Ultras del Napoli, il patto di sangue in Europa per dare la caccia ai romanisti

di Fabio Postiglione

Per i tifosi partenopei, tra legami con la camorra e la vendetta per Ciro Esposito, quella contro gli ultras della Roma diventata una missione: dal 2014 se si picchia un romano nessuno viene lasciato solo. Accordi cone le curve di mezza Europa.

Il dolore. La rabbia.

Cinque mesi dopo la morte di Ciro Esposito, il primo novembre 2014, gli ultr del Napoli hanno siglato il patto di vendetta.

E il dolore per la morte del giovane tifoso del Napoli, la rabbia per l’agonia durata un mese, si trasformata in ossessione. In ogni luogo d’Italia e d’Europa, con ogni mezzo, servendosi di ogni uomo, anche dei nemici, Ciro deve essere vendicato. Un patto reso pubblico con uno striscione allo stadio Maradona durante la partita disputata proprio contro la Roma quel novembre di nove anni fa.

Ogni parola vana, se occasione ci sar non avremo piet.

E da quel momento partita la caccia ai romanisti conclusasi (per ora) due giorni fa a Badia al Pino.

I patti internazionali

Due settimane dopo quello striscione la prima vendetta fu organizzata e voluta dagli eterni nemici dei napoletani, legati per da un filo invisibile, quello degli scontri con il rispetto dei codici ultr (niente armi), e della mentalit (niente denunce).

E cos il 22 novembre duecento atalantini tentarono di assalire gli autobus dei tifosi della Roma. Nove ultr bergamaschi furono arrestati. Nulla di nuovo. Ma, invece, chi doveva sapere ha saputo, chi avrebbe dovuto interpretare quell’azione violenta l’ha interpretata. A Napoli, qualche giorno dopo, comparvero murales con un altro messaggio in codice: Fuori Bergamo dalle galere e part tra i gradoni dello stadio una colletta per sostenere le spese legali degli atalantini in carcere.

Se si picchia un romanista nessuno viene lasciato solo. E cos stato per anni. Ogni gruppo ultr che sostituiva i napoletani negli scontri diventava amico. In Italia come nel resto d’Europa.

La curva del Paris Saint-Germain ha cacciato chi sosteneva i romanisti. E tutte le volte che hanno la possibilit, attaccano i giallorossi, in nome di quel patto. Cos in Germania con il Monaco 1860 e il Borussia Dortmund. In Serbia con la Stella Rossa di Belgrado, in Bulgaria con il Plovdiv.

La tessera del tifoso

Per anni gli ultr napoletani sono stati banditi dagli stadi italiani. Allontanati su decisione del Viminale per motivi di ordine pubblico. Il rischio di incroci pericolosi era troppo alto, anche perch quando i napoletani si spostano lo fanno in massa, in migliaia. E quasi sempre con auto (anonime) noleggiate e difficili da intercettare.

La svolta arrivata l’1 agosto del 2016 quando la Curva A, quella che fu di Gennaro De Tommaso, conosciuto come Genny la carogna, decise di sottoscrivere in massa la tessera del tifoso, il lasciapassare per partecipare alle trasferte negli stadi d’Italia.

I codici segreti

E via in auto su e giu per lo Stivale. Vestiti di nero. Felpe con il cappuccio, anche in estate. Bastoni delle bandiere che nel fondo sono rinforzati come se fossero di ferro. Scarpe leggere con suole scavate per i fumogeni. Nessuna sciarpa o bandiera in vista.

E la mappa precisa degli autogrill dove ci si pu nascondere nei sottopassi e intercettare i nemici cogliendoli di sorpresa. Quando gli ultr del Napoli si spostano noleggiano minivan con carte di credito di ragazzi insospettabili. Difficile riconoscersi in autostrada, specialmente se tutti sono vestiti di nero. Spesso capita di incrociare una carovana di minivan e confonderla per un gruppo nemico o viceversa. E allora prima di partire si decidono i codici di riconoscimento.

I gomiti fuori dal finestrino? Bene, uno degli ultr avr il gomito in vista per tutto il viaggio. In pieno inverno si decide per altro. Luce accesa nel vano. Viaggio al centro corsia, sportello della benzina aperto, zainetti sul cruscotto.

Gli incensurati

Dopo l’arresto per camorra e il suo pentimento, il mito di Genny la carogna presto tramontato nella sua curva ad altissima densit criminale. Ogni gruppo ultr un diretto riferimento di un quartiere della citt a quasi sempre di un clan di camorra. Lo raccontano i pentiti. Con la tessera del tifoso al Maradona sono arrivati tantissimi ragazzi, sempre pi giovani, incensurati, difficili da riconoscere. Facilmente manipolabili.

10 gennaio 2023 (modifica il 10 gennaio 2023 | 07:24)

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