Ucraina, Todde (M5S): «Lavoriamo ad una risoluzione unitaria». Di Maio: mi attaccano con odio, dirigenti M5S mettono in difficoltà il governo

di Redazione PoliticaLa vicepresidente dei 5 Stelle conferma il lavoro del gruppo a una mozione di maggioranza dopo le comunicazioni del premier Draghi in Senato il 21 giugno. Convocato per stasera il Consiglio nazionale che dovrà discutere di Di Maio. Il ministro degli Esteri replica con una nota Si terrà stasera alle 21 il Consiglio nazionale del Movimento sul caso Luigi Di Maio che sta terremotando i 5 Stelle. Il ministro degli Esteri aveva puntato il dito contro «una parte del Movimento che ha proposto una bozza di risoluzione» sulle comunicazioni del premier Draghi previste al Senato il 21 giugno. Una bozza, chiariva Di Maio, «che ci disallinea dall’alleanza della Nato e dell’Ue, la Nato è un’alleanza difensiva, se ci disallineamo dalla Nato mettiamo a repentaglio la sicurezza dell’Italia». Parole che hanno fatto infuriare il leader M5S Giuseppe Conte e spinto i vertici a convocare il Consiglio nazionale. Nel frattempo la viceministra Sviluppo economico e vicepresidente del M5s Alessandra Todde conferma a SkyTg24 il lavoro del gruppo a una mozione unitaria di maggioranza: «Io trovo vergognoso che ieri sia stata fatta circolare una bozza vecchia che non ha niente a che fare con la base su cui stiamo discutendo. La risoluzione deve essere di maggioranza. I temi che stiamo portando avanti credo siano condivisibili con le altre forze di maggioranza: la de-escalation militare e a fronte di un conflitto che si sta allungano far tornare il Parlamento centrale», ha chiarito. Il Consiglio nazionale di stasera — confermano fonti M5S — avrà all’ordine del giorno la discussione sulla linea politica da tenere sulla risoluzione di maggioranza in vista delle comunicazioni del premier Draghi alla vigilia del Consiglio europeo del 23-24 giugno e sulle dichiarazioni del ministro degli Esteri Luigi Di Maio. Sulle decisioni prese dal Consiglio potrà essere chiamata ad esprimersi la base del Movimento. Todde non risparmia critiche al titolare della Farnesina: «La posizione del ministro Di Maio sta indebolendo tutta la nostra comunità, la sta mettendo in discussione. In un momento in cui dobbiamo essere vicini ai cittadini e alle imprese è una cosa che non può farci felici. Trovo bizzarro che lui che fa parte della nostra compagine non abbia chiara la ricetta del M5S, forse era chiara solo quando lui era il capo politico? La nostra ricetta sarebbe sicuramente più chiara se invece di occuparci di questioni interne potessimo parlare alle persone. È totalmente pretestuoso sostenere che il M5S possa costituire un problema per la sicurezza nazionale dell’Italia». La bozza che è stata fatta circolare e che ha innescato il caso, assicura la vicepresidente del Movimento, «rappresenta una iniziativa presa da alcuni senatori tempo fa per alimentare una discussione interna, quello che c’è scritto può anche essere relativo al tema e al dibattito che c’è stato sull’invio delle armi, ma non è la base di discussione oggi. Prenderla come pretesto per attaccare la propria compagine politica lo ritengo un comportamento non corretto». Intanto interviene con una lunga nota direttamente Di Maio: « La prossima settimana in Parlamento si voterà la risoluzione sulla posizione che il governo porterà avanti ai tavoli europei. Da ministro degli Esteri della Repubblica italiana ho ribadito e continuerò a ribadire che l’Italia non può permettersi di prendere posizioni contrarie ai valori euro-atlantici. Valori di democrazia, di libertà, di rispetto della persona e di difesa degli Stati. Tutti cerchiamo e vogliamo la pace. Intanto, però, Putin sta continuando a bombardare l’Ucraina, ignorando la richiesta della comunità internazionale di sedersi a un tavolo per i negoziati. Intanto l’esercito russo continua a uccidere civili innocenti e blocca i porti e l’export del grano, rischiando di causare una ulteriore guerra che, a sua volta, potrebbe generare l’aumento di nuovi flussi migratori incontrollati, anche verso il nostro Paese. Nel frattempo dobbiamo rimanere uniti per vincere in Ue la battaglia sul tetto massimo al prezzo del gas, per contrastare le speculazioni e tutelare famiglie e imprese italiane». Poi la secca replica a chi lo ha duramente criticato: «Davanti a uno scenario del genere, i dirigenti della prima forza politica in Parlamento, invece di fare autocritica, decidono di fare due cose: attaccare, con odio e livore, il ministro degli Esteri e portare avanti posizioni che mettono in difficoltà il governo in sede Ue. Un atteggiamento poco maturo che tende a creare tensioni e instabilità all’interno del governo. Un fatto molto grave.  Vengo accusato dai dirigenti della mia forza politica di essere atlantista ed europeista. Lasciatemi dire che, da ministro degli Esteri, davanti a questa terribile guerra rivendico con orgoglio di essere fortemente atlantista ed europeista. Ricordo innanzitutto a me stesso che abbiamo precise responsabilità: in ballo c’è il futuro dell’Italia e dell’Europa». Nel Movimento resta infuocata la discussione tra «contiani» e «dimaiani». Da un lato il gruppo dirigente vicino a Conte chiede un chiarimento e ipotizza l’espulsione di Di Maio. «Personalmente ritengo che occorra prendere provvedimenti, magari coinvolgendo la rete o comunque il consiglio nazionale. Vorrei ricordare che da capo politico Di Maio ha espulso persone per cose molto meno gravi, dice il vicepresidente M5S Riccardo Ricciardi, per il quale il ministro ieri, parlando di rischio per la sicurezza nazionale in caso di un posizionamento grillino critico verso Draghi sull’Ucraina, ha rivolto «un attacco strumentale ed è grave che utilizzi la sicurezza del Paese per attaccare i 5 Stelle». Anche un altro dei 5 vicepresidenti M5S, Michele Gubitosa, afferma: «Siamo a un punto di non ritorno: Luigi Di Maio ha pianificato la sua uscita dai 5 Stelle. È inaccettabile il fango che getta sul Movimento. Il M5S non è stato mai anti-atlantista. Nelle ultime 24 ore da vicepresidente del M5S mi sto domandando se possiamo ancora consideralo un ministro in quota 5 Stelle». Sul fronte opposto entra nel merito il senatore Primo De Nicola: «Se si vuole portare l’Italia fuori dalle posizioni storiche in politica estera, è chiaro che non si può convivere, in gioco c’è il destino del Paese. Su un tema così nobile ci può essere anche una scissione» Sulla risoluzione che chiede di bloccare le forniture di armi all’Ucraina «nessuno di noi è stato coinvolto — afferma —. Ne avevamo sentito parlare e per questo avevamo messo le mani avanti da giorni, chiedendo che non ci fosse un atto autonomo di questo tipo. Oggi scopriamo che era vero e che qualcuno sta ancora lavorando a una risoluzione che potrebbe spaccare la maggioranza, probabilmente far cadere il governo e disallineare l’Italia dalle sue alleanze storiche europee e atlantiche». Mentre per Enrica Sabatini, socia della piattaforma Rousseau e compagna di Davide Casaleggio, «il M5s è un’esperienza finita. Varrebbe la pena che si prendesse atto serenamente di questa realtà. E inutile l’idea di poter risollevare qualcosa che ormai è rifiutato dall’elettorato. Insomma, sarebbe meglio prendere quel che resta del Movimento, metterlo in una bottiglia e buttarla nell’Oceano». I risultati delle ultime elezioni amministrative «parlano da soli ed è emerso chiaramente che Conte non è il Movimento e gli elettori non lo votano — spiega —. Sarebbe meglio che si facesse il suo partito, un partito personale anziché personalizzare il Movimento». Mentre Luigi Di Maio «combatterà fino alla fine. Per come lo conosco, penso che difficilmente mollerà il Movimento, ma poi alla fine anche lui si dovrà rendere conto che il M5S è ormai una bad company e che sarà meglio mettere in naftalina questo soggetto politico per costruire qualcosa di nuovo, con un simbolo diverso e con una visione diversa da quella che ha contrassegnato i 5 Stelle degli esordi. Non credo ci siano altre possibilità». 19 giugno 2022 (modifica il 19 giugno 2022 | 14:23) © RIPRODUZIONE RISERVATA , 2022-06-19 11:59:00, La vicepresidente dei 5 Stelle conferma il lavoro del gruppo a una mozione di maggioranza dopo le comunicazioni del premier Draghi in Senato il 21 giugno. Convocato per stasera il Consiglio nazionale che dovrà discutere di Di Maio. Il ministro degli Esteri replica con una nota, Redazione Politica

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