mariupol, teatro da settimane di combattimenti feroci.

Non solo: emergono nuove prove di crimini di guerra, come una «tomba improvvisata contenente civili ucraini deceduti» trovata nei pressi di Burzova. E «persistono le accuse di violenza sessuale perpetrate dal personale militare russo».

Al momento, poi — continua Londra — le forze ucraine hanno respinto diversi assalti nelle regioni di Donetsk e Luhansk, distruggendo carri armati, veicoli e postazioni d’artiglieria.

Ore 7.00 – Zelensky: «Settimana decisiva. La Russia ha perso il contatto con la realtà. Grati alla Germania»
Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, in un discorso diffuso nella notte, ha avvertito l’Ucraina che quella in arrivo — con l’assalto, annunciato, delle truppe russe al Donbass — sarà una settimana decisiva. Una frase che tiene insieme molti aspetti: quello militare, certo, ma anche quello diplomatico (perché, come ha detto ieri il ministro degli Esteri Kuleba, ci si siederà al tavolo negoziale solo dopo la battaglia del Donbass, e sarà cruciale vederne l’esito) e quello umanitario (permettere la fuga dei civili dall’est del Paese, e aiutare coloro che ancora restano intrappolati in città come Mariupol, è di importanza capitale).

Zelensky ha anche parlato della Russia, spiegando che Mosca ha «perso il legame con la realtà al punto da accusare noi di aver commesso ciò che le truppe russe hanno ovviamente fatto», da Bucha a Kramatorsk (dove le vittime dell’attacco alla stazione sono diventate, ieri, 57).

Il leader ucraino ha anche ringraziato la Germania per il suo «cambio di posizione» rispetto a Kiev: nel colloquio con il cancelliere Scholz, ha detto, i due si sono concentrati su «come assicurare alla giustizia tutti i colpevoli di crimini di guerra, come rafforzare le sanzioni contro la Russia e come costringere la Russia a cercare la pace. Mi aspetto che tutto ciò che abbiamo concordato verrà implementato»: e il passaggio chiave – quello sulle sanzioni – tornerà oggi sul tavolo dell’Europa.

Ore 6.15 – Le fosse comuni, e i russi in marcia sull’Est
(Lorenzo Cremonesi, inviato a Kiev) I due cadaveri sono gettati sul fondo di un tombino sul retro della stazione di benzina che sta all’incrocio tra l’autostrada M6 per Kiev e il villaggio di Buzova. I volti anneriti giacciono nel fango: sono vestiti con abiti civili, scarponcini, le giacche sporche di terra e infradiciate dalla pioggia. «Li conosco bene, sono due ragazzi che si erano offerti tra i volontari della difesa civile. Li hanno uccisi i russi. Non credo fossero armati. Una delle due mamme è appena stata qui per il riconoscimento».

Ore 4.29 – Ucraina, sirene antiaeree in gran parte delle regioni
Oltre che nelle principali città del sud e dell’est dell’Ucraina, intorno alle 4:30 locali le sirene che segnalano possibili attacchi aerei hanno cominciato a suonare su quasi tutto il territorio ucraino. In dettaglio l’allarme è scattato nelle regioni di Kiev, Leopoli, Dnipro, Termopil, Volyn, Zakarpattia, Chernivtsi, Rivne, Ivano Frankivsk, Khmelnytsky, Kirovohrad, Cherkasy, Zhytomyr, Vinnytsia e Sumy.

Ore 3.05 – Il leader ceceno Kadyrov minaccia: prenderemo anche Kiev
«Ci sarà un’offensiva. Non solo su Mariupol, ma anche su altri luoghi, città e villaggi. In primo luogo libereremo completamente Luhansk e Donetsk, e poi prenderemo Kiev e tutte le altre città». Lo ha detto – come riporta il Guardian – Ramzan Kadyrov, capo della repubblica russa della Cecenia e comandante delle milizie cecene impegnate nella guerra in Ucraina, in un video pubblicato sul suo canale Telegram.

Ore 2. 30 – Sirene antiaeree suonano in città sud ed est
Le sirene di allarme per attacco aereo sono tornate a suonare nel sud e nell’est dell’Ucraina. L’allerta è scattata poco dopo le 3 locali (le 2 in Italia) in varie città, da Odessa a Zaporizhia, da Kharkiv a Izium, fino a Poltava. I cittadini sono invitati dalle autorità a ripararsi nei rifugi.

Ore 2.19 – Il Nyt: russi pronti a offensiva tra Izium e Dnipro
La Russia è pronta a un’offensiva militare tra Izium e Dnipro, nell’est dell’Ucraina. Lo sostengono alcuni analisti statunitensi interpellati dal New York Times, che prevedono nei prossimi giorni un attacco nel Donbass. L’offensiva dovrebbe iniziare nella cittadina di Izium e proseguire fino a Dnipro, considerata un «obiettivo strategico». Gli analisti – riporta il Nyt – hanno esaminato alcune immagini satellitari che mostrano centinaia di veicoli militari in movimento verso Izium, situata a circa 230 chilometri a est di Dnipro.

Ore 1.50 – I russi avanzano a Mariupol, città divisa in due
Le forze russe hanno conquistato nuovo territorio a Mariupol nelle ultime 24 ore, riuscendo a dividere in due la città portuale ucraina assediata ormai da settimane. Lo afferma – come riportato dal The Guardian – l’equipe di esperti dell’Institute for the Study of War, con sede a Washington, nel suo ultimo report. I restanti difensori ucraini – si stima circa 3.000 combattenti – si trovano nel porto principale a sud-ovest e nell’acciaieria Azovstal a est.

Ore 00.53 – Ucraina: intelligence Gb, nuove prove crimini guerra russi
«Ulteriori prove di presunti crimini di guerra russi continuano ad emergere dopo il ritiro delle forze russe dall’Ucraina settentrionale. Ciò include la scoperta di una tomba improvvisata contenente civili ucraini morti vicino a Buzova». Lo scrive in un report l’intelligence del ministero della Difesa del Regno Unito, aggiungendo anche che «persistono le accuse di violenza sessuale perpetrate dal personale militare russo».

Ore 00.01 – Zelensky: arriverà giorno in cui russi dovranno ammettere errori
«Quando le persone non hanno il coraggio di ammettere i propri errori, scusarsi, adattarsi alla realtà e imparare, diventano dei mostri. E quando il mondo lo ignora, i mostri decidono che il mondo deve adattarsi a loro». Sono queste le parole del presidente ucraino Volodymyr Zelensky nell’ultimo messaggio pubblicato su Telegram, in cui assicura: «L’Ucraina fermerà tutto questo. Niente aiuterà la codardia russa. Verrà il giorno in cui dovranno ammettere tutto, ammettere la verità».

11 aprile 2022 (modifica il 11 aprile 2022 | 08:28)

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, 2022-04-11 06:34:00, Le notizie di lunedì 11 aprile sulla guerra in Ucraina, in diretta: l’Italia firma un accordo sul gas con l’Algeria e respinge le accuse di Mosca. Si prepara l’assalto della Russia al Donbass: secondo l’intelligence di Londra la Russia è pronta a riutilizzare bombe al fosforo a Mariupol, Lorenzo Cremonesi, Giusi Fasano, Andrea Nicastro, Marta Serafini

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