Ucraina-Russia, perché dividere il Donbass potrebbe essere la chiave dell’accordo di pace

di Vincenzo CamporiniUna linea di demarcazione nelle regioni di Donetsk e Lugansk tra le comunità fedeli a Mosca e Kiev: una impresa ardua, ma potrebbe portare un assetto meno precario qualunque sia l’assetto futuro (autonomia, indipendenza o annessione alla Russia) Mentre si continua a combattere e i negoziati fra le parti procedono stancamente, possiamo provare ad abbozzare qualche ipotesi per la flemmatizzazione della crisi ucraina, fermo restando che l’unica soluzione in linea con i principi del diritto internazionale è quella del ritiro delle truppe russe entro i propri confini e la sollecita applicazione degli accordi Minsk 2, eventualmente aggiornati, il che peraltro lascerebbe irrisolta la questione Crimea. Ma concentriamo l’attenzione sul Donbass, che nelle intenzioni di chi ha negoziato l’accordo Minsk 2 avrebbe dovuto ottenere uno statuto di larga autonomia, pur rimanendo sotto la sovranità di Kiev, ma che dal 2014 ha visto frustrate le proprie ambizioni. Ciò ha dato il via ad una ribellione, una vera e propria guerra civile, con migliaia di vittime da entrambe le parti, quella irredentista e quella lealista. Questo conflitto interno ha fornito al Cremlino il casus belli per l’invasione di cui siamo oggi testimoni e la sua soluzione sarà uno dei punti chiave dei futuri accordi. I due oblast che formano il Donbass, quello di Donetsk e quello di Lugansk, ciascuno dei quali più vasto della Lombardia, non sono affatto omogenei dal punto di vista della questione linguistica e dell’atteggiamento politico: in entrambi una larga fascia, confinante con la Russia, guarda a Mosca come un punto d’approdo, mentre per l’altra parte la fedeltà al governo centrale di Kiev è un obiettivo irrinunciabile. Questa spaccatura la possiamo vedere oggi sul terreno, con gli schieramenti che si combattono, da un lato le truppe russe e dall’altro quelle ucraine. Una futura soluzione dovrà necessariamente prendere atto della situazione, poiché in caso contrario, qualsiasi sia l’assetto futuro delle due regioni, indipendenza, annessione alla Russia o autonomia all’interno dell’Ucraina, il problema irrisolto della convivenza delle diverse e opposte comunità rischierebbe di dare origine ad un altro «conflitto congelato», simile a quelli in Moldavia, in Georgia, nel Nagorno Karabakh, con un alto rischio di periodiche esplosioni. Che ci dice la storia recente in circostanze che presentano qualche analogia? Consideriamo gli avvenimenti in Kosovo: dopo ingresso delle truppe della NATO nel giugno del 1999, lo status della regione fu oggetto di un intenso lavoro diplomatico, culminato nel piano predisposto da Martti Ahtisaari, che venne rifiutato da ambo le parti. Il 17 febbraio 2008 Pristina dichiarò unilateralmente l’indipendenza, riconosciuta solo da 98 membri dell’ONU, secondo i confini amministrativi preesistenti e senza tenere conto della distribuzione etnica tra la comunità albanese e quella serba, quest’ultima prevalentemente concentrata a nord del fiume Ibar. Una linea di demarcazione posta lungo il corso del fiume avrebbe risolto alla radice il problema del rapporto tra le due comunità, ma si preferì non infrangere il tabù della intangibilità dei confini, con il risultato che oggi, 13 anni dopo la cessazione delle ostilità, in un territorio poco più grande dell’Umbria è ancora necessario tenere un contingente di 3800 militari per impedire il riaccendersi della conflittualità. Tornando quindi alla questione del Donbass, potrebbe essere opportuna una presa d’atto delle difficoltà della convivenza sotto un’unica amministrazione di comunità così antagoniste e di verificare se non sia possibile la definizione di una linea di demarcazione all’interno dei due oblast tra coloro che vogliono mantenere uno stretto legame con Kiev e chi preferisce invece legarsi in qualche forma alla Russia. L’individuazione di un simile confine sarebbe certo ardua impresa, ma forse porterebbe a uno stato finale meno precario e meno suscettibile di provocare un riaccendersi delle ostilità. 3 aprile 2022 (modifica il 3 aprile 2022 | 12:02) © RIPRODUZIONE RISERVATA , 2022-04-03 10:03:00, Una linea di demarcazione nelle regioni di Donetsk e Lugansk tra le comunità fedeli a Mosca e Kiev: una impresa ardua, ma potrebbe portare un assetto meno precario qualunque sia l’assetto futuro (autonomia, indipendenza o annessione alla Russia), Vincenzo Camporini

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