Grilli in polvere, via libera dellUe al commercio come alimento

Il caso

di Gabriele Principato

L’Unione europea autorizza il commercio di grilli come alimento. Ora possono essere venduti sotto forma di polvere parzialmente sgrassata. Lo prevede il Regolamento di esecuzione Ue 2023/5 della Commissione pubblicato ieri sulla GU comunitaria

L’Unione europeaautorizza il commercio di grilli come alimento. L’Acheta domesticus, vale a dire il grillo domestico, potr essere venduto sotto forma di polvere parzialmente sgrassata. Lo prevede il Regolamento di esecuzione Ue 2023/5 della Commissione del 3 gennaio 2023 pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale comunitaria.

Come sar indicata sulle etichette la presenza di polvere di grilli

La denominazione del nuovo alimento figurante sull’etichetta dei prodotti alimentari che lo contengono polvere parzialmente sgrassata di Acheta domesticus (grillo domestico). L’etichetta dei prodotti alimentari contenenti polvere parzialmente sgrassata di Acheta domesticus (grillo domestico), si legge, indica che tale ingrediente pu provocare reazioni allergiche nei consumatori con allergie note ai crostacei e ai prodotti a base di crostacei, ai molluschi e ai prodotti a base di molluschi e agli acari della polvere. Tale indicazione figura accanto all’elenco degli ingredienti.

Come viene prodotta la polvere di grilli

Il nuovo alimento costituito dalla polvere parzialmente sgrassata ottenuta da Acheta domesticus (grillo domestico) intero mediante una serie di fasi, che prevedono un periodo di digiuno di 24 ore degli insetti per consentire lo svuotamento intestinale, l’uccisione degli insetti mediante congelamento, il lavaggio, il trattamento termico, l’essiccazione, l’estrazione dell’olio (estrusione meccanica) e la macinazione.

La Fao e le prospettive sugli insetti commestibili

Da anni l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura (Fao) spinge verso il consumo di insetti anche in Occidente, forte del fatto che nel mondo facciano gi parte della dieta di oltre 2 miliardi di persone. In altri continenti, infatti, mangiare insetti considerato normale. In Cina i millepiedi croccanti, arrostiti al forno e poi affumicati, sono un popolare snack. Stessa sorte per la hormiga culona colombiana, formica cos chiamata a causa del suo addome prominente. Fritta o tostata considerata una vera delizia. E in Europa? Nei menu di chef in Gran Bretagna, Olanda o Belgio compaiono gi piatti a base di formiche, cavallette, scorpioni e altre pietanze del genere, buone per la salute — dicono gli esperti — perch ricche di proteine e prive di grassi. Del resto, se fino a qualche anno fa l’uso a fini alimentari degli insetti era vietato, l’Unione europea, dopo la valutazione dell’Autorit per la sicurezza alimentare, ha dato il semaforo verde alla vendita di tre insetti per l’alimentazione umana: la locusta migratoria, la tarma della farina e il grillo domestico, che possono essere consumati interi congelati o essiccati, oppure macinati e uniti ad altri ingredienti per realizzare, ad esempio, prodotti da forno. O, ancora, utilizzati come mangimi per animali d’allevamento. Una scelta, questa di Bruxelles orientata a promuovere in Europa il passaggio a un’alimentazione pi sostenibile secondo quanto previsto dal Piano d’azione Ue 2020-2030. E dalla strategia alimentare comunitaria Farm to fork, che contempla gli insetti all’interno della categoria dei novel food — ossia i nuovi alimenti —, un’importante e innovativa fonte di proteine animali a basso impatto ambientale. Un esempio? Un chilo di grilli ha bisogno di 15 mila litri di acqua in meno rispetto a ogni chilo di carne prodotta e il loro allevamento genera 100 volte meno gas a effetto serra. Ci vuole dire che in Italia, nel giro di qualche anno, troveremo gli insetti serviti nei ristoranti sotto casa? Non secondo uno studio di Coldiretti/Ixe effettuato qualche mese fa che ha evidenziato come il 54% degli italiani li consideri troppo distanti dalla nostra cultura gastronomica. Alla base di tutto, secondo numerosi studi sociologici, c’ il senso del disgusto, che per potrebbe essere contrastato con una corretta informazione e promozione del prodotto in s.

I dubbi italiani

Mangi pure gli insetti chi ha voglia di esotico, ma un gioco in malafede promuoverli per una dieta sostenibile in alternativa alla nostra. Ad affermarlo in una nota Luigi Scordamaglia, consigliere delegato di Filiera Italia. Nessuna riserva, ci mancherebbe altro, per chi voglia assaggiare `cibi esotici, lontani dalla nostra cultura, sbagliato e diseducativo, per, presentarli come alimenti sostenibili da scegliere in alternativa alla nostra dieta perch meno impattanti sull’ambiente, precisa il consigliere. Si tratta di affermazioni false — continua Scordamaglia — perch la nostra dieta non solo di qualit, ma a basso impatto ambientale. L’agroalimentare italiano, infatti, a fronte del pi alto valore aggiunto in Europa pari a 65 miliardi di euro, espressione della qualit prodotta, ha una emissione di CO2 ad essa correlata pari ad 1/3 delle emissioni francesi e a met di quelle tedesche, per non parlare del confronto con altri continenti. Inoltre va considerato che molti insetti contengono numerosi elementi antinutritivi che ostacolano il normale assorbimento dei nutrienti, riducendone l’efficienza nutrizionale — dice ancora Scordamaglia — per non parlare delle sostanze chimiche contaminanti e causa di intossicazione, come quella avvenuta nel 2007 in California per consumo di cavallette importate dal Messico, sostanze spesso presenti in questi insetti, dato che molto spesso essi sono importati da Paesi con standard di sicurezza nettamente inferiori ai nostri. Basta, conclude, proporre cibi sintetici o esotici lontani dalla nostra cultura come panacea green per l’alimentazione del futuro, la nostra dieta fatta di qualit, sicurezza, cultura, territori e sostenibilit il modello ideale da valorizzare e proteggere.

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